Supercar a benzina da centinaia di cavalli, costruite con materiali ricercati e senza badare a spese: l’immagine dei costruttori del calibro di Ferrari sembra quanto di più lontano ci possa essere dalla sostenibilità, così come l’idea di materiali riciclati o ecologici è distante da quella delle auto di lusso.
In realtà, il concetto di sostenibilità è molto complesso e abbraccia una serie di aree e di attività legate alla produzione. Ed essere un costruttore di nicchia, che commercializza oggetti prestigiosi con una produzione localizzata può offrire inaspettati vantaggi rispetto a chi sforna beni di più largo consumo in volumi ben maggiori.
L’ultimo bilancio di sostenibilità, riferito all’attività 2020, riporta cifre decisamente interessati: il 100% dei processi produttivi è certificato ISO 14001, la quasi totalità dell’energia non prodotta internamente proviene da fonti rinnovabili anch’esse certificate e, cosa più importante, le emissioni totali delle nuove auto sono inferiori del 35% rispetto a quelle vendute nel 2007 malgrado il loro numero sia cresciuto di ben il 40%. Ecco come è stato possibile.
Ciclo vita…infinito
Anzitutto, va considerato che le Ferrari sono oggetti di culto prima ancora che automobili: quindi, malgrado le emissioni, eccezion fatta per le ibride, siano mediamente alte, si tratta di auto che percorrono relativamente poca strada rispetto alle comuni auto di serie e salvo incidenti seri che le rendano irrecuperabili, non vengono mai demolite. Dunque, pochissimo impatto ambientale da smaltimento, che migliora quello del ciclo vita non di poco.
In aggiunta, malgrado nel 2019 la Casa abbia superato per la prima volta nella sua storia le 10.000 vetture prodotte, resta classificata come un produttore di piccoli volumi, cosa che permette l’applicazione di parametri meno severi per le emissioni della sua flotta nella maggior parte dei mercati in cui è presente.

Leggerezza, efficienza, elettrificazione
Nel dettaglio, i bolidi Ferrari di oggi hanno fatto passi avanti notevoli sul piano dell’efficienza, che è cresciuta di pari passo con le prestazioni: la riduzione del peso e degli attriti, l’affinamento dell’aerodinamica e oggi la svolta data da dispositivi come i servosterzi elettrici fino ad arrivare ai moderni motori ibridi hanno contribuito a contenere non poco le emissioni delle nuove auto.
Secondo il rapporto di Ferrari, le 9.119 vetture vendute nel 2020 ha totalizzato un volume di emissioni di CO2 inferiore del 12% rispetto a quello delle meno numerose (7.255) auto del 2014. L’aspettativa iniziale era in realtà un "taglio" addirittura del 15%, non raggiunto a causa dei rallentamenti nella produzione dovuti alla pandemia in particolare per la SF90 Stradale, il primo modello ibrido plug-in e dunque quello in grado di dare il miglior contributo alla causa.
Anche l’adozione, avviata dal 2015, del sistema start&stop sulle berlinette a motore posteriore come 488 e successive evoluzioni, ha segnato una svolta, riducendo del 6% le emissioni di questi modelli secondo il nuovo ciclo di omologazione WLTP.
Produzione e attività in pista
Per il 2020, Ferrari ha dichiarato complessivamente per gli stabilimenti di Maranello e Modena e il circuito del Mugello un volume di emissioni di CO2-equivalenti (ossia un sistema di misurazione che equipara anche le emissioni non-CO2 a quelle di anidride carbonica così da avere un parametro universale) pari a 88.380 tonnellate, meno della media degli anni precedenti che è stata sempre superiore alle 90mila.
Questa riduzione, come precisa la Casa stessa, si deve sempre alla pausa di 7 settimane dovuta alla pandemia, che ha ridotto appunto la produzione a 9.119 vetture dopo aver toccato, nel 2019, il volume record di 10.131.
Osservando i dati si può però facilmente notare che nel corso degli ultimi 5 anni, a fronte di una crescita costante della produzione, le emissioni totali sono andate riducendosi, con la sola eccezione del 2019 che registra però la media per veicolo prodotto più bassa di sempre.
Emissioni attività produttive e test (Maranello, Modena, Mugello)
2020 | 2019 | 2018 | 2017 | 2016 | |
CO2-equivalenti | 88.380 t | 94.615 t | 91.773 t | 92.609 t | 93.086 t |
Vetture prodotte | 9.119 | 10.131 | 9.251 | 8.398 | 8.014 |
Media x vettura | 9,69 t | 9,34 t | 9,92 t | 11,02 t | 11,61 t |
Fonte: elaborazione dati Rapporto Sostenibilità Ferrari 2020

Gestione ambientale
Il programma di riduzione dell’impatto ambientale ha preso il via nel 2001, l’anno in cui l'Azienda ha ottenuto la certificazione ISO 14001 per gli stabilimenti di Maranello e Modena, rinnovato nel 2016, mentre il Circuito del Mugello ha ottenuto e rinnovato la certificazione del sistema di gestione ambientale con ISO 14001 ed EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) ricevendo poi nel 2020, primo circuito al mondo, la certificazione ISO 20121, lo standard internazionale per la gestione sostenibile degli eventi.
Il trigeneratore di Maranello
Ferrari utilizza impianti propri per la produzione di energia pulita, non soltanto elettrica: l'impianto di trigenerazione a gas metano inaugurato nel 2009 attualmente produce autonomamente l’81% del fabbisogno di energia elettrica dello stabilimento di Maranello oltre all’acqua calda e fredda necessaria ai vari processi, mentre le fonti rinnovabili, tra cui il solare e l’energia certificata proveniente dall’esterno, coprono il restante 19%
il primo impianto a pannelli solari è stato installato nel 2008 e ampliato nel 2011 e nel 2015, mentre dal 2014 l’energia elettrica acquistata esternamente è coperta da certificati di garanzia sull'origine da fonti rinnovabili.
Consumo energetico totale (in GigaJoule) - raffronto 2020-2019
2020 | 2019 | |
Carburante non rinnovabile | 1.514.543 | 1.623.478 |
- Gas naturale per trigeneratore | 1.079.005 | 1.126.190 |
- Gas naturale per altri utilizzi | 375.476 | 433.987 |
- Benzina | 47.408 | 53.701 |
- Diesel | 12.654 | 9.600 |
Elettricità acquistata totale | 108.160 | 116.354 |
- da fonti rinnovabili | 107.097 | 110.199 |
- da fonti non rinnovabili | 1.063 | 6.155 |
Energia autoprodotta consumata | 3.687 | 3.344 |
(Energia autoprodotta venduta) | (7.545) | (9.250) |
CONSUMO COMPLESSIVO | 1.618.845 | 1.733.926 |
Fonte: rapporto sostenibilità Ferrari 2020

La gestione dei rifiuti e dell’acqua
Oltre alle emissioni dei veicoli e dei processi produttivi, la riduzione dell’impatto ambientale si concentra sull’utilizzo delle risorse e dunque sulla riduzione degli sprechi, iniziando dalle materie prime principali come l’alluminio, che rappresenta la maggior quota in termini di peso per ciascuna vettura prodotta: gli scarti dei vari processi di produzione sono riavviati alla fonderia dove vengono fusi e riutilizzati.
Il totale dei rifiuti per il 2020 è stato pari a 9.785 tonnellate, il 12% in meno rispetto al 2019 ma anche qui in massima parte per via della produzione rallentata e, nel caso della sabbia utilizzata per le fusioni dei motori, anche da un minor numero di pezzi forniti a Maserati. La Casa ha però allo studio nuove procedure per ridurre i materiali di scarto in diverse fasi della produzione, come stanno facendo efficacemente molti altri costruttori.

Quanto all’acqua, i principali progressi sono stati fatti adottando un nuovo sistema di raffreddamento per il Centro Tecnico che riduce il consumo di acqua, e uno per la raccolta e il riutilizzo di quella piovana e della condensa dei sistemi di condizionamento.