Cos'hanno in comune la nuova Mazda2, la nuova Suzuki Across e la nuova Subaru Solterra? Sono tre vetture giapponesi, elettrificate e presentate di recente, ma soprattutto sono tutte e tre, in modo più o meno evidente, basate su modelli Toyota.
Nulla di strano se pensiamo che, soprattutto in Giappone, le alleanze strategiche con scambi di modelli sono una pratica diffusa da moltissimo tempo e lo sono ancor di più oggi, quando sopravvivere da soli su un mercato globalizzato e per di più in piena transizione elettrica diventa ogni giorno più difficile.
Tuttavia, le collaborazioni che Toyota ha avviato negli ultimi anni con i marchi connazionali è qualcosa di più profondo perché include anche operazioni finanziarie e scambi azionari. Magari non finalizzati a future fusioni, una pratica a cui al contrario i giapponesi sembrano refrattari, come hanno dimostrato proprio Suzuki, Subaru e Mazda nei decenni passati, entrando e poi uscendo rispettivamente dall'orbita di GM nei primi due casi (con una parentesi Volkswagen per Suzuki) e Ford nel secondo.
Toyota polo dell'elettrificazione
Questa rete di solide alleanze rafforza il ruolo di riferimento di Toyota non soltanto come primo costruttore al mondo per i volumi, che hanno superato nel difficile 2020 i 9,5 milioni di veicoli, ma anche per le soluzioni elettrificate.
Pioniere dell'ibrido, anche se apparentemente meno tempestivo nella transizione verso l'elettrico puro, il colosso Toyota dispone infatti di piattaforme e tecnologie che si sono rivelate utili ai costruttori più più piccoli, attivi in nicchie o fasce di mercato svantaggiate dai costi come le utilitarie e le city car nel casi specifici di Mazda e di Suzuki.
Costruttori i quali, da soli, faticherebbero a sostenere tutti gli investimenti necessari alla transizione soprattutto in Europa, dove le istituzioni hanno dettato tempi molto stretti e limiti di emissioni che richiedono un'elettrificazione rapida e massiccia.
![[Copertina] - Mazda e Toyota, nasce una nuova alleanza](https://cdn.motor1.com/images/static/16x9-tr.png)
Il patto industriale con Mazda
Se a livello di prodotto i risultati sono diventati evidenti soltanto oggi, con la Mazda2 su base Yaris, la collaborazione tra Toyota e Mazda è stata una delle prime a nascere e ha assunto subito i contorni di una vera e propria alleanza già finalizzata all'elettrico, ma non soltanto. L'annuncio è stato dato nel 2017 come perfezionamento della partnership tecnica avviata due anni prima, ma con una collaborazione più stretta anche finanziaria.
L'accordo è stato sancito da uno scambio di azioni di pari valore, al termine del quale Toyota si è ritrovata proprietaria del 5,05% di Mazda e quest'ultima dello 0,25% di Toyota. Il piano prevedeva anche un'opzione per investimenti congiunti in Nordamerica e anche l'eventuale apertura di uno stabilimento condiviso che tuttavia difficoltà varie, legate anche all'emergenza Covid, hanno portato a rinviare.
Si è invece concretizzata la partnership per la creazione di un polo elettrico dove sviluppare vetture e veicoli commerciali a batteria. Frutto di un secondo accordo stipulato in quello stesso 2017 e a cui ha preso parte anche Denso, di cui Toyota possiede il 25%, il polo è stato fondato a Nakamura, partecipato per il 90% da Toyota e per il 5% da ciascuna delle altre due aziende.
![[Copertina] - Toyota, Mazda e Denso si alleano per l'auto elettrica](https://cdn.motor1.com/images/static/16x9-tr.png)
Insieme a Suzuki per Europa e India
L'asse Toyota-Suzuki è stato ufficializzato nel 2019, incentrato da subito sullo scambio di piattaforme (in realtà modelli completi) con un occhio particolare, oltre che all'Europa, anche all'emergente mercato indiano dove la piccola Casa di Hamamatsu è attiva da molti decenni.
Anche in questo caso, la partnership è arrivata poco dopo la stipula di altri accordi concentrati su collaborazioni commerciali e tecniche, e ha riassunto il tutto trasformandolo in una vera alleanza.
Di questa abbiamo visto in concreto i frutti a partire dal 2019, quando la gamma Suzuki si è arricchita di modelli che sono di fatto Toyota rimarchiate, come Across (RAV4) e Swace (Corolla), e che hanno permesso alla prima di alzare il livello di elettrificazione, in precedenza limitato a soluzioni mild hybrid, introducendo ibridi veri e propri e plug-in.
All'opposto, Toyota ha potuto proporre in India vetture basate su modelli locali di Suzuki e ottenuto la fornitura di motori di piccola cilindrata da utilizzare in Europa, dove come abbiamo accennato l'elettrificazione delle auto dei segmenti inferiori è ostacolata dal problema dei costi e per questo, molti costruttori sono già usciti in massa da quello delle city car.
Anche qui, l'accordo è stato sigillato con l'impegno a investire reciprocamente in quote societarie, in questo caso in modo non proporzionale: Toyota ha infatti investito 96 milioni di yen (oggi pari a 750 milioni di euro circa) in azioni pari al 4,9% del capitale di Suzuki, mentre quest'ultima, con la metà della stessa cifra, è entrata in possesso di una quota dello 0,2% del colosso di Aichi.

Toyota-Subaru, dalle sportive al SUV elettrico
La rete delle alleanze con Suzuki e Mazda si aggiunge a quella che Toyota ha con Subaru e che affonda le sue radici in accordi precedenti relativi a piccole auto che la Casa delle Pleiadi ha sovente acquistato da marchi connazionali (compresa la stessa Suzuki, trasformando ad esempio Swift e Ignis nella sua Justy), per poi passare al progetto condiviso della sportiva compatta GT86/BRZ, giunta oggi alla seconda generazione.

A questo ha fatto seguito l'alleanza per un SUV elettrico di taglia media che ha da poco mostrato i suoi frutti con le presentazioni quasi simultanee di Toyota BZ4x e Subaru Solterra. Non un prestito, ma un progetto nuovamente portato a termine in sinergia per ampliare le economie di scala e ridurre l'investimento necessario a ciascuno dei due partner.


La reciproca partecipazione azionaria qui è addirittura precedente: Toyota è diventata infatti proprietaria già nel 2005 dell'8,7% dell'intera Fuji Heavy Industries, la holding oggi ribattezzata Subaru Corporation in cui marchio automobilistico era ed è soltanto una delle controllate.
La quota è stata portata al 16% appena 3 anni dopo e poi ancora elevata addirittura al 20% nel 2019, con l'avvio del nuovo piano di collaborazione sull'elettrico, quando anche Subaru ha sottoscritto l'acquisto di azioni per circa 80 milioni di Yen (700 milioni di euro) assicurandosi poco meno dello 0,4% di Toyota.