Il 1981 è un anno importante per Maserati: vede il debutto della Biturbo, berlina che riporta il marchio all’attenzione del mercato proponendo un modello prestazionale a prezzi relativamente accessibili. Come si intuisce dal nome a far da protagonista, accanto a un design moderno e finiture lussuose, è la meccanica, in particolare il motore V6 di 90° con doppio turbocompressore, tecnologia ancora inusuale su un’auto di serie all’epoca.
Il motore Biturbo debutta con cilindrate di 2 e 2,5 litri, in realtà varianti rivolte a mercati differenti con la prima specificatamente sviluppata per quello italiano, dove vige una pesante tassazione (Iva al 38%) per vetture oltre i 2.000 cc, mentre l'altra è per tutti gli altri Paesi in cui non ci sono simili limitazioni.
Le prime versioni
Al debutto il motore, che prende la base dall'unità della Merak, ha la distribuzione a singolo asse a camme in testa per bancata e 3 valvole per cilindro (due di aspirazione e una di scarico). La potenza varia dai 180 CV del "piccolo" 2 litri ai 192 per quello da 2,5, ma sale fino a 205 dall'84, quando arriva l'intercooler e nasce il modello Biturbo S.
Purtroppo, in quei primi anni motore e vettura pagano una messa a punto un po' troppo frettolosa che nei primi anni dà vita a guasti piuttosto frequenti dovuti in parte a un raffreddamento poco efficace del sistema di sovralimentazione, con numerosi grippaggi delle turbine e in alcuni casi addirittura sviluppo di incendi.
La Casa corre dunque ai ripari rivedendo il sistema, sostituendo le turbine e introducendo l'iniezione elettronica che debutta dal 1986 facendo guadagnare alla Maserati Biturbo anche ulteriore potenza. Dal 1988 arrivano poi i doppi alberi a camme e 4 valvole per cilindro e la variante 2,5 cresce in cilindrata fino a 2,8 litri.

L'evoluzione
Nel 1992 Maserati abbandona la denominazione Biturbo (nel frattempo affiancata da derivate come la 222 e la Karif) per le vetture e presenta la Ghibli, un’evoluzione che ne eredita comunque il pianale e naturalmente il V6.
Il motore, reso finalmente più affidabile, arriva a potenze considerevoli, fino a 306 CV per il 2.0 e 284 CV per il 2,8 che è soltanto catalizzato. Ma l’aumento di potenza non si ferma, nel 1995 tocca l'apice con l'estrema Ghibli Cup, dotata del solo due litri ma con potenza portata fino a 330 CV che ne fanno per l’epoca il due litri di serie più potente al mondo.

Dopo il passaggio sotto il Gruppo Fiat, che avviene nel '93, il motore 6 cilindri si avvia lentamente a terminare la sua carriera, sostituito nel '98 da un V8 di 3,2 litri (già introdotto sulla Quattroporte IV dal '96) che equipaggia la nuovissima 3200 GT.
Per rivedere un V6 sovralimentato sotto il cofano di una vettura del tridente toccherà aspettare il 2013, anno del debutto delle nuove Ghibli e Quattroporte. Il loro 3.0 V6 di ultima generazione partirà proprio con 330 CV, ossia da dove l'ultimo dei V6 "Biturbo" si era fermato.
Motore | Potenza | Produzione | Modelli |
2.0 V6 3v carburatore | da 180 a 205 CV | 1982-1986 | Biturbo, Biturbo S, 222, 420, 420 S, Spyder |
2.0 V6 3v iniezione | da 187 a 220 CV | 1986-1990 | Biturbo i, Biturbo Si, 4.18v, 420 i, 420 Si, Spyder i |
2.0 V6 4v iniezione | da 245 a 330 CV | 1988-1997 | 2.24v, 2.24v cat, 422, 4.24v, Racing, Ghibli, Ghibli Cup, Spyder III, Spyder III cat |
2.5 V6 3v carb. e iniez. | da 186 a 196 CV | 1983-1991 | Biturbo E, Biturbo ES, Biturbo Si 2500, 425, 425 i |
2.8 V6 3v e 4v iniezione | da 225 a 279 CV | 1988-1994 | 222 E, 222 SE, 222 SE cat, 222.4v, 430, 430 cat, 430 4v, 228, 228 cat, Karif, Karif cat |