La cura Stellantis sta facendo bene ad Alfa Romeo, con l’a.d. Jean-Philippe Imparato a guidare una squadra impegnata a dare al Biscione quella capacità commerciale e di prodotto necessaria per competere in un mercato sempre più complesso, facendo i conti anche con una situazione geopolitica che definire “complicata” è dire poco.
Il risultato è un brand che nei primi 6 mesi del 2022 ha già venduto lo stesso numero di auto di tutto il 2021, e questo – come sottolineato da Imparato stesso presentando i conti del primo semestre 2022 – nonostante Giulia e Stelvio non siano ancora elettrificate. E le vendite della Tonale sono appena partite, per dare un ulteriore boost ad Alfa.
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Tutto procede secondo i piani quindi, con Imparato impegnato ad aggiornare ogni 6 mesi sullo stato dei lavori, indicando dove si trova Alfa Romeo sulla roadmap disegnata da qui al 2030. Un piano che avrà nel 2027 il punto di svolta: passare dall’attuale assenza dell'elettrico a una gamma solo e unicamente a batteria.
In mezzo ci sono 5 anni, con l’aiuto di un Gruppo come Stellantis a facilitare il lavoro. “Ho bisogno di trovare la mia strada all’interno del paniere di Stellantis - ha spiegato Imparato - prendendo la tecnologia che mi serve per le batterie per passare dallo 0 elettrico di oggi a quello che dobbiamo fare entro il 2027, senza dimenticare la dimensione software”.
L’unione fa la forza dunque. Per capire meglio come sta andando Alfa Romeo e cosa bolle in pentola, al termine della conferenza stampa si è tenuto un incontro con Imparato a rispondere a numerose domande dei giornalisti. Ecco cosa ha detto.
La Tonale parte bene
A livello di numeri mondiali, ho lo stesso numero di ordini dell’anno scorso nonostante il mercato sia calato del 15%. Il mix regionale e di modello è lo stesso fra i vari Paesi. Cambia poco da paese a paese. I mercati stanno passando all’80% dell’elettrificato e nonostante questo stiamo mantenendo i volumi.
Riguardo Tonale a giugno abbiamo consegnato 1.300 macchine e abbiamo raccolto a fine luglio 12 mila ordini. Senza considerare l’ibrida plug-in, i cui ordini partiranno a novembre. Entro settembre si aggiungeranno a questi numeri la versione diesel e quella con la guida a destra per il mercato inglese.
La berlina piace sempre
Nel mondo le vendite Alfa sono 2/3 Stelvio, 1/3 Giulia. Questo è importante per me perché dicono che la berlina è morta e io non sono d’accordo. Fa parte del DNA Alfa Romeo. Potete contare su di me per avere sempre nella gamma Alfa Romeo una Giulia.
Il market share in Italia è 45%. L’appetito sulle Alfa Romeo è molto alto e abbiamo qualcosa da raccontare
Cambia il mondo, cambia la produzione auto
Cassino ha dimezzato il costo industriale delle auto. Pomigliano del 20%. Io non ho mai visto tali cali in così poco tempo. Dunque il margine non dipende solo dal prezzo delle auto ma anche dalla produttività degli stabilimenti. La risposta migliore per resistere alle complessità è il controllo costi. Questo è un punto di sicurezza per me in un mondo in preda alla recessione.
L’anno scorso avevamo 23 cerchi in lega diversi. Tutti belli. Ma non si possono gestire in maniera efficiente. Li abbiamo dimezzati. Attualmente a Cassino stanno passando da 4.000 a 1.400 differenti scelte per le personalizzazioni a catalogo. Qual è la sfida finale? Fare una bella macchina con 1.000 "pezzi" differenti a catalogo nel 2025. Posso dire che, a livello industriale, l’ossigeno che si dà alla fabbrica è enorme. Altro esempio: hanno più che dimezzato il livello di difetti su Stelvio e Giulia che riscontriamo dopo 3 mesi vedendo quali sono le richieste che abbiamo, così i service hanno dimezzato gli interventi. E come conseguenza abbiamo un -40% di costo garanzia su Stelvio e Giulia.
Ovviamente abbiamo lavorato anche con i fornitori a Cassino e Pomigliano: abbiamo chiesto a tutti “vogliamo aumentare la produzione di auto in questi stabilimenti? Dobbiamo aumentare la competitività perché siamo in concorrenza col mondo! Se vogliamo consolidare il piano prodotto e vogliamo fare le nuove auto in Italia dobbiamo essere competitivi”. Ho fatto un discorso tosto, ma è tosto per tutti, noi e loro. E questo ha portato risultati
La Brennero non si chiamerà Brennero
Brennero non sarà il nome del nostro prossimo SUV perché oggi stiamo riflettendo sulla strategia di naming Alfa Romeo. Abbiamo tanta storia da rispettare e promuovere. Abbiamo in testa il nome dell’auto e non sarà Brennero, ma sarà qualcosa di molto rispettoso della storia Alfa Romeo.
Non metto una foto di una macchina 4 mesi prima del lancio. Quindi vedremo la macchina nel 2024. Probabilmente a marzo 2024. Ma tornerò da voi per tempo. Non voglio dare foto e anticipazioni prima.
L'importanza degli Stati Uniti
Il mercato statunitense "pesa" per 22-23 mila macchine, quindi importante. E per noi è così importante che una nuova Alfa Romeo che arriverà nel 2027 sarà sviluppata proprio in America. Cioè chi lavora a quell’auto vivrà negli Stati Uniti. Il che, attenzione, non significa che sarà prodotta lì e non significa che sarà un SUV. Voglio l’aerodinamica di una berlina, lo spazio di un SUV e la sportività vera. Probabilmente l’architettura non sarà quella di un classico SUV. Dobbiamo inventare qualcosa. L’architettura la decideremo alla fine di quest’anno. Ovviamente quest’Alfa la venderemo in tutto il mondo.
Arriva l'elettrificazione by Maserati
Lavoreremo su Giulia e Stelvio nel 2023 e tornerò da voi alla fine del 2022. Sono modelli che fanno parte delle novità prodotto 2023. Non posso andare oltre. A novembre ne parliamo.
Il cliente Tonale
Oggi su 100 ordini Tonale, il 27% sono già clienti Alfa e il resto (73%) è mercato di conquista. Non si può giungere a nessuna conclusione però, perché bisogna aggiungere le flotte. La cosa positiva è che non arrivano unicamente i proprietari della prima generazione di Stelvio o Giulietta, ma vengono da tutte le parti, ma bisogna rimanere umili. Facciamo il nostro lavoro e vediamo a dicembre dove saremo con i contratti.
La fine delle personalizzazioni
L’iper personalizzazione è finita? Probabilmente sì. A un certo punto bisogna fare una scelta a livello di tecnologia, performance etc... L’auto deve ricaricarsi in 20 minuti, deve avere batterie a 800 V. Deve fare da 0-100 meno di 3 secondi. Per fare tutto questo bisogna scegliere: metto i soldi sulle specifiche più funzionali e proprie di Alfa: powertrain, powerunit, autonomia, software. E nel software faccio delle scelte. Quando vedi il numero di aiuti alla guida che non servono a niente e che nessuno capisce, penso che siano inutili. Dobbiamo rimanere centrati sulle cose fondamentali: design, power unit, software che supporti veramente e non solo per ‘fare figo’. È questo che faccio. Poi magari devo dire “invece di fare 5 pack optional, nel faccio 2”. Devo selezionare.
Il futuro è degli eFuel?
Non è una scelta che abbiamo fatto perché non è industrialmente sostenibile. Per me i carburanti alternativi possono avere un impatto su un volume molto ridotto di macchine. Dobbiamo arrivare al giusto livello di performance e di autonomia elettrica in meno di 3 anni. E lo saremo. La normativa e chiara, la scelta è stata presa. Si deve puntare all’elettrico. È finita l’era dell’endotermico. Non abbiamo altre scuse per proteggere le nuove generazioni dal surriscaldamento climatico in atto.
La sostituzione si farà con l’elettrico e poi magari con l’idrogeno verde. Attenzione non quello blu che è facile ma non serve.
Produzione in Cina?
Non produrremo in Cina. Negli Stati Uniti non è ancora deciso. Non lo decidiamo a livello di brand ma di comitato industriale. Io faccio la mia battaglia: ho due stabilimenti e li rendo competitivi per essere in grado di competere in questo mondo. Il resto non fa parte delle decisioni che prendo io come brand, anche se devo dare un parare. Se devo lanciare un modello nel segmento E devo capire i mercati di riferimento e metto i ragazzi giusti a lavorare su questo.