Mettere l’una contro l’altra auto di epoche diverse è spesso un’operazione ingenerosa per i modelli più vecchi, destinati ad essere schiacciati sotto il piano tecnico e prestazionale. Eppure è sempre un gioco affascinante, perché può mettere in risalto soluzioni meccaniche e costruttive che oggi potremmo dare per scontate, ma che all’epoca dei fatti rappresentavano sfide quasi impossibili. Se non folli.
E allora, cogliendo l’occasione dei rumors che vorrebbero al prossimo Concorso d’Eleganza di Pebble Beach una rivisitazione in chiave moderna della Bugatti EB110, mettiamo la supercar voluta da Romano Artioli contro la sua pronipote Chiron. Hypercar con 25 anni di differenza, con più punti di contatto di quanto si potrebbe immaginare.
Al di qua e al di là delle Alpi
C’è prima di tutto il discorso passaporto. La Bugatti EB110 è 100% italiana, grazie alla volontà di Romano Artioli (proprietario del marchio dal 1987 al 1995) di spostare sede e fabbrica (la mitica Fabbrica Blu) a Campogalliano, nel cuore della Motor Valley, la terra di Ferrari, Lamborghini e Maserati. Una sorta di ritorno a casa per Bugatti (Ettore, il fondatore, nacque a Milano) che però non bastò a salvarla dal suo triste destino.
Storia completamente differente per la Chiron, costruita nella storica fabbrica francese di Molsheim come la sua “mamma” Veyron. Francia scelta nuovamente come sede Bugatti da Volkswagen, che nel 1998 la acquista e successivamente crea la Bugatti Automobiles SAS.


Figlie delle loro epoche
Al capitolo stile le differenze si fanno ancora più marcate. La EB110, lunga 4,4 metri, ha una forma quasi a cuneo e soprattutto un muso abbastanza anonimo, col logo Bugatti (che rappresenta un ferro di cavallo) ridotto ai minimi termini. Tutto intorno ci sono generose prese d’aria e il posteriore della SS è caratterizzato dalla presenza di un alettone fisso. I cerchi in lega misurano 18”. All’interno, altamente personalizzabile, è un tripudio di pelle e radica, con 3 elementi circolari davanti al guidatore, il climatizzatore e l’autoradio.
Sono invece 4,54 i metri di lunghezza della Chiron, caratterizzata da linee più dolci e tondeggianti e il logo Bugatti che cresce e riacquista importanza sul muso della hypercar. Le luci (naturalmente LED) sono ora a sviluppo orizzontale e dal muso partono le linee che continuano sulla fiancata, creando un particolare e caratteristico giro porta. C’è naturalmente un alettone posteriore, ma questa volta in grado di “affogare” nel posteriore a seconda della velocità, mentre i cerchi misurano 20" all'anteriore e 21 al posteriore. L’abitacolo abbraccia una filosofia minimal, con la strumentazione raccolta sotto una piccola palpebra, il volante sportivo e i pochi altri elementi incastonati su un arco che attraversa la plancia. Le plastiche sono ridotte al minimo, con pelle e carbonio a fare da padroni.

Alla ricerca della leggerezza
Un punto di contatto tra le Bugatti EB110 e Chiron è l’estrema ricerca della leggerezza. Nessuna delle 2 fa miracoli sulla bilancia, ma considerando le tipologie di meccanica adottata sarebbero potute pesare ben di più. Molto di più.
Per la EB110 gli uomini di Romano Artioli danno vita a una vasca centrale interamente costituita da fibra di carbonio, ottenendo così un’estrema rigidità strutturale assieme a un peso estremamente ridotto. Soluzione all’avanguardia per l’epoca. Intorno c’è alluminio su alluminio, per un peso complessivo che sulla GT raggiunge i 1.735 mentre sulla SS i 1.570 kg.
Sfiora le 2 tonnellate la Chiron, ferma a 1.995 kg. Gran parte della colpa, anche in questo caso, è da imputare alla meccanica. La monoscocca è in fibra di carbonio, utilizzato in maniera massiccia anche in abitacolo, l’impianto frenante è in materiale carboceramico.


Il cuore delle Bugatti
Ciò che però davvero conta naturalmente è il motore. Sulla EB110 si tratta di un V12 di 3,5 litri con 4 turbo e 5 valvole per cilindro. Unità sopraffina con meccanica inedita, con testata in alluminio e titanio e la capacità di lasciarsi alle spalle le ben più blasonate rivali. La GT raggiunge i 560 CV e 611 Nm di coppia mentre la più estrema SS (Super Sport) tocca quota 611 CV e 650 Nm di coppia. Le prestazioni sono da urlo, con la SS che passa da 0 a 100 km/h in 3,3” e tocca i 351 km/, aggiudicandosi (per breve tempo) il titolo di auto di serie più veloce del mondo. Per entrambe il cambio è un manuale 6 marce.
Se già un V12 con 4 turbo vi sembra esagerato, cosa pensare di un motore che di cilindri ne ha 16 (disposti a W) per una cilindrata monstre di 8 litri? I numeri forse li conoscete già ma è sempre meglio ripeterli: 1.500 CV e 1.600 Nm di coppia. A gestirli ci pensa un cambio DSG doppia frizione a 7 rapporti che li trasferisce a tutte e 4 le ruote. Le prestazioni sono altrettanto da urlo: si passa da 0 a 100 km/h in appena 2,4” e ci si ferma solo quando il tachimetro tocca i 420 km/h. Non male per un’auto da quasi 2 tonnellate.


Per pochi
Come abbiamo già avuto modo di dire la storia della Bugatti EB110 è tanto affascinante quanto sfortunata. Prodotta in appena 128 unità (98 GT e 32 SS) e venduta con un prezzo che oscillava tra i 450 e i 600 milioni di lire, la supercar italiana scomparve a causa del fallimento dell’azienda. Appena 4 anni vissuti a gran velocità, mettendo paura alle rivali e diventando una vera icona dell’automobilismo, amata e desiderata dagli appassionati dell’epoca (chiedere a Michael Schumacher) e di oggi.
Per la Chiron le cose sono diametralmente opposte: l’auto ha dato vita a numerose versioni ancora più speciali (ultima delle quali la “110 ans Bugatti") impreziosite da estetiche particolari o soluzioni tecniche ancora più raffinate. La produzione è limitata a 500 unità vendute a un prezzo base di 2,5 milioni di euro.
L’eredità
E torniamo all’inizio, con la EB110 che sembrerebbe pronta per un clamoroso ritorno, almeno per quanto riguarda il nome. Se davvero la supercar anni ’90 dovesse ritornare non stupirebbe trovare sotto la carrozzeria la stessa meccanica della Chiron, con il W16 al posto del glorioso V12.
D’altra parte la Chiron ci ha abituati a trasformarsi, dando vita alla Divo prima e alla Voiture Noire poi, semplicemente l’auto di serie più costosa della storia.
La scheda
Nome | Bugatti EB110 | Bugatti Chiron |
Anno produzione | 1991 - 1995 | 2016 - |
Lunghezza (metri) | 4,4 | 4,54 |
Larghezza (metri) | 1,94 | 2,03 |
Altezza (metri) | 1,12 | 1,21 |
Passo (metri) | 2,55 | 2,71 |
Peso (kg) | 1.570 | 1.995 |
Motore | V12 3,5 litri quadriturbo | W16 8 litri quadriturbo |
Potenza | 560 CV(GT) 611 CV (SS) | 1.500 CV |
Coppia | 611 Nm (GT) 650 Nm (SS) | 1.600 Nm |
Trazione | Integrale (GT) Posteriore (SS) | Integrale |
Cambio | Manuale 6 marce | DSG 7 rapporti |
Acc. 0-100 km/h | 3,5" (GT) 3,3" (SS) | 2,4" |
Velocità massima | 342 km/h (GT) 351 km/h (SS) | 420 km/h |
Consumo medio | 14,7 l/100 km | 22,5 l/100 km |
Prezzo | da 450 milioni di lire | da 2,5 milioni di euro |