Le auto moderne sono come computer su ruote e consentono di utilizzare numerose applicazioni - da servizi di streaming a giochi passando per quelle di comunicazione e via dicendo - e sono costantemente connesse. Proprio come avviene con smartphone, tablet e notebook raccolgono numerose informazioni su ciò che le persone fanno, dove e per quanto viaggiano e via discorrendo.
Dati su dati che, secondo uno studio della Mozilla Foundation - fondazione che ha creato, tra le altre cose, il browser web Firefox con licenza Open Source - non vengono trattati con le dovute cautele, ledendo così la privacy degli utenti.
"Privacy non compresa"
È questo il bollino che hanno ricevuto tutti i 25 gruppi analizzati dalla organizzazione no-profit, il che significa che le Case auto non svolgono un buon lavoro nella gestione deii dati e nel garantire la sicurezza. C'è di più: secondo la Mozilla Foundation le automobili si sono classificate come la peggiore categoria di prodotti mai recensiti.

Secondo lo studio tutti i marchi automobilistici presi in considerazione (riguardanti il mercato statunitense) raccolgono troppi dati personali. Oltre alle informazioni necessarie per il funzionamento di un veicolo infatti ci sono dettagli sulla modalità di utilizzo dell'auto, la velocità di guida, i luoghi di destinazione messi nel navigatore satellitare e così via. Non si tratta di dati raccolti unicamente tramite i servizi offerti direttamente dal costruttore, ma anche di app sviluppate da terzi come Google e Meta (la società che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp).
Condividere è la strada
In totale l'84% delle Case automobilistiche condivide o vende i dati dei clienti ad altre società, tra cui fornitori di servizi, broker di dati e altre aziende. Inoltre il 56% dichiara di condividere informazioni con funzionari governativi o delle forze dell'ordine in risposta a ordini del tribunale, mandati o richieste informali.
Stando ai dati raccolti dalla Mozilla Foundation il 92% delle aziende intervistate non permette o rende estremamente difficile la cancellazione dei propri dati personali, con l'eccezione di Renault e Dacia, anche se ciò potrebbe non essere dovuto solo a scelte societarie ma all'obbligo di rispettare la normativa europea per il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Le risposte
La fondazione dichiara di aver trascorso più di 600 ore nella ricerca delle informazioni, scrivendo anche a tutte le Case ricevendo però risposte unicamente da Ford, Honda e Mercedes, senza che queste fossero particolarmente esplicative.
Anche i nostri colleghi di Motor1 USA hanno scritto ai costruttori e per ora solo Stellantis e Nissan hanno chiarito le loro posizioni.
"Molteplici affermazioni contenute in questo documento non sono corrette per quanto riguarda i marchi Stellantis. Consideriamo attentamente e diligentemente la privacy dei dati e agiamo di conseguenza. I clienti con domande possono chiamare il nostro centro di assistenza clienti"
ha dichiarato un portavoce di Stellantis.
Nissan ha anche allegato il link all'informativa sulla privacy (https://www.nissanusa.com/privacy.html#your-choices) aggiungendo la seguente dichiarazione
"Nissan prende molto sul serio la privacy e la protezione dei dati dei propri consumatori e dipendenti. Quando raccogliamo o condividiamo dati personali, ci atteniamo a tutte le leggi vigenti e garantiamo la massima trasparenza. La politica sulla privacy di Nissan Nord America incorpora un'ampia definizione di informazioni personali sensibili, come espressamente elencato nel crescente mosaico di leggi sulla privacy in evoluzione negli Stati Uniti e include i tipi di dati che possono essere ricevuti attraverso mezzi accidentali.
In conformità con alcune leggi statali sulla privacy, Nissan divulga i dettagli sulla privacy dei dati dei consumatori e dei dipendenti nella stessa relazione. La nostra politica sulla privacy è stata redatta nel modo più ampio possibile per rispettare le leggi federali e statali, nonché per fornire a consumatori e dipendenti un quadro completo della privacy dei dati in Nissan.
Nissan non raccoglie o divulga consapevolmente informazioni sull'attività sessuale o sull'orientamento sessuale dei consumatori. Alcune leggi statali ci impongono di tenere conto della raccolta involontaria di dati o di informazioni che potrebbero essere dedotte da altri dati, come la geolocalizzazione. Per i dipendenti, alcuni rivelano volontariamente informazioni come l'orientamento sessuale, ma non è obbligatorio e non le riveliamo senza consenso".