Anteriore, posteriore, longitudinale o trasversale: i modi di collocare il motore non sono poi molti e si tende a pensare che la posizione ideale sia il più possibile al centro del cofano, magari in basso e con orientamento perfettamente verticale. All'atto pratico, però, le cose non stanno sempre così, e sono andate molto diversamente in alcuni casi particolari, dovuti a esigenze altrettanto straordinarie.

Attenzione, non parliamo soltanto di auto da corsa, ma anche di modelli di serie per i quali i tecnici si sono trovarti ad adottare soluzioni non canoniche per ottenere un determinato risultato, montando il motore in una posizione insolita. Ecco i casi più interessanti.

Ruotato, la D50

Non è soltanto famosa per essere stata la prima e ultima Lancia da F1, poi passata sotto Ferrari, che l'ha ribattezzata 801: la Lancia D50 del 1954 aveva un motore 8 cilindri a V, montato in posizione ruotata sull'asse verticale di circa 12°.

In questo modo, l'albero di trasmissione non passava più sotto il sedile ma di lato, raggiungendo il cambio - che era posteriore e trasversale - sul lato sinistro. Questo permetteva di montare il sedile stesso più in basso e di ottenere una linea dell'abitacolo a sua volta ribassata, a beneficio dell'aerodinamica. 

Motori storti

 

Inclinato di lato, dalla 300 SL alla Fulvia Coupé

In questo caso le motivazioni non sono soltanto aerodinamiche ma estetiche e tecniche: montare il motore inclinato su un lato permette infatti di abbassare la linea del cofano, come è accaduto sempre nel '54 sulla Mercedes 300 SL "Ala di gabbiano".

Il suo celebre 3 litri a iniezione diretta non era soltanto ruotato, ma costruito direttamente con il blocco cilindri inclinato verso sinistra di ben 45°: la macchina deve anche a questo le sue proporzioni sportive, davvero notevoli per l'epoca.

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Motivazioni simili hanno portato anche Lancia, una decina di anni più tardi, a fare lo stesso con la Fulvia Coupé, che montava il particolarissimo e compatto 4 cilindri a V stretta inclinato sempre a sinistra e sempre di 45°.

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Coricato, la 500 Giardiniera

Le auto a motore posteriore non sono l'ideale per sviluppare "giardinette" e familiari, visto che l'ingombro della meccanica porta via spazio proprio nella zona di carico. Per la Fiat 500 Giardiniera, arrivata nel 1960, il geniale Dante Giacosa scelse di coricare completamente il bicilindrico raffreddato ad aria, modificando anche alcuni componenti come la ventola di raffreddamento. La stessa soluzione è stata adottata molti anni dopo sulla Fiat 126 Bis, in modo da ricavare un vano di carico più ampio sopra il motore.

 

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Inclinato in avanti, il motore della Classe A

La prima generazione della Mercedes Classe A, lanciata nel 1997, non era soltanto una monovolume molto, molto compatta: per la prima trazione anteriore della sua storia la Casa tedesca ha sviluppato il famoso "pianale a sandwich" - costruito da due piattaforme metalliche separate da un'intercapedine - e una meccanica altrettanto particolare.

I suoi motori, siglati M166 i benzina e OM668 i Diesel, erano infatti inclinati in avanti di ben 65° e costruiti con gli organi ausiliari (come l'alternatore) montati in linea con il monoblocco. In questo modo, in caso di incidente motore e trasmissione sarebbero scivolati sotto il pavimento, evitando danni ai passeggeri. Questa costruzione è stata conservata sulla successiva generazione, del 2004, e sulla prima Mercedes Classe B, e poi abbandonata in favore di uno schema più convenzionale.

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Laterale, Peugeot 205 T16

Le auto da rally Gr.B degli Anni '80 sono state delle vere fucine di idee originali e soluzioni spinte, e tra di loro la Peugeot 205 T16 è ricordata come una delle più valide e difficili da battere, capace di totalizzare 16 vittorie in 26 gare regalando al Leone due titoli mondiali piloti e altrettanti titoli costruttori.

Il tutto malgrado un difetto mica da ridere: una meccanica asimmetrica e sbilanciata. Il motore era infatti montato trasversalmente sulla destra, dietro il sedile del navigatore, e inclinato di 20°, mentre sull'altro lato c'era il complesso dell'intercooler, ingombrante ma più leggero. Di conseguenza, nella marcia i pesi non si trasferivano in modo omogeneo. E non soltanto in curva.

Se vi è mai capitato di vedere qualche foto dell'epoca che ne ritrae una a mezz'aria durante uno spettacolare salto, ora sapete perché è spesso inclinata di lato...

Motori, le disposizioni più insolite

Quel "6 a sbalzo" della Marzal

Le concept car propongono spesso soluzioni fantasiose, ma la Lamborghini Marzal, proposta di Bertone data 1967 per una GT a quattro posti, era decisamente fuori dagli schemi. Oltre alle enormi portiere a farfalla, si distingueva per il motore a 6 cilindri in linea (esattamente metà del V12 della Miura) montato in posizione trasversale, però a sbalzo dietro l'asse posteriore, in modo da liberare il massimo spazio per l'abitacolo. Non in teoria ma sul serio, visto che si trattava sì di un esemplare unico, ma finito e marciante. 

Dalla Marzal è nata la Lamborghini Espada, che in veste definitiva ha adottato soluzioni più convenzionali, come il motore V12 anteriore longitudinale e normali portiere a battente. Anche se i primi prototipi erano stati sviluppati in modo molto più fedele alla concept, specialmente a livello di carrozzeria.

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