Bonus-benzina sì, bonus-benzina no. Mentre il Governo lavora per fronteggiare il caro-carburanti, mettendo sul tavolo l’ipotesi di un buono da 150 euro riservato alle famiglie a basso reddito, i benzinai rilanciano con una soluzione considerata più efficace: il taglio delle accise.
Si tratta di una misura che ormai conosciamo bene. Approvata dal precedente esecutivo Draghi, prevede una sforbiciata delle tasse su benzina, diesel, Gpl e metano. È rimasta in vigore fino a fine dicembre 2022, senza essere più prorogata dal Governo Meloni. Adesso, però, i gestori la reclamano a gran voce.
“Tagliare 10 cent fino a Natale”
“Il terzo aumento in tre giorni dei carburanti, conseguenza delle quotazioni internazionali dei prodotti – dichiara Roberto Di Vincenzo, presidente di Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini) – sta rapidamente spingendo il prezzo della benzina oltre la soglia dei 2 euro/litro anche sulla rete ordinaria, dopo che è stata raggiunta e oltrepassata in autostrada”.
“In tutto questo – continua –, appare necessario, intanto e al minimo, l’urgentissima approvazione del decreto che consenta di attivare la cosiddetta accisa mobile, vale a dire il meccanismo attraverso il quale impiegare il maggior gettito erariale non previsto in termini di Iva derivante dall’aumento degli stessi prezzi dei carburanti dal 1° luglio ad oggi, dal valore di 1,5 miliardi di euro su base annua, per cominciare a intervenire nell’emergenza e da subito su un taglio di 10 cent/litro delle accise da qui e fino a Natale”.

Estrazione di petrolio, materia prima da cui dipendono i prezzi dei carburanti
I prezzi alla pompa
Ma perché il costo dei rifornimenti per auto continua ad aumentare? E a quanto è arrivato? La risposta alla prima domanda è: i tagli alla produzione del petrolio, che fanno salire le quotazioni del greggio e da cui dipendono – a cascata – i prezzi dei carburanti. Per risponde invece al secondo interrogativo, vediamo cosa riporta oggi Quotidiano Energia (Qe) sulla base delle comunicazioni dei gestori all’Osservatorio del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).
Il prezzo medio nazionale in modalità self della benzina si attesta a 1,969 euro/litro, con i diversi marchi compresi tra 1,960 e 1,978 euro/litro (media no logo a 1,954 euro/litro). Quanto al prezzo del diesel, sempre in modalità self, la media è pari a 1,877 euro/litro, con le compagnie posizionate tra 1,874 e 1,890 euro/litro (no logo a 1,862 euro/litro).
Venendo al servito, il prezzo della benzina in media è di 2,103 euro/litro, con le compagnie che oscillano tra 2,040 e 2,181 euro/litro (no logo 2,006). La media del diesel è arrivata invece a 2,012 euro/litro, con i singoli player tra 1,955 e 2,081 euro/litro (no logo 1,914).
Il Gpl si muove infine tra 0,713 e 0,740 euro/litro (no logo 0,697), mentre il prezzo del metano si posiziona in media tra 1,394 e 1,466 euro/kg (no logo 1,394).
Prezzi benzina e diesel (8 settembre 2023)
Tipo rifornimento | Benzina (€/litro) | Diesel (€/litro) |
Self service | 1,969 | 1,877 |
Servito | 2,103 | 2,012 |