Gli "Artigli di tigre" di Gilles Vidal
Luci diurne a LED affilate come le zanne di una tigre dai denti a sciabola e fanalerie dal disegno interno simile alle tracce degli artigli di un predatore. I tratti più accattivanti e aggressivi degli ultimi modelli Peugeot si devono al 48enne francese Gilles Vidal, entrato in Citroën dopo la laurea e oggi in PSA da ben 24 anni.
Dopo aver ricevuto carta bianca insieme al ruolo di capo stilista del Leone, nel 2010, l'artista ha deciso di ripensare lo stile del marchio. Grazie a Vidal e al suo team, le goffe bocche spalancate su false griglie del radiatore e i pannelli della carrozzeria gonfi sono stati sostituiti da silhouette dinamiche e allo stesso tempo eleganti.
La prima volta che abbiamo visto gli "artigli di tigre" è stato sulla concept Peugeot Instinct del 2017. Un paio d'anni dopo, sulla 508 è apparsa una tecnologia di illuminazione aggressiva con caratteristici elementi appuntiti, trasferita successivamente su altri modelli del marchio, dalle compatte 208 e 2008 alle più grandi 3008 e 5008.
I quattro fari di Bruno Sacco
Difficilmente tra gli appassionati di auto esiste qualcuno che non conosca la Mercedes-Benz Classe E "a quattro occhi", la W210 del '95. Forse però non tutti ricordano colui a cui il mondo deve un cambiamento così radicale nello stile della Casa tedesca solitamente così conservatrice: e questo malgrado fosse diventato già celebre con la iconica W124.
Quest'ultima, così come la famosa 190 W201, risposta alla BMW Serie 3, è un altro capolavoro dell'italiano Bruno Sacco. Nato a Udine nel 1933, ha deciso di diventare un designer di automobili all'età di 18 anni, quando ha visto per strada la berlina americana Studebaker Commander Regal restandone impressionato.
Bruno Sacco ha lavorato negli atelier Ghia e Pininfarina quando era ancora studente al Politecnico di Torino, ma la vera svolta è arrivata alla Daimler-Benz, dove il promettente stilista è entrato nel 1958. Oltre ai modelli già citati, ha partecipato allo sviluppo dell'aspetto della imponente 600 W100, della 230 SL W113 roadster "Pagoda", dei prototipi della serie C111 e dell'apprezzatissima W123.
La "spalla" di Doug Frasher
Questo è il nome dato al caratteristico frontale con un forma a cuneo molto marcata del cofano da cui partono i parafanghi. Si è vista per la prima volta nel 1992 sulla concept car Volvo ECC, con motore a turbina a gas e carrozzeria riciclabile, e poi trasferito quasi senza variazioni ai modelli di produzione.
Lo hanno adottato, ad esempio, la berlina S80 (derivata proprio da quello studio) e dal SUV XC90 di prima generazione, e poi da altre auto del marchio scandinavo. Le spalle larghe e muscolose, come concepite dall'autore, avrebbero dovuto ricordare i parafanghi sporgenti delle iconiche Volvo PV444 e PV544, così come il "davanzale" sporgente della 240.
La cosa più interessante è che il vero autore della "spalla" non è in realtà l'allora capo designer del marchio Peter Horbury come si pensa ma il creatore della ECC, Doug Frasher (nella foto), un dipendente dello studio americano Volvo a Camarillo, in California.
Ora, se dobbiamo essere onesti, è possibile che lo stesso Fraser si sia ispirato ad alcuni modelli di pickup e SUV Dodge (Ram, Dakota, Durango) dei primi Anni '90 che avevano uno stile simile e un po' omaggiavano i vecchi camion degli Anni '40. Ma non vorremmo tornare troppo indietro...
Il passaruota smussato di Marcello Gandini
Questo elemento caratteristico della celebre Lamborghini Countach è in realtà ben lungi dall'essere l'unico tocco distintivo del talentuoso designer Marcello Gandini, il cui nome, nonostante il gran numero di opere dell'autore, si perde spesso all'ombra dello studio Bertone dove il maestro ha lavorato per 15 anni. Ma il caratteristico arco passaruota posteriore inclinato, così come il profilo a cuneo della vettura si ritrovano con una certa costanza in altre opere, dalle numerose concept (come la Lancia Stratos Zero) a supercar stradali come Diablo e Cizeta Moroder.
A proposito, negli anni di collaborazione con Nuccio Bertone Gandini ha praticamente formato l'identità di marca della Lamborghini con Espada, Urraco e Jarama, e consegnato alla storia Lancia Stratos HF, De Tomaso Pantera e Bugatti EB110. Tra i modelli di larga diffusione ricordiamo le Audi 50, la Citroën BX, la Fiat X1/9, così come la Renault 5 di seconda generazione.
La linea a cuneo con montante spesso di Giorgetto Giugiaro
Il frontale affilato è anche il segno distintivo di un altro designer di talento e sorprendentemente prolifico, Giorgetto Giugiaro, che viene spesso paragonato a Gandini. All'inizio della loro carriera hanno anche lavorato insieme per qualche tempo alla Bertone, anche se il posto di capo progettista dell'ufficio è andato a Marcello, autore della linea definitiva della Miura per cui anche il collega aveva avanzato una proposta.
Ma c'è anche un altro elemento stilistico caratteristico nell'arsenale di Giorgetto, che rende la mano del maestro subito riconoscibile: il montante posteriore massiccio e fortemente inclinato, che sulla Golf è stato conservato anche dai suoi successori e che troviamo anche in molte altre opere del designer di Garessio: dalla Scirocco, sempre per Volkswagen, all'Alfa Romeo Brera, alla BMW M1, dalla Lotus Esprit alla Lancia Delta.
Lo "scalino" di Chris Bangle
Nonostante il 64enne americano Chris Bangle abbia lavorato attivamente per Opel e Fiat (Coupé, Panda e Alfa Romeo 145) e ha anche creato molte auto fantastiche per BMW (dal prototipo Z9 alle Z4, Serie 1, Serie 3, Serie 5, Serie 6 e i SUV X3, X5, X6), il suo progetto di rivoluzionare il design dell'ammiraglia Serie 7 nel 2002 lo ha quasi trasformato in una rock star, oscurando i risultati precedenti e diventando il suo segno distintivo...
La berlina E65, molto insolita per i canoni BMW sia per il suo frontale sia per il profilo spezzato della coda, è stata criticata da molte parti tanto che persino la rivista americana Times l'ha inserita nella lista delle 50 peggiori auto di tutti i tempi. Anche se in seguito si è scoperto che questa così controversa Serie 7 ha venduto meglio di qualsiasi altra generazione nella storia del modello.
La "Sensual Clarity" di Gorden Wagener
Qui siamo di fronte al caso raro e piuttosto curioso in cui l'impronta di un designer non è in uno specifico elemento aggiunto quanto nella sua deliberata assenza. Stiamo parlando del capo stilista Mercedes-Benz Gorden Wagener e del suo paradigma di chiarezza sensuale, che nel giro di qualche anno ha trasformato tutti i modelli della Stella in quelle bellezze aerodinamiche e frenetiche dalla silhouette sportiva ma elegante che vediamo ora.
Wagener è riuscito a ottenere un tale effetto abbandonando le linee di rinforzo sulla carrozzeria e utilizzando al loro posto sapienti giochi di ombre.
Gli ultimi slideshow
9 / 9