Ci sono auto che hanno scritto la storia del motorsport mondiale. Di queste ce ne sono alcune che sono rimaste impresse nell'immaginario collettivo come dei veri e propri miti dell'asfalto, capaci di suscitare ancora forti emozioni a distanza di oltre 30 anni.
Parliamo delle auto di derivazione rally. Veri e propri mostri mangia asfalto con potenze per l'epoca esagerate e trazioni integrali permanenti studiate per resistere a qualsiasi condizione meteo, ma non solo. Ecco le più iconiche.
Audi Sport Quattro
Iniziamo con un'auto del primo Brand in assoluto a introdurre la trazione integrale nel Campionato del Mondo di Rally, Audi con l'originale Sport Quattro. Uno dei modelli più iconici nella storia dell'azienda, dotata di un motore turbo da 2,1 litri, in grado di sviluppare 306 CV e 370 Nm di coppia, scaricati a terra grazie alla trazione integrale. Con un peso di circa 1.300 kg, era in grado di scattare da 0 a 100 km/h in circa 4,8 secondi. Tutto questo a metà degli anni '80!

Citroen BX 4TC
Dalla Germania attraversiamo il confine fino alla Francia per la sconosciuta, ma altrettanto veloce, Citroen BX 4TC, la versione stradale dell'auto che il Double Chevron sviluppò per competere nel Gruppo B. Delle 200 unità previste per l'omologazione, ne uscirono dalla fabbrica solo 62. Si tratta oggi di un'auto decisamente rara, equipaggiata con un 2,1 litri turbo da 200 CV, ovviamente a trazione integrale.

Citroen Visa Trophée
Restando in Casa Citroen, ma con qualcosa di decisamente meno estremo, ecco la Visa con la quale il reparto corse del Brand provò a competere nella categoria Gruppo B a motore centrale, con scarsi risultati. Nacque così il Citroen Visa Trophée, per il quale la Casa fu obbligata a produrre gli almeno 200 esemplari di serie necessari all'omologazione dell'auto da corsa.
Il risultato? Una piccola auto stradale con un peso inferiore a 700 kg e dotata di un quattro cilindri in linea da 1,2 litri con doppio carburatore Weber, 100 CV e un cambio manuale a cinque marce che garantiva prestazioni di tutto rispetto.

Ford RS200
Dalla Francia attraversiamo l'Atlantico fino all'America, per conoscere più da vicino un'altra "bestia a motore centrale" concepita per il Gruppo B del Campionato del mondo di rally, la mitica Ford RS200. Anche in questo caso ne furono costruiti 200 esemplari stradali, oggi rarissimi, dotati di un motore Cosworth turbo quattro litri da 1,8 litri con circa 250 CV.
Come la Lancia, aveva una carrozzeria leggera, realizzata con materiali innovativi per l'epoca, come il Kevlar e la fibra di carbonio. Dotata di trazione integrale e di un cambio manuale a cinque marce ebbe una vita brevissima, visto la fine del Gruppo B nel 1986.

Lancia 037 Stradale
Attraversiamo le Alpi e finalmente arriviamo in Italia. Parlando di Rally, infatti, non si può non citare Lancia, per diverse volte. Al primo posto tra le italiane stradali più mitiche di derivazione rally trova sicuramente posto la mitica 037, considerata la prima Gruppo B in assoluto e basata sulla Beta Montecarlo disegnata da Pininfarina. Il modello a motore centrale era realizzato con una carrozzeria leggerissima in resina e fibra di vetro, e la versione Stradale pesava poco meno di 1.200 kg.
Quanto al motore, si trattava di da 2,0 litri sovralimentato con compressore volumetrico in grado di erogare 208 CV. In totale furono prodotte 207 unità (oggi a prezzi stellari).

Lancia Delta S4 Stradale
Indubbiamente una delle auto più iconiche al mondo. Restando a Torino, parliamo della Lancia Delta S4 Stradale, derivata dall'omonima versione per il Gruppo B e prodotta in edizione limitata in 200 esemplari. Fondamentalmente, si trattava di una versione un po' "annacquata" della Delta S4, il cui motore a quattro cilindri turbo sviluppava circa 250 CV.
Naturalmente, la S4 aveva quattro ruote motrici, tre differenziali e un cambio manuale, ed era basata su un telaio tubolare e una carrozzeria in fibra di vetro. Una delle caratteristiche distintive dell'auto era la parte posteriore in stile "carcassa", che era completamente rialzata per esporre il motore.

Lancia Stratos Stradale
Infine, sempre in Italia, come non menzionare la Lancia Stratos Stradale? La versione omologata del leggendario "cuneo", vero mito nel mondo dei rally. Il modello da corsa trionfò nelle competizioni degli anni '70 e '80, e per essere omologato in competizione il marchio fu costretto a produrre 500 esemplari vendibili, tutte con il motore V6 da 2,4 litri della Ferrari Dino, con 200 CV.

MG Metro 6R4
Come il resto delle auto derivate dal Gruppo B, anche la britannica MG Metro 6R4 fu prodotta in 200 unità stradali per questioni omologative. Poco conosciuta, era dotata di un motore V6 da 3 litri in grado di sviluppare 250 CV.

Peugeot 205 T16
Infine, vanno menzionate le francesi d'eccellenza. La prima è la grande Peugeot 205 T16, una speciale Gruppo B (quindi prodotta a livello stradale in 200 esemplari) firmata Peugeot Sport, che nascondeva un quattro cilindri turbo da 1,8 litri con 200 CV e 255 Nm di coppia massima sotto il cofano.
Con un peso di circa 1.200 kg, era in grado di passare da 0 a 100 km/h in circa 6,0 secondi e raggiungere i 210 km/h di velocità massima. Il modello stradale era basato sulla 205 GTI, ma lo specialista Heuliez aggiunse, tra le altre cose, le barre antirollio e il telaio ausiliario posteriore.

Renault 5 Turbo
Dulcis in fundo, la Renault 5 Maxi Turbo, con la quale gareggiò lo stesso Carlos Sainz. Sebbene non esistesse un Maxi Turbo da strada in quanto tale, il marchio francese vendette per anni una Renault 5 a motore centrale, la 5 Turbo. La Renault 5 Turbo stradale montava un 1.4 turbo da 160 CV, abbinato a un cambio manuale a cinque marce.
