La maggior parte degli sforzi che l'industria dell'auto sta facendo per ridurre l'inquinamento e l'emissione di gas serra riguardano, giustamente, gli interventi diretti sulle proprie attività, produttive e non.

Esistono però anche diversi modi per compensare l'impatto ambientale in maniera "indiretta". In parole povere, significa sostenere iniziative che non portano materialmente un vantaggio alle proprie fabbriche o alle proprie operazioni, ma fanno ugualmente guadagnare "punti" nel percorso verso la sostenibilità

Compensazione "a distanza"

Il primo strumento adottato in forze dai costruttori per inseguire il bilanciamento nelle emissioni è stato l'investire nelle aree verdi: creare nuovi spazi o favorire la riforestazione, ampliare aree verdi o creare piccoli parchi, magari nelle vicinanze delle fabbriche stesse, consente alle Case di poter contare su una certa quantità di CO2 assorbita che viene "scalata" dal proprio conto.

Fin qui, però, il beneficio è ancora parzialmente diretto, perché una buona parte di queste operazioni sono condotte in aree vicine alle fabbriche, dove questo bilanciamento è più efficace.

Rinnovabili: eolico e fotovoltaico

Un parco eolico e fotovoltaico

Aston Martin ha invece scelto una strada in parte diversa: i suoi due stabilimenti, quello di Gaydon e quello più recente di St. Athan dov'è in produzione il SUV DBX, sono diventati da poco "carbon neutral" grazie a iniziative di sostengo alla transizione energetica di... altri Paesi.

La Casa inglese ha infatti aderito a un progetto per favorire la produzione di energia eolica in Turchia, Paese ancora fortemente dipendente dai carburanti fossili e tra l'altro provato dai recenti disastri naturali come il terremoto di inizio anno. In concreto, Aston Martin ha contribuito finanziariamente all'installazione di oltre 120 turbine eoliche, che a regime genereranno complessivamente circa 575.000 MWh di elettricità pulita all'anno.

Lo stabilimento Aston Martin di Gaydon

Lo stabilimento Aston Martin di Gaydon

Questa, che è soltanto una delle iniziative a sfondo etico del piano di sostenibilità "Racing Green", si unisce agli interventi diretti sull'ottimizzazione delle fabbriche e sulla transizione: dal 2019 tutti gli stabilimenti Aston Martin sono alimentati al 100% da energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili prodotta in parte "in casa", come nel caso del polo storico di  Newport Pagnell che nei mesi estivi ricava così il 90% del suo fabbisogno.

Altri pannelli solari sono invece in via di installazione nello stabilimento produttivo di St. Athan: qui, come accennato, si utilizza già energia pulita certificata, con l'obiettivo però di arrivare a una parziale indipendenza dalla rete pubblica e dai fornitori esterni, che a lavori finiti dovrebbe attestarsi sul 20% del consumo complessivo

Altre iniziative, come il passaggio all'illuminazione a LED a St. Athan, hanno permesso di risparmiare oltre 24.000 kg di emissioni di CO2 ogni anno, mentre l'aggiornamento dei reparti verniciatura e altre ottimizzazioni hanno tagliato di un altro 3,9% le emissioni di CO2 per auto prodotta nel 2022 rispetto al 2021.

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Fotogallery: Lo stabilimento Aston Martin di Gaydon