È con il pacchetto di riforme climatiche “Fit for 55” che la Commissione europea propone di ridurre del 55% le emissioni di CO2 nel Vecchio Continente entro il 2030, con l’obiettivo di arrivare al cosiddetto net zero nel 2050. Il testo comprende prima di tutto lo stop alla vendite delle auto con motore endotermico dal 2035, ma anche la revisione della Afir (o Dafi, in italiano), la direttiva sulle infrastrutture per i carburanti alternativi.

Le Case auto, seppur con posizioni diverse tra loro, non sono propriamente allineate con la scelta dell'esecutivo Ue. Così, uniti nell’associazione Acea, i costruttori europei hanno pubblicato un “position paper” per indicare le modifiche che, secondo loro, andrebbero fatte al pacchetto, invitando le istituzioni dell'Unione ad accogliere le richieste fatte.

Ue “poco ambiziosa”

Il perché di questo appello lo spiega la stessa Acea: tra il 2017 e il 2020, “le vendite di auto elettriche e ibride plug-in è cresciuto di sei volte”, ma quello dei punti di ricarica è solo “raddoppiato” nello stesso periodo. Gli obiettivi dell’Europa sulla CO2 non sarebbero quindi accompagnati da target sulle infrastrutture “altrettanto ambiziosi”.

  Target CO2 attuale Target CO2 di "Fit for 55"
2025 -15% -15%
2030 -37,5% -55%
2035 - -100%

Fatta questa premessa, l’associazione si rallegra del fatto che la Commissione Ue, nel fissare una roadmap, non abbia cambiato nulla in vista della prima tappa nel 2025, con la riduzione delle emissioni da nuovi veicoli passeggeri rimasta invariata al 15%, come già deciso in passato. Ma le cose vanno diversamente per il 2030 e il 2035.

Più colonnine, poi si vedrà

Riguardo allo step di fine decennio, l’esecutivo europeo ha alzato l’obiettivo precedente, passando dal -37,5% al -55% di CO2 dalle nuove auto. Per riuscirci, propone di installare un numero di colonnine rapportato alle vendite di vetture alla spina, per un totale di 3,9 milioni. Acea ritiene però che ne servano almeno 7 milioni. Persino peggiore è poi il giudizio sul dimezzamento delle emissioni dalle flotte, considerato “al limite dell’irrealistico” e penalizzante per le aziende.

Nuovo Volkswagen Multivan - Presa di ricarica

Passando al 2035, quando le vetture diesel e benzina (ma anche ibride) dovrebbero abbandonare per sempre i concessionari, le Case pensano che la Commissione europea abbia fatto il passo più lungo della gamba: “Finché c’è un grado di incertezza così alto – scrivono –, è prematuro fissare un target” per i prossimi 14 anni.

Meglio, secondo l’associazione, aspettare la prossima revisione del 2028 prima di decidere cosa fare nel post-2030. Intanto, Bruxelles dovrà impegnarsi di più sulla rete di caricatori pubblici “alimentati da elettricità rinnovabile” e su stazioni per il rifornimento di idrogeno. Al tempo stesso, serviranno più incentivi all’acquisto per gli automobilisti. Poi, si vedrà.

Il position paper di Acea