Nelle stazioni di servizio vengono esposti i cartelli con scritto “Sold out” e gli automobilisti sono nel panico. Sta succedendo in Corea del Sud, dove l’urea, additivo utilizzato obbligatoriamente dal 2015 nei veicoli diesel per ridurre le emissioni, è diventata ormai introvabile.
Come mai? Tutto dipende dalla Cina, che fornisce il 97% delle importazioni al Paese vicino. In questa fase di approvvigionamenti a singhiozzo e crisi delle forniture, il Dragone ha deciso per una drastica stretta sulle esportazioni, lasciando praticamente a secco un intero Paese.
Prezzi alle stelle
Adesso i cittadini sudcoreani sono costretti a spendere cifre molto importanti per mantenere le piene funzionalità delle proprie auto: secondo il ministero del Commercio locale, i prezzi dell’urea industriale sono aumentati di oltre l’80%, a 568.000 won per tonnellata (circa 417 euro).
Un barile che prima costava 10.000 won per 10 litri (7,34 euro), ora può essere scambiato nei siti di e-commerce fino a 120.000 won (88 euro). E i privati che hanno fatto rifornimento prima possono ora vendere a prezzi esagerati ai più disperati.

La voce
“Non posso spostarmi con il mio SUV – ha dichiarato un commerciante intervistato dalla Reuters –. Alcuni impegni, come i picnic, possono essere cancellati, ma cosa succede se a fermarsi sono camion e ambulanze?”
“Per il mio SUV – ha continuato – posso riempire il serbatoio con 15-20 litri di additivo in un colpo solo e percorrere 3.000-5.000 chilometri. Ma i veicoli pesanti consumano di più. Questa situazione, soprattutto se dovesse peggiorare, potrebbe avere gravi ripercussioni a livello nazionale”.
Cosa succede ora
Per rimettere in marcia il Paese, l’ufficio presidenziale della Corea del Sud ha istituito una task force che ha il compito di avviare delle trattative diplomatiche con gli Stati produttori. Ma trovare partner diversi dalla Cina in tempi brevi non sarà facile, perché Seul dipende troppo da Pechino.
La preoccupazione aleggia anche tra i funzionari: “Abbiamo firmato dei contratti con la Russia a ottobre – è il racconto fatto sempre all’agenzia di stampa inglese –, ma le forniture arriveranno solo a gennaio e sono solo il 10% di quelle che ricevevamo dalla Cina”. La previsione, di questo passo, è che lo scenario sarà punto e a campo già entro la fine di questo mese. E se si fermano i trasporti pesanti su gomma, rischia di paralizzarsi a cascata tutto il Paese.
Fonte: Reuters