Ci sono motori che con il tempo sono diventati famosi per le loro performance, per la loro lunga carriera e per la loro affidabilità. E poi ce ne sono altri che, nonostante siano stati usati per pochi modelli e periodi relativamente brevi, sono diventati famosi grazie ad architetture particolari e soluzioni tecniche interessanti.

Tra questi c’è il 6 cilindri a V di 90° realizzato a fine Anni ‘60 sotto la supervisione dell’ingegnere Maserati Giulio Alfieri, caratterizzato da cilindrate di 2,7 e 3,0 litri e potenze comprese tra i 170 e i 190 CV e utilizzato su appena due vetture: la Citroen SM e la Maserati Merak.

Un po’ di storia 

A fine anni ‘50, quindi poco dopo il lancio della DS arrivata nel 1955, Citroen decise di avviare il progetto S (Sport) per lo sviluppo di una vettura GT dall’indole puramente sportiva. Tuttavia, dopo diversi anni di test su strada e pista per valutare la miglior scelta dal punto di vista della meccanica e del design, la Casa del Double Chevron non aveva ancora individuato il motore ideale per il nuovo modello.

La svolta arrivò nel marzo del 1968, quando Citroen acquisì il pacchetto di maggioranza di Maserati. La Casa italiana, infatti, disponeva già di numerosi motori ad alte prestazioni ma soprattutto era famosa a livello globale per il suo know-how tecnico e meccanico. Un patrimonio che vertici di Citroen decisero di sfruttare commissionando a Maserati lo sviluppo di un motore ad alte prestazioni di potenza superiore ai 150 CV.

Il progetto aveva tempi stretti, appena 6 mesi, ma il direttore tecnico della Casa italiana, Giulio Alfieri, non si fece intimorire e in poche settimane presentò un V8 da 3 litri derivato dal 4.2 della Maserati Indy. Purtroppo il propulsore superava i 16 CV fiscali e fu bocciato. Alfieri allora si rimise al lavoro con il suo team e in soli due mesi ideò il motore C114, un V6 di 90° da 2,7 litri che brillava per dimensioni compatte e leggerezza (140 kg).       

Un po’ di tecnica

L'angolo insolito rispetto ai consueti 60° dei V6 era dettato proprio dai tempi stretti e dalla necessità di derivarlo dal precedente V8. La cilindrata era di 2.670 cc, la potenza massima era di 170 CV a 5.500 giri/min raggiunti grazie ai 3 carburatori doppio corpo Weber 42DCNF e a una distribuzione con doppio albero a camme per ogni bancata anche se le valvole rimanevano 2 per cilindro.

Fotogallery: Citroen SM

La prima versione del motore, siglata C114/1, andò ad equipaggiare la Citroen SM (Sport Maserati) abbinato a una trasmissione manuale a 5 marce o, per gli Usa, un cambio automatico a 3 rapportiGrazie a un design dalle linee affusolate e un peso a vuoto di soli 1.450 kg, la SM era in grado di raggiungere una velocità massima di 220 km/h. 

Le evoluzioni e la Merak

Nel 1972, appena 2 anni dopo il lancio, Citroen propose un'interessante evoluzione del motore 2.7, che fu dotato di iniezione elettronica Bosch D-Jetronic. La potenza crebbe appena di 8 CV, ma il consumo migliorò sensibilmente rispetto a quello degli ingordi carburatori. 

Pochi mesi dopo, Maserati presentò al Salone dell’Automobile di Parigi ancora del 1972 la Merak, una coupé a motore posteriore centrale derivata dalla Bora ma che, diversamente da questa, montava al posto del V8 una versione evoluta del V6 di 90°, recuperando spazio anche per altri 2 posti di fortuna.

Maserati Merak, la V6
Maserati Merak, la V6 "tuttodietro" prima della MC20

Questo motore aveva la cilindrata portata a 3 litri, alesaggio di 91,6 mm, corsa di 75 mm e rapporto di compressione di 8,75:1. La potenza massima era di 190 CV a 6.000 giri/min e consentiva alla Merak di raggiungere i 240 km/h.

Dal 1973, questa evoluzione fu proposta anche sulla Citroen SM con potenza regolata a 180 CV, inizialmente nel solo abbinamento al cambio automatico e poi, sul solo mercato Usa, anche con il manuale.

Va sottolineato che questa variante del C114, note come C114/11, conservò l'originale alimentazione a carburatori e non fu dotato, come il 2,7 (prodotto fino al '75) della più efficiente iniezione elettronica.

Per via di questo, della crisi petrolifera e altri problemi che avevano già messo in crisi il modello, la SM iniziò il suo definitivo declino terminato con l'uscita di scena nel 1975. La sportiva del Tridente rimase invece in produzione fino al 1983, totalizzando oltre 1.800 unità di cui 200 con una versione del V6 ridotta a 2 litri per ragioni fiscali e venduta unicamente in Italia. Da questa si prese spunto per sviluppare il motore della Maserati Biturbo.

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