La sua carta d’identità non le permetterebbe di entrare fra i modelli da Auto & Storia. Però la storia non la si scrive solo con gli anni, anzi. Si può lasciare un segno, per esempio, in virtù di qualcosa di unico, che sia di natura tecnica, estetica, o altro.
Nel caso della BMW Serie 1, il plus si chiama ovviamente trazione posteriore. Qualcosa che, dal 2004 al 2019, nel segmento C solo la tedesca può vantare e che, in prospettiva, potrebbe avere un suo peso nel valore del modello in futuro, specialmente per le varianti con i motori più potenti e a 6 cilindri in linea.
Una configurazione che per BMW era il “minimo sindacale” fino a qualche anno fa e che invece, adesso e in futuro, diventerà sempre più una rarità. Purtroppo, vien da dire, da appassionati; ben venga, se tutto ciò servirà davvero a salvare il nostro pianeta.
Ora però torniamo a lei, alla BMW Serie 1 che sta per essere rinnovata da cima a fondo.
Nuova BMW Serie 1, quello che sappiamo al momento
Prima della Serie 1…
In BMW, a dir la verità, già prima della Serie 1 provano a mettere il naso nel segmento C. Lo fanno però con un ibrido, inteso non come tipologia di propulsione endotermico/elettrico, bensì come generi.
Si tratta della Serie 3 Compact, cioè una Serie 3 con la coda “tronca”, una lunghezza leggermente inferiore e un risultato che non convince molti automobilisti, anzi, nonostante due tentativi.
Il primo, del 1993, è su base E36 (la Serie 3 del 1990), ma con il retrotreno della E30 (la Serie 3 del 1982).
Il secondo, del 2000, su base E46 (la Serie 3 del 1998). Dopo due “docce fredde”, in BMW capiscono che è il momento di dare ai clienti di questo segmento qualcosa di dedicato. E non sbagliano…
2004, la compatta a trazione posteriore
Sono passati “solo” 15 anni, ma sembra un’eternità. La prima Serie 1, del 2004 appunto, offre con disinvoltura motori a 6 cilindri in linea, aspirati e da 3 litri di cilindrata. Roba d’altri tempi. Oggi come oggi, anche all’interno della gamma BMW, di aspirati non c’è traccia e, per trovare con “regolarità” propulsori a 6 cilindri, si deve andare almeno sulla Serie 5.

Tornando alla Serie 1, basata sulla piattaforma denominata E87, rappresenta il modello più piccolo della storia di BMW (se non come dimensioni, di sicuro come segmento). Una “piccolezza” che si sente tutta anche dentro, dove peraltro i “pro” del motore longitudinale e della trazione posteriore diventano un boomerang se si parla di abitabilità dietro, davvero risicata.
Gamma e rivali
Ovviamente, molte delle sue parti sono condivise con la Serie 3, mentre le sue rivali si chiamano Audi A3, Mercedes Classe A (che all’epoca è una piccola MPV e quindi rivolta a un target completamente diverso, ma per status e prestigio del marchio può essere presa in considerazione) e Volvo C30.

Per piacere di guida non le tiene testa nessuno, se non l’Alfa Romeo 147, che in virtù di sospensioni anteriori sopraffine non paga più di tanto lo “svantaggio” della trazione posteriore. Quanto ai motori, fra i benzina si va dal 1.600 aspirato da 115 CV al 3.0 da 265, mentre i diesel hanno potenze comprese fra 122 e 163 CV.
Il restyling nel 2007
Tre anni dopo il debutto della Serie 1, ecco il restyling: oltre ai classici interventi su paraurti, fanaleria, interni e motori, debuttano la variante a 3 porte e la tecnologia
EfficientDynamics, ovvero il pacchetto comprensivo di stop&start, recupero d’energia in frenata e servosterzo elettrico; un mild hybrid 10 anni abbondanti prima di tutti, in parole semplici.
Nella gamma motori si aggiunge il 2.0 biturbo diesel della 123d da 204 CV e, tornando alle varianti di carrozzeria, ecco coupé e cabrio.
La seconda generazione si “ingentilisce”
Attribuire un pubblico prettamente maschile o femminile a un’auto rischia di risultare sessista. Lungi da noi esserlo, tuttavia è innegabile che la Serie 1 si rivolga soprattutto a “lui”, per design e soprattutto scheda tecnica. Ecco dunque che con la seconda generazione BMW smorza il design, ma un po’ anche il carattere della macchina.

La F20, cioè la seconda generazione di Serie 1 (del 2011), fa però molto sul serio quando si parla di prestazioni, perché la M Performance supera di slancio quota 300 CV, 325 per la precisione, con sospensioni e aerodinamica specificamente studiati.
Un’uscita di scena che si farà ricordare
La F20 conosce due restyling: il primo è del 2015 e apporta lievi modifiche di stile, oltre a un ripensamento dell’ergonomia di bordo. Sotto al cofano, arrivano invece i motori a 3 cilindri, 1.5 turbo.

Altri lievissimi ritocchi si aggiungono nel 2017, quando la connettività viene ampliata e il look ulteriormente affinato. Oggi, a due anni di distanza, il momento della pensione e dell’addio alla trazione posteriore si sta per avvicinare.
E gli appassionati hanno già pronti pacchi e pacchi di fazzoletti per asciugare le lacrime.