Settembre è il mese del lancio ufficiale della nuova Duster. In quasi 15 anni, è arrivata alla terza generazione vendendo oltre 2,4 milioni di esemplari, di cui ben 330mila in Italia. Viene prodotta nella fabbrica Dacia di Mioveni, in Romania, a circa due ore di macchina da Bucarest.

Si tratta di uno degli impianti produttivi del Gruppo Renault più avanzati ed efficienti al mondo e si sviluppa su una superficie di 288 ettari.

Dalla Romania auto per 4 continenti

Lo stabilimento di Mioveni, che abbiamo avuto modo di visitare anche noi, è stato inaugurato nel 1968 e tra le prime auto ha assemblato la 1100 (basata sulla Renault 8) e la 1300 (basata sulla Renault 12). Oggi la produzione è distribuita su tre turni perché il volume di veicoli è molto alto, parliamo di 1.392 unità al giorno, circa 350 mila all’anno, che poi vengono venduti in 44 Paesi nel mondo, in quattro continenti.

Oggi vi lavorano circa 7.000 persone (di cui quasi il 50% sono donne) e, oltre alla Jogger, da qualche settimana si assembla la nuova Duster.

Questo è uno stabilimento in cui il Gruppo Renault (che ha acquisito Dacia nel 1999) crede molto e ha investito più di 35 milioni di euro per ottimizzare i ritmi produttivi. Per questo la fabbrica è stata dotata di un impianto presse da diverse centinaia di tonnellate (una fase produttiva che solitamente è esternalizzata) che realizza ogni giorno 280 mila pezzi da 700 tonnellate di acciaio.

Lo stabilimento Dacia di Mioveni, in Romania
Dacia

Lo stabilimento Dacia di Mioveni, in Romania

Robot che lavorano al buio

Ai 7mila esseri umani (di cui 1.800 sulle linee di assemblaggio) si affiancano molti robot, impegnati su una superficie di quasi 70mila metri quadrati, che lavorano al buio per risparmiare energia.

La movimentazione dei componenti della nuova Duster, così come quelli della Jogger, avviene attraverso carrelli a totale guida autonoma e alla fine dell'assemblaggio (realizzato in 468 postazioni di lavoro) vengono effettuati controlli qualità per circa un'ora; al termine ogni esemplare ottiene la delibera definitiva ed esce dall’impianto.

L’automazione dell’impianto è sicuramente notevole, ma Dacia tiene a sottolineare che la presenza dell’essere umano "è fortemente presente in tutte quelle fasi in cui il robot non potrebbe far meglio per garantire un’elevata qualità ed una minuziosa attenzione al prodotto".

Inoltre, un altro aspetto da rimarcare, riguarda la procedura di stampaggio (ad esempio di una porta, di un cofano o del tetto), dove spesso ci sono materiali di scarto che normalmente verrebbero eliminati, mentre a Mioveni sono utilizzati per realizzare componenti di minori dimensioni, la maggior parte delle volte complementari a quelli più grandi.

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