Guidare un'automobile significa - anche - viaggiare, esplorare il mondo e avere l'occasione di visitare i posti più lontani e intriganti.
Certo, c'è auto e auto, e nel caso di questo viaggio in Arabia che sto per raccontarvi, serviva una compagna d'avventura. Una Land Cruiser. Si, non proprio l'ultimissimo modello certo, ma tant'è.
Ah, il motivo di questa campagna d'oriente? Che domande, seguire da vicino la corsa più avventurosa del mondo, la Dakar!
Primo giorno con l'LC300
Due voli, 7 ore di viaggio, 2 di fuso per arrivare a Al Ula, distretto di Medina, dove il Rally Raid più famoso del mondo sta vivendo le sue ultime battute. Primo giorno a bordo del Land Cruiser 300. Sì insomma, la serie nata nel 2021. Per il nuovissimo modello 2024 che arriverà in Italia, vi rimando anche al video di Andrea Farina.
Con il Land Cruiser sulle tracce della Dakar
Telaio a longheroni GA-F, 200 chili in meno rispetto al predecessore, motore V6 da 3,5 litri, 409 CV e 650 Nm. Perfetto per posti del genere: lunghissime autostrade piene di controlli di polizia, e quando si va fuori, sabbia con fondo marcato sulle tracce.
Insomma, una compagna di viaggio ideale, considerando come non mi trovo solo a bordo, ma mi alterno con altri 3 colleghi di ventura.
Tra i siti Unesco
Ok, la voglia di vedere i prototipi, le moto, i quad e i camion della Dakar è tanta, ma prima...un po' di cultura. Amanti di Barbero e Piero Angela, la prima mattina è quella che fa per voi. Ci siamo recati a Hegra, patrimonio Unesco raro. Altresì chiamata Madah in Salih, era una città occupata da nabatei - commercianti arabi - occupata da Romani durante l'espansione di Traiano.
Sono luoghi di culto, antiche tombe millenarie con iscrizioni del 1000 a.C. Insomma, una seconda Petra. Ci scappa anche il tempo per vedere la pietra dell'Elefante e un "capolavoro" d'arte moderna, il Maraya.
In pratica un mega edificio quadrato riflettente nel mezzo del...nulla. Dentro ci sono cinema, teatri, festival e eventi sportivi. Insomma, c'è di tutto.
Passaggi nel deserto
Gas costante, lavoro con mani leggere sul volante, tracce ben evidenti da seguire. Mollata l'autostrada ci siamo infilati alla vera e propria ricerca della corsa. Ecco, immaginate di colpo che quel tablet al centro con un navigatore sia completamente inutile e iniziate, in carovana, a valutare le tracce, i percorsi e a chiedere alla polizia locale da che direzione sarebbero passati i concorrenti in gara.
Il Land Cruiser 300 si arrampica senza problemi, taglia leggermente in erogazione per gestire al meglio il turbo, mentre l'elettronica gestisce la situazione. Abbiamo bloccato il ponte ma la sensazione è che, al netto di qualche galleggiamento, ci si possa divertire in piena serenità senza troppe preoccupazioni.
Passaggi tra sabbia e rocce con il Land Cruiser
E questo vale anche per LC200 che abbiamo usato il secondo giorno. Niente più V6, ma un V8, anche se i 200 chili in più si avvertono. L'erogazione rimane pulita, ma il carico sul pedale si avverte di più. Ma poco importa, ponte bloccato anche in questo caso, con anche passaggi più duri e leggermente più impervi.
E poi, quello che ogni amante di corse del genere si aspetta: correre a gas costante nel bel mezzo del nulla vicino a punti del percorso di gara, della tappa 10, girarsi a sinistra, e vedere l'Hylux del team Gazoo Racing Toyota che ti passa a pochi metri a tutta birra. Bello, bellissimo da vivere, non ho altri aggettivi da aggiungere.
Certo, in Arabia non c'è solo sabbia, anzi. E infatti, ecco l'imprevisto dietro l'angolo visto che - intendiamoci - stiamo usando pneumatici di serie: abbiamo forato! Capita ai piloti della Dakar, figurarsi a noi.
L'Hylux Toyota alla partenza della tappa di Al Ula
Le notti al Bivacco
Un elemento che accomuna gli amanti delle auto riguarda sicuramente quel senso di libertà. Si può legare alle prestazioni, alla "bella guida" tra le curve, o anche all'esplorazione. Quel che è indubbio è che si tratta di uno strumento meraviglioso che ci ha portato a raggiungere i check point di partenza della tappa della Dakar, per scendere e tapparci le orecchie in occasione della partenza dei prototipi, girandoci per non rimanere completamente avvolti dalla sabbia al via.
Le notti al bivacco di Al Ula
Oppure portandoci fin dentro il bivacco, il paddock della Dakar. Un luogo dove innovazione e tradizione si fondano completamente, dove trovi meccanici che saldano, altri che puliscono i cestelli, altri ancora che cercano di rimettere in sesto il mezzo in vista della tappa del giorno seguente.
Il tutto nella notte, mentre c'è chi passeggia per distendere la tensione, chi si mette intorno a un falò, e chi mangia in una sorta di grandissima mensa comune. Si, anche questo è il fascino della Dakar. Esperienze vissute solo grazie al mondo dell'automobile.