Hai bucato? La gomma è completamente a terra? Pazienza, almeno per 80 chilometri e fino ad una velocità massima di 80 km/h. E’ il "piacere" di non doversi preoccupare in caso di foratura. Fino ad oggi lo viveva solo chi monta un pneumatico cosiddetto runflat, disponibile su alcune auto premium mediamente più costose. Ma con la nuova gomma Driveguard appena presentata da Bridgestone, questo vantaggio pratico diventa alla portata di tutti gli automobilisti, o quasi. Perché il Driveguard si può montare su qualsiasi auto, con qualsiasi cerchio e senza alcun tipo di limitazione tecnica. Vediamo di cosa si tratta.


Un bel po’ di vantaggi


Il bello di questa nuova tipologia di gomme è che riesce ad azzerare buona parte dei limiti delle tecnologie “antiforatura” commercializzate fino ad oggi. Innanzitutto una gomma Driveguard consente di viaggiare anche quando il foro (o il taglio) interessa i fianchi del pneumatico, quelli causati da buche e marciapiedi. E’ più leggero di un runflat tradizionale (chi se ne intende sa quanto sia importante ridurre le cosiddette masse non sospese di un’auto), costa di meno ed è più facile da sostituire perché si monta come detto su di una qualsiasi tipologia di cerchio. L’unico limite rispetto al montaggio - che poi in realtà non è un vincolo tecnico, ma una raccomandazione di buon senso – è che l’auto sia dotata di un sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici. Ma questo perché altrimenti si rischia di guidare oltre gli 80 chilometri di “autonomia” della gomma, senza accorgersi di aver bucato.


Il segreto sta in un brevetto


Se i vantaggi sono così evidenti, molti si chiederanno perché la Bridgestone (o un altro costruttore) non ci abbia pensato prima. La riposta è ovviamente tecnica e legata ai progressi nella ricerca e lo sviluppo dei materiali che compongono la gomma. Progettare un pneumatico i cui fianchi e il battistrada siano rinforzati e in grado di reggere il peso dell’auto marciante in assenza d’aria è facile solo in teoria. Perchè la maggior rigidezza non deve compromettere le prestazioni della gomma in condizioni d’uso normale, la gomma nel suo insieme non deve pesare troppo, ma soprattutto la mescola più dura deve essere in grado di dissipare comunque il calore. Ed questa la criticità più grande che gli ingegneri della Bridgestone – peraltro in buona parte italiani perché il Centro di Ricerca europeo è ad Aprilia, vicino Roma – hanno bypassato grazie alla tecnologia Nano Pro-Tech. Senza entrare in tecnicisimi esagerati, si tratta di una mescola costruita in laboratorio a livello molecolare per ottimizzare gli attriti fra le molecole di carbonio, appunto, riducendo così la generazione di calore nei fianchi e aiutando il pneumatico a non perdere la propria forma. Gli stessi fianchi sono pensati per dissipare meglio l’aumento di temperatura quando la gomma è a terra (pensate che durante il rotolamento le temperature interne raggiungono i 200 gradi) ed è stata utilizzata un tela di carcassa in poliestere che resiste meglio al calore. Per tutte queste ragioni il Driveguard oggi “si può fare” e viene introdotto mercato, conferendo a Bridgestone un bel vantaggio competitivo. Perché la tecnologia più importante – la Nano Pro-Tech – è un brevetto della multinazionale giapponese.


Le nostre impressioni


Noi la gomma l’abbiamo provata montata su auto normali (Peugeot 308, Renault Megane e Toyota Auris), guidate per una trentina di chilometri su strade altrettanto normali nei dintorni di Nizza. E le sensazioni sono… normali. Il che è una buona notizia. Quando la gomma è gonfia è difficile percepire una differenza di comportamento rispetto ad un pneumatico “tradizionale” (il confronto lo abbiam fatto con il Bridgestone Turanza), o quanto meno chi vi scrive non ci è riuscito. Da sgonfia, cioè completamente a terra, il discorso ovviamente cambia: spia del computer di bordo a parte capisci che hai bucato per via del rumore di rotolomento “diverso” che proviene dalla gomma e perché l’auto tira leggermente da un lato. Ma si viaggia tranquillamente e anche forzando il ritmo ovvero impostando una curva più veloce del dovuto o cercando di prendere una buca sull’asfalto, le sensazioni al volante sono a dir poco soddisfacenti. L'aspetto che ci ha sorpreso di più è l'assorbimento che riesce a garantire quell'esigua striscia di gomma che rimane fra il cerchio e l'asfalto.


Quanto costano


Veniamo al prezzo delle Driveguard: un listino ufficiale ancora non c’è, ma Bridgestone parla di un costo maggiorato del 15-20% rispetto ad una gomma tradizionale di pari dimensioni. E a proposito di dimensioni, al lancio commerciale fissato per marzo, saranno disponibili 19 misure per i pneumatici estivi (da 185/65 R15 a 245/40 R18) e 11 per quelli invernali (da 185 / 65 R15 a 225 / 40 R18). Per il momento si parla solo di secondo equipaggiamento, ovvero di acquisto in sostituizione delle gomme già montate sulla propria auto. E’ probabile però che nei prossimi mesi alcuni costruttori decidano di proporle in primo equipaggiamento sulle loro auto nuove. E questo, in prospettiva, questo potrebbe determinare l'estinzione kit di riparazione o la cara vecchia ruota di scorta...

Fotogallery: Bridgestone Driveguard, arriva la gomma "antiforatura" per tutti