Dei 60 anni che Mary Teresa Barra festeggia il 24 dicembre 2021 oltre due terzi sono stati vissuti in General Motors. Il suo attuale ruolo di presidente e amministratore delegato del colosso di Detroit, che si è affidato a lei in uno dei momenti più delicati della storia (sua e dell'automobile in generale) non è però un premio alla carriera, almeno in senso stretto.

Prima di essere eletta alla presidenza del consiglio di amministrazione di GM nel 2016, due anni dopo la nomina a ceo, arrivata nel 2014, la manager di origine finlandese ha infatti ricoperto alcuni dei ruoli più importanti della gestione delle aree sviluppo prodotto, costruendosi una visione del futuro che oggi è quella dell'intera azienda.

In principio fu la Pontiac

L'appartenenza a General Motors è un po' un'eredità di famiglia: prima di lei, suo padre Ray Makela, immigrato di seconda generazione, ha lavorato come operaio in uno degli stabilimenti dell'ormai scomparso marchio Pontiac. Lo stesso brand con cui Mary ha iniziato, ad appena 19 anni, da studentessa del General Motors Institute, a fare le prime esperienze in fabbrica come addetta al controllo qualità carrozzerie.

Durante gli studi in quella che oggi è stata ribattezzata Kettering University ha conosciuto il suo futuro marito, il consulente Tony Barra. E nel 1985 ha conseguito la laurea in ingegneria dei sistemi elettrici, seguita da un master in Business administration a Stanford.

Il passaggio di consegne tra il ceo uscente Dan Akerson e Mary Barra nel 2014
Il passaggio di consegne tra il ceo uscente Dan Akerson e Mary Barra nel gennaio 2014

La scalata

Il suo iter professionale l'ha portata a ricoprire diversi ruoli di crescente importanza: dalla direzione dello stabilimento produttivo di Hamtramck, lo stesso dove dove oggi è prodotto il primo pick-up elettrico GMC Hummer EV, alla vicepresidenza del reparto ingegneria e di quello delle risorse umane dell'intero Gruppo GM.

Nel 2011 è approdata alla vicepresidenza del settore sviluppo prodotti e 2 anni dopo alla poltrona di vicepresidente esecutivo con responsabilità per sviluppo, qualità, acquisti e catene di approvvigionamento. Un periodo che ha fatto da trampolino verso le posizioni di vertice del gigante automobilistico americano, durante il quale ha lavorato al difficile programma di razionalizzazione delle piattaforme condivise tra i molti marchi controllati da GM.

Mary Barra al Meeting annuale 2014
Mary Barra al Meeting annuale 2014

Strada in salita

Durante questo percorso, Mary Barra ha affinato la sua visione sul futuro della mobilità, orientata all'evoluzione dei servizi e della user experience, oggi obiettivo della maggior parte dei costruttori che puntano a diventare fornitori di mobilità, e al consolidamento della produzione di veicoli all'avanguardia.

Il tutto con una forte spinta verso i SUV e l'elettrico, intrapresa dal 2017 con il lancio della Bolt, la prima vettura a batteria di fascia abbordabile con autonomia superiore ai 300 km venduta negli Usa.

La strada non è stata priva di momenti bui: nel corso del suo primo anno di presidenza ha deliberato una una massiccia campagna di richiamo da 2 milioni e mezzo di auto per un difetto ai sistemi di avviamento che l'ha costretta a comparire di fronte al senato degli Stati Uniti per riferire sulle responsabilità degli stessi difetti, a cui sono stati attribuiti svariati incidenti anche mortali.

La conferenza stampa indetta per la campagna di richiamo del 2017
La conferenza stampa indetta per la campagna di richiamo del 2017

Nel 2018 è invece stata direttamente al centro di una polemica mossa dall'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per la decisione di chiudere ben 5 stabilimenti nordamericani provocando il licenziamento di 14.000 operai.

Sotto la sua guida, l'azienda ha affrontato un importante ridimensionamento, culminato con il taglio delle attività e dei rami d'azienda considerati meno redditizi, la cessione di Opel e Vauxhall a PSA e la chiusura di ulteriori brand come l'australiana Holden. Barra ha anche respinto nuove ipotesi di alleanza con FCA e abbandonato mercati come quello russo e quello indiano per concentrarsi su quelli di Usa e Cina.

La conferenza stampa con gli azionisiti del 2019
La conferenza stampa con gli azionisiti del 2019

Il grande sogno

L'orizzonte a cui guarda la GM di Mary Barra è la creazione di un ecosistema di trasporto che punti al perfetto equilibrio ambientale e della sicurezza, con zero emissioni e zero incidenti, e faccia risparmiare tempo, considerato uno dei beni più importanti da tutelare.

Quanto al suo, di tempo, si direbbe invece assorbito ben oltre le umane possibilità: al ruolo di vertice in GM infatti si aggiungono quello di presidente dell'Inclusion Advisory Board di GM, l'organo in difesa delle minoranze, e del Consiglio di Amministrazione della Business Roundtable in cui guida anche il comitato per l'istruzione e la forza lavoro e il sottocomitato del consiglio per l'equità e la giustizia razziali.

Inoltre, occupa posti di rilievo anche al di fuori di General Motors, nei CdA della Duke University, del Detroit Economic Club e anche della Walt Disney Company.

Mary Barra nel 2021
Mary Barra nel 2021

Sulla cresta dell'onda

Da oltre 10 anni, Mary Barra è una figura di spicco tale da aver conquistato in diverse occasioni le copertine di importanti magazine come Forbes, Fortune e non ultimo il Time, che l'ha eletta per la prima volta "Donna più potente al mondo" nel 2014, poco dopo la nomina alla presidenza di GM, facendola entrare a pieno titolo nella "Top 100" mondiale delle persone più influenti.

Alla fine del 2017, quando grazie ai tagli e alle nuove politiche ha aumentato la redditività del gruppo, facendo crescere il suo valore in borsa del 25%, Mary Barra è risultata anche la manager con il compenso più alto tra tutti quelli in forze ai tre colossi di Detroit (GM, Ford e Chrysler), stimato in un totale di oltre 21 milioni di dollari.

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