Nel corso della sua storia Ferrari si è rivolta a diversi studi di design. Oltre al conosciutissimo rapporto con Pininfarina, negli anni ’70, la Casa di Maranello ha stretto un forte legame anche con Bertone.

Il designer torinese ha prodotto la 308 GT4 e un altro strano prototipo che non è mai diventato un modello di serie: la cosiddetta 308 GT “Rainbow”.

In pieno stile Bertone

La Rainbow nasce sulla stessa base della Dino GT4 ed è disegnata sempre da Marcello Gandini (padre anche di Lamborghini Miura e Diablo), pur avendo forme e proporzioni diverse. Svelata al Salone di Torino del 1976, la Ferrari ha un passo accorciato di 10 cm (da 2,55 m a 2,45 m) e un’altezza inferiore di 16 cm (1,05 m), con una lunghezza di 4,32 m e una larghezza di 1,86 m.

Ferrari 308 GT Rainbow concept (1976)

La vista posteriore della Ferrari 308 GT Rainbow concept

Ferrari 308 GT Rainbow concept (1976)

Gli interni della Ferrari 308 GT Rainbow concept

L’idea è stata quella di realizzare una coupé “convertibile” in spider, con un tetto in stile Targa a scomparsa. La 308 GT, infatti, è dotata di un meccanismo in grado di piegare il tettuccio e ruotarlo di 90 gradi all’indietro in un vano costruito tra l’abitacolo e il vano motore. Questa stessa soluzione è stata ripresa più avanti, nel 2010, sulla 458 Spider.

Meccanica collaudata

L’assetto è composto da sospensioni indipendenti anteriori e posteriori, barre antirollio e freni con dischi ventilati. Il motore è lo stesso 3.0 V8 della 308 GT4 con configurazione anteriore trasversale, quattro carburatori Weber e circa 260 CV. L’abbinamento è a un cambio manuale a 5 rapporti e al differenziale posteriore a slittamento limitato.

Una curiosità: la Ferrari originale è stata presentata con la colorazione bianca e dettagli neri, ma successivamente è stato riverniciato con una tinta blu. Un concept davvero unico nella storia del Cavallino Rampante.

Fotogallery: Ferrari 308 GT Rainbow concept (1976)