Autodrome de Linas-Montlhéry, a pochi km da Parigi. Renault ha deciso di organizzare qui il test drive della Megane RS Trophy. Una prova diversa dal solito, super concentrata in due giri, da 3,5 km ciascuno; niente guida su strada, che tanto la Trophy nasce per i track days.
Totale del test: 7 km. Poco, pochissimo per farsi un’idea di un’auto. Se non fosse che in quei 3 km e mezzo di “follia” si incontra tutto quello che può mettere in crisi un’auto, sportiva e non. Quelle che seguono sono dunque impressioni di guida parziali, per la poca strada fatta e perché non ho guidato su strada, ma nemmeno “fredde”; anzi, vi assicuro che io ero molto, molto caldo…
RS “VS” RS Trophy
Per apprezzare fino in fondo i progressi fatti con una nuova auto, il miglior modo è quello di poterla paragonare - a parità di condizioni e a brevissima distanza - con il modello precedente. Oppure, nel caso di una versione estrema di una macchina sportiva, un raffronto diretto fra le due.
E’ proprio ciò che hanno fatto i francesi di Renault Sport: qualche km in più non mi sarebbe dispiaciuto, lo ammetto, ma poter guidare prima la RS e poi la RS Trophy mi ha dato modo di sentire le differenze, se non altro quelle più immediatamente percepibili.
Lo senti subito
Basta la prima curva. Il primo inserimento. Le risposte della Trophy sono decisamente più pronte, cattive quasi. Sfiori il volante e lei subito si fionda verso il punto di corda. Non che la RS sia lenta, ma la Trophy è felina.
Su entrambe, il contributo dell’asse posteriore a ruote sterzanti è determinante, perché gli angoli di volante sono incredibilmente ridotti, ma sulla seconda si percepisce che il retrotreno “accompagna” di più. E son soddisfazioni, senza che ci si senta mai in ansia da sovrasterzo incontrollabile.

Il merito di tanto grip è anche, inevitabilmente, dei pneumatici Bridgestone S007, optional, montati sulla Megane della prova su cerchi da 19”.
“Mette giù” anche quando sembrerebbe impossibile. Ed è molto stabile
Avete presente una strada italiana di campagna, con tutte le sue sconnessioni secche e avvallamenti? Ecco, il fondo stradale dell’autodromo di Linas-Montlhéry è esattamente così. Con il “dettaglio” che uno dei due rettilinei, entrambi molto lunghi, è vivacizzato da un curvone che si percorre a una velocità (con la Trophy) di circa 220 km/h,
mentre le sospensioni devono letteralmente combattere per contenere gli scuotimenti generati da tutte le irregolarità.
Bene, nemmeno per un attimo mi è venuta la tentazione di alleggerire il gas (al di là del fatto che avrei rischiato di fare grossi danni, in questo modo…), perché il lavoro delle sospensioni permette alle ruote di tenere sempre il contatto con l’asfalto.
Più telaio che motore
Se le differenze a livello di feeling di guida le ho avvertite nel giro di pochi metri, il motore non mi ha impressionato. O meglio: è già così pronto, reattivo e cattivo quello della RS, che i 20 CV in più della Trophy, specialmente su un tracciato tortuoso come questo, non si fanno sentire con grande evidenza.

In ogni caso devo riconoscere che - complice anche la turbina dotata di cuscinetti ceramici - il ritardo di risposta è praticamente un concetto sconosciuto a questa macchina. Ecco, se c'è una cosa che si sente molto bene, nel senso letterale del termine, è il sound di scarico, dal momento che l'impianto è stato completamente rivisto ed è ora dotato di una valvola che in modalità Sport si apre e dà il via alla sinfonia.
Tanta differenza con “poco”
Il poco è messo di proposito fra virgolette: questo l’elenco delle modifiche apportate da Renault Sport sulla Trophy. Innanzitutto, il telaio è in versione Cup, quindi con molle più rigide del 30%, ammortizzatori del 25% e barre del 10%.


Cambia lo scarico, ora dotato di valvola che, in modalità Sport, si apre e rende molto più aggressivo il sound. Ottimizzati i sedili Recaro, che regalano non solo un migliore contenimento del corpo in curve, ma abbassano la seduta di 2 cm, mentre il rivestimento in Alcantara offre il giusto attrito e la sportività elegante tipica di questo materiale.
Frena tanto, frena sempre. Brembo docet
Un capitolo a parte lo merita l’impianto frenante, non solo potentissimo, ma anche resistente alla fatica e ben modulabile.

Doti che non sorprendono, dal momento che il sistema frenante anteriore è 100% Brembo, che realizza al proprio interno tutti i componenti - pinze rosse a 4 pistoni, anche dischi, pastiglie e portamozzi - e poi li assembla, mettendo a disposizione di Renault moduli frenanti completi e integrati. Le pinze sono in alluminio monoblocco, i dischi in ghisa.
Fotogallery: Renault Megane R.S. Trophy 2018
Renault Megane RS Trophy