Il detto dice che l’Italia è un Paese di santi, poeti e navigatori. A ben vedere però l’Italia è anche il Paese per gli amanti delle auto d’epoca, perché si contano decine (se non centinaia) di appuntamenti riservati alle vetture da collezione: a maggio per esempio ce ne sono ben 16, compresa una vera e propria istituzione come la Mille Miglia. L’offerta è sconfinata e per imporsi bisogna “sgomitare”.

Luigi Orlandini è fra chi ce l’ha fatta, perché dal 2012 ha preso le redini della Modena Cento Ore Classic, una gara di regolarità e velocità per auto storiche in programma da Rimini a Forte dei Marmi (con deviazioni a Modena, Imola, Firenze e al Mugello), lungo un percorso da portare a termine in 5 giorni. Dal 2012 la Modena Cento Ore è diventata sempre più popolare e oggi è considerata un appuntamento imperdibile nel mondo delle corse per auto d’epoca.

La giusta durata? Fra 3 e 5 giorni

Con Orlandini abbiamo parlato di come si organizza un evento di questo tipo e cosa significarla viverlo dall’interno, scoprendo retroscena che magari non arrivano a chi lo segue come spettatore. Orlandini ha assunto l’organizzazione della Modena Cento Ore con la sua società Canossa Events, che programma e gestisce gare e tour nel mondo con vetture moderne e d’epoca, compresi apprezzati giri turistici riservati ai proprietari delle Ferrari oggi in vendita.

Orlandini ci ha spiegato che un tour su misura costa fra 3.000 e 4.000 euro a vettura e deve durare fra 3 e 5 giorni, un periodo di tempo abbastanza lungo per apprezzare il paesaggio ma non troppo da rendere l’esperienza noiosa. Nella somma non rientra il trasporto dell’auto verso il luogo del tour, ma sono compresi i pasti, i pernottamenti in alberghi di lusso (per 2 persone), la mappa del percorso e un veicolo di supporto, che presta assistenza in caso di imprevisti e fa da apripista per accertarsi che non siano presenti ostacoli sulla strada.

Un motore nuovo per finire la gara

I tour da 3.000/4.000 euro sono quelli che vanno per la maggiore, ma ad Orlandini e al suo staff è capitato anche di organizzarne alcuni lunghi più settimane con un budget da oltre 20.000 euro. La sua passione però sono le gare, e non soltanto per il gusto della competizione.

In gara infatti si crea un’atmosfera unica che va al di là della semplice rivalità fra piloti: Orlandini ci ha raccontato infatti che il proprietario di una Ford Thunderbird fu coinvolto in un incidente e donò il motore della sua auto ad un pilota in gara con la stessa vettura, rimasto fermo a metà gara con il motore ko. E’ rimasta nell’”antologia” di Orlandini anche l’impresa del proprietario di una Ford GT40, che si fece spedire un nuovo motore dall’Inghilterra per sostituire quello andato in fumo nel corso di una gara.

Fotogallery: Terre di Canossa 2019