La più grande fonte di energia che conosciamo deriva dal sole ed è una fonte indubbiamente pulita (in realtà brucia, ma a milioni di km di distanza, quindi niente CO2 di cui preoccuparsi). Purtroppo però, per ricavarne abbastanza a far muovere un veicolo per una distanza ragionevole occorrono, insieme a buone condizioni meteo, una superficie esposta molto superiore a quella dell’intero veicolo.

Ma se l’auto 100% solare non è realizzabile, almeno con la tecnologia odierna, non significa che questa preziosa fonte non possa essere sfruttata ugualmente per dare un contributo alla causa delle zero emissioni.

Sion, flessibile anche nella ricarica

Ordinabile da pochi giorni, con consegne dal 2020, e a quanto pare già con un boom di richieste (oltre 20.000): la Sion è una vettura realizzata dalla startup tedesca Sono Motors e presentata per le prima volta nel 2016 con una serie di tour promozionali tra cui uno in Italia.

Si tratta di un’elettrica plug-in con struttura in alluminio e una ”pelle” piena di celle solari, 248 in tutto, capaci secondo i produttori, di recuperare in condizioni ideali energia sufficiente ad aumentare l’autonomia giornaliera di ben 34 km. Non significa poter uscire con la batteria in riserva, specie se tocca fare affidamento sulla totale assenza di nuvole, ma è una delle applicazioni più concrete del fotovoltaico nel settore automotive.

La Sion ha una batteria al litio da 35 kW e 250 km di autonomia standard ed è dotata un sistema di ricarica flessibile che permette di attaccarla non soltanto a qualunque presa, domestica o fast (30’ per l’80% della carica) , ma anche ad altri veicoli per scambiare energia. Ah, ha anche un prezzo interessante: 25.500 euro.

Lithyear One, veloce come… la luce

Bisognerà aspettare il 25 giugno, giorno della presentazione ufficiale, per vederla e saperne di più ma per ora la Concept One dell’olandese Lightyear sembra foriera di altre rivoluzioni: si tratta di una berlina elettrica integrale, con un motore per ciascuna ruota, e una batteria da 600-800 km di autonomia.

L’auto a energia solare: arriva davvero?

Secondo l’azienda può accumulare in una sola notte l’energia sufficiente per 400 km da una semplice presa domestica. In più, si ricarica in marcia grazie ad un sistema di celle solari, anche se non è ancora specificato quanta energia e dunque quanta autonomia riesca a recuperare.

Un “aiutino” anche per la Prius

Anche sulle ibride in produzione sono già presenti implementi fotovoltaici: non parliamo dei tettucci solari sufficienti ad alimentare al massimo il compressore del climatizzatore nelle giornate calde (come quelli che offrivano in opzione modelli come Audi A8 qualche anno fa), ma di panelli capaci di ricavare abbastanza energia da distribuire sia alla batteria di bordo sia a quella che fa da "serbatoio".

L’auto a energia solare: arriva davvero?

Li ha messi a punto Panasonic e dal 2018 sono offerti sulla Prius Plug-In: rispetto a quelli utilizzati in precedenza, sono in grado di fornire fino a 180 kW, anche se non è diffuso un dato preciso circa l’incremento di autonomia ottenibile.

Recentemente poi, anche Hyundai e Kia hanno annunciato che inizieranno a installare tetti a celle fotovoltaiche di nuova generazione capaci di ricaricare fino al 60% della batteria in condizioni favorevoli, sulle ibride e successivamente su tutti gli altri modelli.

Phylla, spinta da acqua e sole

L’auto a energia solare: arriva davvero?

L’esperimento più noto nel nostro paese è la Phylla, presentata a Torino nel 2008 e frutto del lavoro congiunto del Centro Ricerche Fiat e del Politecnico. Si tratta di un prototipo di vetturetta a 4 posti ecocompatibile, costruita in alluminio e bioplastiche.

Viene alimentata da un sistema fuel cell da 1 kW ed è dotata di batterie da 3,4 kW, prometteva 220 km di autonomia ed era rivestita da pannelli solari, realizzati ispirandosi alla trama delle foglie, per ottenere un recupero extra di energia. Fiat progettava di metterla in produzione di lì a due anni ma il progetto non ha avuto seguito.

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