L’elettrificazione è la grande protagonista del presente (e del futuro) dell’auto. Per farla semplice si tratta di affiancare motori elettrici (più o meno grandi) ai classici propulsori endotermici, per consumare meno e avere maggiore spunto in accelerazione. Le strade da percorrere sono tante e tra queste ce n’è una che permette di non portarsi appresso pesanti pacchi batteria, così da ridurre il peso. E tra chi del peso contenuto ha fatto un vero e proprio motivo d’essere c’è Suzuki, che anche nell’elettrificazione vuole risparmiare preziosi chili, come dimostrato dalla Swift.

Leggero ma efficace

La piccola giapponese, che fa della leggerezza uno dei suoi punti di forza, può infatti avere anche un cuore ibrido, grazie al quale i consumi vengono abbattuti, senza per questo dover mettere su chili o diminuire capacità di carico o spazio per gli occupanti. Il segreto? Downsizing, ma non del motore endotermico, bensì di tutti gli elementi elettrificanti, così la bilancia ringrazia. Bisogna però specificare un dato importante: a differenza delle altre ibride, la Suzuki Swift hybrid non può percorrere nemmeno un metro in modalità a zero emissioni. Poco male, perché ci sono comunque tanti altri vantaggi.

Piccolo tuttofare

Prima di tutto bisogna imparare questo termine: ISG, ovvero Integrated Starter Generator, una sorta di factotum costituito da un alternatore capace di svolgere diversi compiti: motore elettrico, alternatore e motorino di avviamento. Ad alimentarlo ci pensa un piccolo pacco batterie agli ioni di litio da 12 V. Una batteria che “affianca” quella normale e sistemata sotto il sedile del guidatore. Così nemmeno un centimetro dell’abitacolo viene sacrificato sull’altare dell’efficienza, per la gioia di tutti gli occupanti e della capacità di carico. Per ricaricarla non ci sono prese di corrente o simili: a farle fare il pieno di elettroni ci pensa proprio l’ISG, in grado di recuperare energia in frenata.

L’ibrida scattante

Tra i principali pregi di questo sistema c’è la prontezza di riflessi nel far ripartire il motore endotermico quando si è fermi al semaforo e lo stop&start spegne i pistoni. Basta ingranare la prima e l’endotermico si accende in un amen. Meglio di Usain Bolt quando deve scattare per i 100 metri. La prontezza di riflessi nel far ripartire il motore endotermico è solo uno dei tanti aspetti propri del sistema ibrido Suzuki. Ma elettrificazione fa rima con “consumi ridotti” e la Swift hybrid della mia prova, equipaggiata col 1.0 turbo benzina, non è per nulla assetata, come evidenziato anche dal Roma – Forlì di Fabio. Questo nonostante il motore elettrico non partecipi mai alla trazione. Trattandosi però di un’auto ibrida, la guida deve evolversi ed essere predittiva. Significa anticipare la frenata e lasciar scorrere l’auto, così l’ISG può vestire i panni di alternatore e ricaricare la batterie da 12V.

Vantaggi di legge

Come detto il motore elettrico non “spinge” mai l’auto, ma la Suzuki Swift è comunque omologata con la dicitura "ibrido" e gode quindi di tutte quelle agevolazioni fiscali che alcune regioni concedono alle auto ibride, come ad esempio l'esenzione pluriennale del bollo auto, il parcheggio gratuito nelle strisce blu in alcune città e la quasi totale esclusione da blocchi del traffico e domeniche ecologiche. Di conseguenza significa che le versioni ibride "mild hybrid", spesso vendute a prezzi allineati a quelle delle versioni "normali" o con un piccolo sovrapprezzo, convengono a tutti coloro che abitano nelle grandi città, nelle regioni con più agevolazioni e in generale dove l'auto ibrida è garanzia di libera circolazione.

 

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