Quando le persone mi chiedono consigli su quale SUV comprare, la Mazda CX-5 è spesso nella lista dei modelli fra cui scegliere. Per come sono io di carattere, parlando di auto di questa categoria ne faccio soprattutto una questione di sfruttabilità degli interni e di comodità, con in più - in questo caso - una filosofia giapponese molto “sentita”, che penso possa conquistare i potenziali clienti.

L'allestimento di questo Pro e Contro è il Signature, cioè il più raffinato, con il motore più potente, la trazione integrale e il cambio automatico. Leggete qui quali sono i punti di forza e le cose da migliorare di un modello che se la può giocare sia con altre alternative orientali - come la Kia Sportage e la Hyundai Tucson - sia con i classici modelli premium tedeschi: Audi Q3 e BMW X1 in primis, senza dimenticare la Volvo XC40.

Difficile trovare qualcuno a cui l'aspetto estetico delle Mazda non piaccia. E questo riguarda anche la CX-5, con le sue forme eleganti ed equilibrate. Anche le proporzioni sono armoniose ed eleganti, senza rinunciare ad una certa dose di aggressività. Stile promosso, insomma.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

Armonia è una parola che si addice anche all'abitacolo della CX-5, ancor di più nell'allestimento Signature di questa prova, che ha materiali e finiture di livello superiore. Sulla base, comunque, di rivestimenti plastici ben giudicati in generale. E altrettanto ben assemblati, con un disegno lineare che di suo aiuta a non appesantire il tutto.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

Un dettaglio che riassume la cura costruttiva della Mazda CX-5 Signature è proprio questo. L'isolamento supplementare dei vetri, che è quello tipico di ammiraglie più costose e che caratterizza l'esperienza in movimento di tutti i passeggeri, anche perché - come scritto fra poco - la comodità in generale è di ottimo livello. 

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

La CX-5 è un'auto piacevole da guidare. Non solo in termini di agilità, considerando che stiamo parlando di un SUV. Oltre al comfort acustico di cui sopra, questa Mazda assorbe bene le irregolarità della strada pur mantenendo un ottimo controllo delle sospensioni fra le curve. Permettendo quindi anche di alzare un po' il ritmo quando la strada merita.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

Il rapporto di compressione dei motori Mazda è uno degli aspetti tecnici che caratterizzano di più i propulsori di queste auto giapponesi. Perché è relativamente alto per i benzina e, sempre relativamente parlando, basso per i diesel. Cosa che si traduce, nel caso del 2.2 Skyactiv-D da 184 CV del test, in una bella guidabilità anche tirando qualche marcia, perché l'allungo è fluido e mai ruvido.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

Come accennavo all'inizio, le motivazioni di acquisto a cui tengo molto quando prendo in considerazione un SUV di questa categoria sono la praticità e la versatilità. Che poi permettono anche di sfruttare meglio lo spazio. La CX-5, da questo punto di vista, se la cava molto bene, come potete intuire dall'ottima accessibilità posteriore descritta in questa foto.

Come ogni eccezione che conferma la regola, in un contesto generale di progettazione attenta dal punto di vista pratico, una CX-5 ben equipaggiata come la Signature rinuncia alla comodità di poter nascondere il tendalino avvolgibile nel bagagliaio, nel caso servisse sfruttare lo spazio fino al tetto. E la "colpa" è dell'ingombro del subwoofer, messo proprio vicino alle nicchie previste per la cappelliera.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

Altrettanto fastidiosa è la regolazione in profondità del bracciolo fra i sedili anteriori perché, semplicemente, non c'è. Ed è una cosa di cui si sente molto la mancanza in uno degli habitat naturali di quest'auto, ovvero i viaggi lunghi. Anche perché da un allestimento così curato non ce lo si aspetterebbe.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

La mancanza di illuminazione dei comandi con cui regolare elettricamente gli specchietti retrovisori è una caratteristica che le auto giapponesi stanno - giustamente - progressivamente abbandonando. Peccato, quindi, che nell'aggiornamento del Model Year 2019 che ha interessato anche l'allestimento Signature della CX-5 i progettisti non ci abbiano pensato. Visto che, tra l'altro, tutti gli altri tasti del pannello porta sono illuminati, invece.

Mazda CX-5 2.2 diesel Signature AWD, pro e contro

Idem come sopra: nonostante la Signature sia il top di gamma per quanto riguarda la Mazda CX-5, non si è intervenuti per migliorare la logica con cui si possono selezionare le stazioni radio, o per passare da una traccia audio ad un'altra. Ci sono troppi passaggi, troppi menu fra cui navigare, se non ci si vuole limitare solo alle stazioni preselezionate.

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