“In Cina oggi ci sono 99 marchi automobilistici…”. Non abbiamo fatto in tempo a scriverlo lo scorso 20 aprile, nel nostro approfondimento Motor1 Numbers, che dobbiamo rivedere i conti aggiungendo Omoda e Jaecoo.

Il Gruppo Chery li ha presentati durante l’ultimo Salone di Shanghai, annunciando una strategia di espansione globale senza precedenti che vede proprio nell’Europa uno dei mercati centrali, con l’Italia in pole position.

Le ambizioni commerciali sono importanti: si parla di vendere 400 mila auto nel 2024 in 70 paesi e di salire a 1.400.000 veicoli nel 2030.

Il debutto nel nostro paese è programmato per la fine del 2023 con un crossover compatto, la Omoda 5, seguito da un SUV marchiato Jaecoo – che si legge geiccù – e si chiama semplicemente con un altro numero, il “7”.

“E l’ora dei marchi cinesi!”

Se le auto sono state mostrate al Salone di Shanghai, mettendo insieme nuovi modelli di interesse per il mercato domestico, prototipi di supercar e il nuovo brand Exlantis che identificherà una gamma di elettriche “anti Tesla”, per conoscere le ambizioni mondiali di Chery ci siamo spostati a Wuhu, città industriale nella provincia dell’Anhui dove ha sede il Gruppo Chery che ha organizzato una seconda presentazione. Dedicata al resto del mondo, che comprende l’Europa, la Russia, il Medio Oriente, il Sud America e il Nord Africa.

Uno scacchiere geografico (e geopolitico) ad ampio raggio che Zhang Guibing, ceo di Chery International, durante il suo keynote ha dipinto senza giri di parole come mercati di conquista all’insegna del presupposto che “oggi è il tempo dei brand cinesi”, con tanto di slide che ripercorre le fasi storiche dell’industria dell’auto dal 1910 ad oggi. E in cui la bandiera cinese rimpiazza quella tedesca dal 2020 in avanti.

014

Zhang Guibing, ceo di Chery International, parla del protagonismo cinese nell'industria dell'auto

97075270202304181340332223254719262565L2A9609_w0919

Il reveal della Omoda 5 EV e della Jaecoo 7 al Salone di Shanghai

006

L'avatar della Omoda 5 a benzina

La presentazione prosegue con una panoramica delle tecnologie a disposizione del Gruppo: dalle motorizzazioni tradizionali per attaccare il mercato, alle piattaforme ibride, ibride plug-in ed extended range. Fino ad arrivare ai powertrain elettrici con piattaforme dedicate da 400 o 800 V che arriveranno a superare i 700 km di autonomia con target di efficienza migliori di Tesla: 12 kWh ogni 100 chilometri.

A proposito di elettriche: la versione EV dell'Omoda 5 è già pronta con una batteria da 61 kWh e 450 km di autonomia, ma in Europa arriverà in un secondo momento, come pure la versione ibrida plug-in per la Jaecoo 7.

Il keynote di presentazione della Omoda Jaecoo a Wuhu

La panoramica sulla tecnologie a disposizione di Chery durante il keynote a Wuhu

I giornalisti presenti (compreso il sottoscritto) faticano a prendere appunti e a incrociare correttamente tutti i dati tecnici con marchi, modelli e tempistiche di commercializzazione. Ma al netto del disordine con cui vengono riportate alcune informazioni, il sentimento condiviso è che Chery faccia sul serio ambendo a prendere tutti gli spazi che stanno liberando, per scelta o necessità, i costruttori occidentali.

Da questo punto di vista la presenza di una folta delegazione russa non passa inosservata mentre un collega mi fa notare che fra le traduzioni simultanee è disponibile il farsi (il mercato iraniano nel 2022 ha superato 1 milione di auto - ndr).

SUV o crossover, ma a benzina

Come detto le auto che vedremo prossimamente in Italia sono due: la Omoda 5, a dicembre, e la Jaecco 7, entro il primo trimestre del 2024. Il fatto che siano entrambe “rialzate” (l’Omoda è un crossover e la Jaecoo un SUV, e sono lunghe rispettivamente di 4,4 e 4,5 metri), non fa notizia perché è esattamente il genere di prodotto richiesto dal nostro mercato.

Ciò che differenzia la strategia di Chery da altri brand cinesi in “start up” (leggi BYD, NIO e Polestar) è la volontà di proporre innanzitutto motorizzazioni tradizionali a benzina, nello specifico uno 1.6 turbo benzina a iniezione diretta, abbinato su entrambi i modelli ad un cambio a doppia frizione a 7 rapporti e alla trazione integrale.

IMG_8700

L'Omoda 5 vista dal vivo sulle strade di Wuhu

IMG_8701

Una foto della nuova Jaecoo 7 a Wuhu

Questo approccio ha un suo perché tattico in un paese come l’Italia dove la domanda di auto elettriche stenta a decollare. Tra l’altro proprio in Italia, Chery sta già vivendo un’esperienza di successo attraverso il marchio DR, le cui auto derivano da modelli Chery prodotti in Cina mentre l’assemblaggio viene finalizzato in Molise.

Il gruppo cinese punta quindi sul rapporto qualità-prezzo un tempo appannaggio dei Costruttori generalisti. Con la sottolineatura che i clienti non dovranno rinunciare a nulla quanto a design, tecnologia e qualità generale del prodotto. E da questo punto di vista entrambi i modelli sfoggiano una dotazione tecnologica di prim’ordine.

340881080_536075475405805_5569127288503314100_n

L'abitacolo della Omoda 5 EV

Rimangono da scoprire i prezzi che saranno, ovviamente, un fattore dirimente. Ma come ha osservato un rappresentante di un dealer italiano invitato da Chery e che ho conosciuto a margine della conferenza a Wuhu, già a 40.000 euro il prezzo della Jaecoo sarebbe competitivo, perché oggi a quella cifra e con le dotazioni tecnologiche promesse da Chery non esistono più auto. E in quel momento è risuonata nella mia testa la frase con cui il ceo Guibing ha concluso il suo speech: “Noi oggi possiamo avere molto successo”.

Fotogallery: La presentazione in Cina dei marchi Omoda e Jaecoo