“Se tu metti 1 euro di incentivi alla vendita, ne recuperi 1,1. Se ne metti 1 sulla produzione ne recuperi 4”. Sono questi i calcoli che fa Luca De Meo, presidente e amministratore delegato del Gruppo Renault, che in occasione di una visita alla filiale italiana dell’azienda ha rinnovato il suo scetticismo sulle tradizionali politiche di incentivazione del mercato dell’auto.
“Se io dovessi dare un suggerimento ad un capo di governo gli direi di investire in infrastrutture, nella defiscalizzazione per creare ecosistemi produttivi specializzati in tecnologia avanzate che altrimenti non sarebbero competitivi in paesi come la Francia o l’Italia. Bisognerebbe mettere gli investimenti più alto possibile, ma per far questo bisogna avere le capacità”.
Un mercato da sostenere
Queste dichiarazioni arrivano nel giorno in cui il Parlamento italiano ha dato il primo via libera al rifinanziamento dell’Ecobonus (anche per l'usato) e lo stesso De Meo, senza entrare nel merito del provvedimento del nostro Paese, ha precisato che c’è ovviamente l’esigenza di sostenere un mercato che viaggia con un rosso del -25%. Dunque una misura di agevolazione è necessaria per creare la domanda: “io metterei i soldi sulle vetture elettriche e sulle plug in e l’altra cosa che dico un sacco di tempo e che si deve incentivare l’auto usata per far passare chi ha un’auto euro 2-3 a un euro 6. Questo crea un beneficio anche per il mercato del nuovo perché aumentano i valori residui”.
Palla alla politica
Lo sviluppo di incentivi alla mobilità elettrica sotto forma di defiscalizzazione industriale di attività “Green” prende il nome di zone franche verdi ed è di particolare attualità in Francia dove proprio il Gruppo Renault ha proposto al Governo Macron iniziative del genere per rendere economicamente sostenibile la produzione sul territorio transalpino della futura nuova Renault 5 elettrica.
“La palla ora è in mano alla politica” ma secondo De Meo questo modello potrebbe essere replicato con successo anche in Italia. Senza dimenticare l’altra grande priorità: la creazione dell’infrastruttura di ricarica. “Italia e Spagna sono i paesi messi peggio a livello europeo” ha puntualizzato il top manager italiano.