Non è raro che i motori delle auto vengano occasionalmente prestati ad altri usi, anzi, non molto tempo fa ci siamo occupati di alcuni casi in cui alcuni potenti propulsori presi dalla strada sono andati a finire nientemeno che negli scafi di imbarcazioni anche molto veloci. Ma se vi dicessimo che ogni tanto anche alcune auto hanno utilizzato motori provenienti da altri mezzi?
Non parliamo di semplici scambi tra modelli di taglie differenti, o di pazzie come quella che ha fatto Nissan trapiantando il powertrain da 600 CV della GTR sulla Juke, ma proprio a motori che arrivano da "un altro mondo", e per i motivi più disparati. Vediamo qualche caso curioso
Tucker Torpedo 1948
L'imponente berlina costruita dall'estroso Preston Tucker subito dopo la seconda guerra mondiale è diventata famosa ala fine degli Anni '80 grazie ad un film di Francis Ford Coppola e con Jeff Bridges nel ruolo del protagonista che ne ha messa in scena l'affascinante storia.
Si trattava di un'auto davvero rivoluzionaria, soprattutto nel campo della sicurezza, con alcuni dispositivi davvero rivoluzionari per l'epoca come l'orientamento del fanale centrale in curva, il parabrezza antisfondamento, le cinture di sicurezza e altro ancora, ma che ha incontrato molti ostacoli in fase di sviluppo e nella produzione, terminata per questioni legali dopo i primi 50 esemplari che sono quasi tutti ancora conservati e marcianti.
Per il motore era stata inizialmente prevista un'unità da quasi 10 litri di cilindrata che doveva girare a un regime molto basso per ridurre la rumorosità, ma lo sviluppo ha dato parecchi problemi. Tucker ha quindi rimediato acquisendo la Franklin, una fabbrica di motori per elicotteri, e adattando il loro 6 cilindri boxer da 5,5 litri, convertito dal raffreddamento ad aria a quello a liquido, che erogava la notevole potenza di 166 CV.



BMW Isetta
La bubble-car che ha risollevato le sorti di BMW nel periodo postbellico era spinta dal monocilindrico delle apprezzate motociclette R25 con 245 cc e 12 CV nella prima versione e poi con un 297 da 13 CV sulla 300. L'Isetta originale, progetto dell'italiana Iso, era invece spinta da motori sempre monocilindrici utilizzati come motorini d'avviamento per aerei.



Dodge Viper
La super-sportiva più famosa degli Anni '90 montava un motore altrettanto famoso che sembrava progettato apposta per un'auto ad alte prestazioni. In realtà, il V10 da 8 litri che la spingeva era nato per equipaggiare i grandi pick-up della famiglia Ram. Per adeguarlo alle esigenze della Viper è stato interpellato il reparto engineering della Lamborghini, che ai tempi era controllata da Chrysler, con il compito di renderlo soprattutto più leggero. La versione messa a punto per la RT/10 aveva infatti blocco e teste in alluminio ed erogava inizialmente ben 400 CV.



Ariel Atom
Poche auto stradali sono riuscite a portare così all'estremo il principio della riduzione del peso: carrozzeria strutturale e massa a vuoto intorno ai 600 kg, cosa che abbinata a motori con elevate potenze specifiche ha originato prestazioni mirabolanti. La versione 500 del 2008, in particolare, montava un V8 da 3 litri e 500 CV progettato internamente ma ricavato unendo due unità 4 cilindri di origine motociclistica, quelli della velocissima Suzuki Hayabusa.



BMW i3
L'ultimo esempio è un po' più particolare per ché non parliamo di un motore di trazione, ma di uno ausiliario, per essere precisi quello che l'elettrica BMW i3 offriva sulla variante REx (Range Extender) come generatore di bordo, e che proveniva dai maxiscooter C 600/650 GT. Si trattava di un bicilindrico da 647 cc e 60 CV con distribuzione bialbero, 4 valvole per cilindro e lubrificazione a carter secco, anche se le prestazioni che doveva garantire erano più legate alla regolarità di funzionamento e al basso consumo. Oggi questa variante è fuori listino.


