Prestazioni, prestigio, stile e artigianalità: negli anni ‘90 sono pochissime le supersportive al mondo che riesco a offrire una così elevata concentrazione di eccellenza e, tra queste, di certo c’è la Lamborghini Diablo.
Con questo modello si è infatti conclusa un’epoca leggendaria, ricca di colpi di scena ed enormi soddisfazioni, una purosangue emiliana coi cromosomi della vecchia scuola del Toro che ha proiettato la Casa di Sant’Agata Bolognese direttamente nel 21esimo secolo, in era Audi-AG.
E oggi, con la Diablo storicamente si trova a metà strada tra youngtimer e classiche ultra trentennali, è a lei che dedichiamo il nostro "Classic” che vede come protagonista una VT 6.0 SE davvero eccezionale...
Storia
Progetto 132, è questo il nome in codice della nuova sportiva di Lamborghini chiamata a sostituire la Countach, un avvicendamento a cui i tecnici di Sant’Agata Bolognese lavorano già dal 1985 ma che prende definitivamente forma solo nel gennaio del 1990, con la presentazione della Lamborghini Diablo, ovvero “El Diablo”, dal nome di un feroce toro che, nel 1869, incontrò il celebre torero soprannominato “El Chicorro”.

Ma tornando nella terra dei motori, la Diablo è la diretta emanazione della magistrale creatività di Marcello Gandini, con lo stile che viene solo lievemente smussato dalla gestione Chrysler, in quel periodo azionista di maggioranza di Lamborghini.


Il design risulta comunque strepitosamente riuscito e lo stesso vale per il mitologico motore V12 adeguatamente aggiornato fino ad arrivare a circa 490 CV di potenza per coppia di 580 Nm, una furia scaricata inizialmente sulle sole ruote posteriori che spingono la Diablo a 325 km/h di velocità massima e la fanno scattare da 0 a 100 km/h in circa 4 secondi.

Nel 1993 la gamma si amplia con la Diablo VT (Viscous Traction), una variante a trazione integrale che in caso di perdita di aderenza consente di trasferire il 25% della potenza all’asse anteriore. E se ancora non è il momento di parlare di ABS, che arriverà più avanti, i freni vengono comunque potenziati e, sempre con la VT, arrivano anche le sospensioni computerizzate con ammortizzatori elettronici Koni.


Sempre nel 1993 è il momento di una edizione limitata a 150 esemplari, la Diablo SE30, la Special Edition per i 30 anni del Marchio emiliano (di cui 15 kit Jota): seguono negli anni successivi la SV (ovvero Super Veloce), la VT Roadster e poi altre edizioni limitatissime ad uso pista, come SVR e poi la GTR derivata dalla stradale GT. Non mancano ovviamente delle fuoriserie come Alpine Edition, Monterey Edition o 35° anniversario, solo per fare altri esempi, ed è così che si giunge alla seconda serie di SV, VT e VT Roadster prodotte soltanto nel biennio 1999-2000.


E quando nel 1998 la Casa di Sant’Agata Bolognese entra nella galassia Audi AG, di certo la Diablo MY2000 ne è una bellissima conseguenza, come evidenziano i tanti upgrade che la interessano. E infine, la Diablo VT 6.0 SE protagonista di questo video in colore Oro Elios è l’ultima Diablo delle 2.903 unità uscite dalle linee di produzione di Sant’Agata Bolognese, per la precisione l'esemplare numero 42 di 42 delle 6.0 Special Edition (21 prodotte in questo colore e 21 in Marrone Eklipsis), variante che porta a conclusione oltre un decennio di successi, prima dell’arrivo della nuovissima Murciélago.

Pro & Contro
Farsi cullare dal crescendo del V12 potrebbe sembrare incredibilmente poetico, e di fatto lo è, ma su questa Diablo del 2001, e parecchio di più sulle precedenti versioni, aumentare il ritmo impone di mantenere sempre alta la guardia perché “tirare” con sportive del genere richiede concentrazione sia per i volumi in gioco che per l’ergonomia assai peculiare a cui bisogna concedere un po’ di tempo prima di entrarci in confidenza.
Quella silhouette bassa e dorata che nel video vedete pavoneggiarsi per i sali-scendi di Imola equivale a un Toro di quasi 1.700 kg con una distribuzione dei pesi abbastanza propensa a favorire il retrotreno, quindi accelerare e frenare impetuosamente in curva con una Diablo in queste condizioni e in pieno inverno impone gradualità.


Questa comunque rimane una Lamborghini da guidare fisicamente, un approccio imposto in primis dal motore che rimane l’elemento dominante di questa purosangue emiliana e che, grazie alla trazione integrale a controllo elettronico e ai 550 CV di quest’ultima evoluzione del V12, si eleva nell’olimpo delle migliori hypercar di quel periodo.

Prezzo
Alla fine del 1990, l’anno del debutto, per una Diablo il listino partiva da circa 312 milioni di lire, optional esclusi e, anche all’epoca, gli accessori avevano un peso soprattutto se considerate che i primi esemplari erano piuttosto scarni in quanto a dotazione.
Tornando ai giorni nostri, la Diablo è tornata nell’occhio dei collezionisti, con richieste mediamente superiori ai 200.000 euro per delle “normali VT”, ma si possono superare anche i 350.000 per delle SV o delle più recenti 6.0 SE, andando ben oltre i 500.000 euro se invece si parla di edizioni limitate e ricercatissime come la SE30.