Non c'è il rischio che un'auto come la Lamborghini Countach non si faccia ricordare, né che un traguardo importante come il 50esimo anniversario dalla sua nascita possa passare inosservato, ma per la Casa di Sant'Agata Bolognese, che ha scelto di dedicarle un bel video commemorativo con protagonista uno dei primi prototipi dal fantastico colore verde, rappresenta qualcosa in più di un modello di successo.

Non si tratta infatti della prima supercar del Toro, titolo che spetta di diritto all'indimenticata Miura, ma a questo modello è riconosciuto il ruolo di apripista dell'era moderna, portatrice di innovazioni stilistiche e tecniche tali da fissare i canoni anche per tutte le generazioni future, destinate a non allontanarsi più da quello schema.

Linee uniche

Al momento della presentazione del primo prototipo, giallo e con fanalerie posticce, al Salone di Ginevra del 1971, la Countach ha fatto scalpore per le linee incredibili. La Casa aveva il compito, proibitivo, di creare l’erede di un’icona come la Miura ed aveva affidato il compito di tracciarne il profilo a Bertone, che a sua volta aveva rimesso tutto in mano a Marcello Gandini, una sicurezza. La forma a cuneo, senza variazioni d'angolo tra parabrezza e musetto, e l’apertura verticale degli sportelli sono tutti elementi destinata a durare nel tempo.

Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990

Un nome pittoresco

Sul battesimo dell'auto circolano molte storie differenti, tutte accomunate però da una certezza: quel "Countach" non è un temine inglese legato a qualcosa di "digitale" o di aeronautico, bensì una banalissima espressione dialettale piemontese, letteralmente "contagio", ma dal significato di "accidenti", da pronunciarsi "countàch", con l'accento sull'ultima vocale.

Non è chiaro chi abbia usato questo nome per primo, se uno degli addetti al progetto o lo stesso Nuccio Bertone. Quel che è certo è che di simili espressioni, senz'altro di meraviglia, è destinata a suscitarne ancora molte e molto a lungo.

Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990

Il tuttodietro che fa scuola

Un design così innovativo, tanto diverso da quello degli altri modelli del Toro, porta con sé anche una meccanica altrettanto nuova dietro, dove si cela un'altra firma prestigiosa, quella dell'ingegner Paolo Stanzani, che sceglie uno schema con motore sempre V12 e sempre dietro l'abitacolo, ma in posizione longitudinale.

Tuttavia tra il suddetto prototipo, presentato con la sigla LP500 a indicare la cilindrata di 5 litri (ben 440 CV la potenza dichiarata), e il modello di produzione sono passati due anni e ci sono stati molti affinamenti soprattutto sottopelle. Per il telaio, inizialmente a pianale, si è adottata la soluzione della struttura tubolare, mentre sotto il cofano si è optato per un 4.0 derivato da quello della Miura e con “soli” 375 CV, soprattutto per questioni di affidabilità e costi.

Lo schema ha previsto ancora il cambio rivolto verso l’abitacolo per accentrare le masse e migliorare il comportamento su strada. Esteticamente invece, oltre a finestrini e fari, sono state modificate le prese d’aria posteriori, inizialmente a lamelle, mentre gli interni sono stati riprogettati.

Lamborghini Countach 1971-1990

Una lunga carriera

La Countach, a cui è toccato un ruolo da protagonista nei listini di Lamborghini fino al 1990 (nell'anno 1981 è stata addirittura l'unica vettura in produzione), ha debuttato quindi come LP400 S con un biglietto da visita che diceva "288 km/h e 0-100 in 5,4 secondi", ma ovviamente era soltanto il primo atto.

Nel 1978 ha lasciato il posto alla LP400S, il cui upgrade è stato per la verità quasi soltanto estetico e mirato a migliorare la guidabilità. Si è distinta per i pneumatici più larghi sottolineati da profili aggiuntivi agli archi passaruota e altre modifiche, tra cui la comparsa come optional dell'alettone posteriore a freccia (in realtà solo decorativo ma gradito a molti clienti), mentre il motore è rimasto lo stesso ed è stato addirittura depotenziato a 355 CV a fine produzione.

Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990

Il primo nuovo passo in avanti è arrivato nel 1982 con la LP5000S, dotata di motore da 4,8 litri con accensione elettronica, potenza riportata a 375 CV ma coppia più robusta, cambio modificato e 290 km/h. La 5000 ha ricevuto le "Quattrovalvole" nel 1985, con un ulteriore aumento di cilindrata a 5,2 litri, superando finalmente i 400 CV e sfiorando i 300 km/h: per l'esattezza, si è passati a 455 CV e 295 km/h, grazie al peso che pur aumentato è rimasto ancora sotto i 1.500 kg, e 0-100 km/h in 4,8 secondi. Nel 1988 le minigonne hanno accolto nuove prese d'aria per i freni posteriori.

Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990
Lamborghini Countach 1971-1990

Celebrazione finale

In realtà, soltanto due concept - la Evoluzione (che ha sperimentato la fibra di carbonio) e il prototipo Turbo - sono riuscite a superare davvero i 300 km/h. I modelli di serie sono arrivati al top con i 298 km/h del cosiddetto "ultimo atto", la 25esimo Anniversario, uscita sempre nel 1988, che è stata anche la prima serie speciale con cui la Casa ha festeggiato un compleanno importante (in questo caso il quarto di secolo dalla fondazione), una tradizione che è continuata con Diablo, Murcielago e Aventador.

La meccanica è sempre quella della Quattrovalvole, ma un ulteriore affinamento aerodinamico l'ha resa più veloce. Con questa, che è uscita di produzione nel 1990, la Countach ha totalizzato 1.999 esemplari complessivamente prodotti in circa 17 anni.

Fotogallery: Lamborghini Countach 1972-1990