Quando si parla della Porsche la mente va subito a Stoccarda, Zuffenhausen per i più precisi, e si tende a dimenticare che il marchio tedesco ha ben sette stabilimenti in tutta la Germania, tra cui quello di Lipsia che produce circa 40.000 auto all'anno, sulle quasi 250.000 che Porsche vende in tutto il mondo. Qui, nel territorio che una volta apparteneva alla Repubblica Democratica Tedesca, vengono costruite le Cayenne, le Macan e le Panamera, per un totale di venti varianti di modelli e undici diverse motorizzazioni. La ricerca della qualità è totale e investe ogni minimo dettaglio della vita all'interno dello stabilimento e dei suoi processi, tanto che nel 2017 è stato premiato come miglior impianto automotive al mondo da J.D. Power. Costruito nel 2000 e ampliato più volte - 2006, 2011, 2015 - all'inizio impiegava 270 persone che ora sono diventate 4.100 e lavorano su tre turni, costruendo 600 automobili al giorno di cui quasi la metà sono Panamera.


Dalla DDR all'allevamento di cavalli


All'interno della “Porsche Werk Leipzig” ci sono una centrale a energia solare e una a biomasse, si sfrutta la luce naturale per gli ambienti chiusi e si allevano addirittura i cavalli accanto al percorso test di fuoristrada. Insomma è probabilmente una delle migliori fabbriche dove lavorare in Germania e infatti i dipendenti sono per l'85% residenti in Sassonia, ovvero la regione circostante che fino al 1989 era nota come DDR. Ma di questo parleremo in un altro articolo. Qui ci concentriamo sulla continua ricerca della qualità che in Porsche - a proposito, la “e” finale va pronunciata e non troncata - è praticamente uno stile di vita, tanto che i tedeschi si vantano del fatto che i due terzi di tutti i veicoli Porsche mai prodotti non abbiano ancora perso le caratteristiche di omologazione e conformità alle normative. Ma non è certo una novità che le Porsche siano note come automobili particolarmente durevoli anche negli anni. Visitando lo stabilimento di Lipsia abbiamo capito ancora meglio perché.


Maniaci della qualità


Il controllo di ogni dettaglio di lavorazione è maniacale, frutto di un lavoro incrociato tra macchine ottiche e laser a controllo numerico che ispezionano ogni millimetro della carrozzeria e attenti occhi di addetti specializzati che osservano le scocche tanto intensamente che sembra vogliano trapassarle con lo sguardo. La linea di montaggio della Panamera è quasi totalmente automatizzata. Osservandola nella sua interezza dal fondo dell'edificio si vede un balletto coordinato di bracci meccanici che spostano, saldano e lavorano pezzi di alluminio, unendoli insieme in quella che alla fine diventa la scocca completa della limousine tedesca. La mano dell'uomo inizia a intervenire quando c'è da lavorare di fino, perché l'alluminio con cui è costruita la Panamera, è sì più leggero del 25% rispetto all'acciaio, ma anche assai più delicato. Parte della procedura, infine, prevede che otto auto all'anno vengano prelevate a caso dalla linea e fatte completamente a pezzi, per verificare con un processo inverso la qualità di ogni componente e dell'assemblaggio.


Il futuro e la Bentley


La ricerca della qualità vuole dire anche guardare al futuro, quello che accade nella sezione Inno-Space inaugurata da poco, dove la realtà aumentata viene utilizzata sia per evidenziare le deviazioni dalle specifiche richieste - consentendo risparmi di tempo e un significativo aumento della qualità dell'analisi - sia per sviluppare le innovazioni nei processi di produzione senza doverli interrompere per testarle, perché l'ambiente di fabbrica viene simulato. Inoltre, il processo di verifica della qualità può l processo di test può essere trasmesso in streaming in tempo reale anche in altre sedi, come per esempio accade con Crewe. Si, perché qui a Lipsia verrà costruita anche la nuova Bentley Continental GT che condivide la piattaforma MSB con la Panamera. Una certificazione di qualità assoluta per l'impianto di Lipsia.


 

Fotogallery: Alla scoperta della Porsche di Lipsia, dove nascono Cayenne, Macan e Panamera