Proprio quando la crisi pandemica sembrava essere alle spalle, con numeri in calo e ripresa economica, le notizie dell'invasione russa in Ucraina e la guerra che ne è scaturita hanno nuovamente scosso il mondo. Una tragedia prima di tutto umanitaria (è sempre bene ricordarlo) che sta però avendo pesanti ripercussioni anche sull'economia globale. A lanciare l'allarme di una nuova e più pesante crisi è Herbert Diess, numero uno del Gruppo Volkswagen, in un'intervista rilasciata al Financial Times.

Il manager tedesco ha infatti evidenziato come il danno economico portato dalla guerra rischia di essere peggiore rispetto a quello, ben pesante, della pandemia. "L'interruzione delle catene di approvvigionamento globale potrebbe portare a enormi aumenti dei prezzi, scarsità energetica e inflazione".

Dialogo al più presto

"La minaccia di questa guerra per la Germania e l'Europa è enorme", ha poi continuato Diess, sottolineando come un ulteriore aumento dell'inflazione - attualmente al 5,8% in Europa e col rischio di vederla arrivare al 7% entro fine 2022 - potrebbe schiacciare fortemente i consumatori. Proprio per questo motivo la Banca Centrale Europea si riunirà oggi, per trovare un rimedio al costante aumento dei prezzi e una conseguente crescita economica rallentata.

Un problema anche a livello di importazioni: la nota dipendenza dal gas e petrolio russo (in special modo per Germania e Italia) ha messo un freno alle sanzioni sulle materie prime, anche se sembra sempre più probabile un ripensamento da parte dell'Europa "se si immagina uno scenario in cui tagliamo le relazioni commerciali con la Russia, cosa che probabilmente dovremmo fare se questo conflitto [non cessa], non si potrebbe più comprare energia e questo porterebbe a una situazione che potrebbe avere un impatto considerevole sull'Europa e sulla Germania", ha continuato Diess, che si è detto favorevole a un nuovo giro di sanzioni, aggiungendo "dobbiamo tornare ai negoziati, al dialogo, perché quello che non vogliamo è una guerra senza fine in Ucraina".

Nuovo stop

Gli effetti della guerra in Ucraina si stanno già sentendo non solo sul caro carburanti ma anche sulla produzione auto: Volkswagen per esempio la scorsa settimana ha annunciato lo stop delle linee di produzione negli stabilimenti russi di Kaluga e Nizhny Novgorod, come fatto anche dagli altri costruttori tedeschi BMW e Mercedes.

Inoltre la mancanza alcuni componenti fondamentali prodotti da fornitori ucraini ha costretto a sospendere anche la produzione delle auto elettriche del Gruppo nelle fabbriche tedesche. Crisi su crisi, dalla pandemia alla mancanza di chip, con la speranza che la guerra finisca il prima possibile.