Estratto di una telefonata fra amici: lei imprenditrice romana in cerca di una nuova auto; lui esperto di motori di turno (chi vi scrive questo articolo).
“Sai Alessandro, fra i modelli papabili stavo considerando anche la Cupra… la Formentor, ma con la storia della crisi Volkswagen l’ho scartata perché vorrei evitare problemi”.
Rimango qualche istante in silenzio e poi, interdetto, le chiedo se ha seriamente questo timore. Lei:
“Guarda, ne ho parlato proprio ieri a cena con un gruppo di amici. E tutti erano d’accordo che c’è il rischio di avere problemi con i pezzi di ricambio..."
Quest’esperienza telefonica mi ha fatto riflettere su quanto sia difficile non solo prevedere ma anche semplicemente immaginare l’impatto che possono avere le breaking news sulle scelte delle persone. Il che vale a maggior ragione per beni costosi e complicati da comprare come un'automobile moderna.
Proprio l’automobile è entrata in un tunnel di tempeste mediatiche una più grande dell’altra. Dalla notizia del ban al motore endotermico “imposto da Bruxelles” nel 2021, all’aumento dei prezzi a causa della guerra, passando per le tante preoccupazioni sull’auto elettrica (batteria a rischio incendi, bambini sfruttati nelle miniere di litio, disequilibri geopolitici e chi più ne ha più ne metta).
Nell'ultimo periodo si parla di "flop dell'auto elettrica" condito con la crisi dei Costruttori europei - Volkswagen in testa - causato secondo molti osservatori dalle politiche di transizione ecologica di cui sopra e dalla concorrenza cinese.
Si può entrare nel merito di ogni questione e dibatterne per giorni, ma la certezza è una sola: in un contesto del genere la voglia di spendere dei soldi per comprare un’automobile passerebbe anche al figlio di un venditore di auto.
La confusione nella testa delle persone è tale che per invertire il trend non basteranno infilate di nuovi modelli, promozioni, nuovi incentivi o il rinvio delle scadenze europee sui limiti alle emissioni di CO2.
Oggi per far ripartire l'industria dell'automobile bisogna riconquistare la fiducia delle persone, che è una variabile vitale in un'economia di mercato. Serve ritrovare la fiducia nel prodotto, nella tecnologia che lo caratterizza, negli stessi interlocutori che lo devono vendere e ovviamente bisogna fare chiarezza sulle "regole del gioco" che possono incentivarne direttamente o indirettamente l'acquisto.
Sarà una grande sfida ed è un sfida di comunicazione. Che riguarda tutti: industria, filiera, politica e gli stessi media come noi che le automobili le raccontiamo per mestiere.
Il problema sarà mettersi d'accordo sugli obiettivi e scegliere se fare chiarezza una volta per tutte aiutando le persone a comprendere una rivoluzione complicatissima, pasticciata ma inevitabile, o concentrarsi sulle esigenze di breve periodo per salvare conti, immagine, titolo azionario o voti (a seconda dei punti di vista) ignorando il futuro. Che arriva prima del previsto, sempre e comunque.
La Cupra Formentor oggetto della "telefonata personale"
P.S. tornando alla mia amica, ovviamente le ho spiegato che se le piace una Cupra Formentor non corre alcun rischio e che al Gruppo Volkswagen potranno succedere tante cose nei prossimi mesi, ma continuerà ad esistere. Dunque ci saranno tutti i pezzi di ricambio che vuole.