La dinamica di guida eccellente, il design leggero e il famoso motore Wankel: sono queste le tre caratteristiche fondamentali che hanno portato al successo la Mazda RX-7, la coupé sportiva prodotta in tre generazioni dalla Casa di Hiroshima dal 1978 al 2002.

Sostituita soltanto nel 2003 dalla RX-8, la RX-7 è stata una delle prime sportive Mazda prodotta in grande serie ed è diventata nel corso della sua storia il modello più venduto tra quelli equipaggiati con il motore rotativo (oltre 800.000 unità), contribuendo alla reputazione di cui la Casa gode tra gli intenditori.

L’inizio di una storia di successi

A metà degli Anni ‘70 la crisi petrolifera e il conseguente aumento dei prezzi del carburante mise a dura prova il mercato automobilistico e molti costruttori di vetture decisero di abbandonare l’utilizzo di motori che, nonostante le loro performance, erano troppo assetati e consumavano troppo. 

Tra questi c’era anche il Wankel e, proprio per questo motivo, Mazda decise di smettere di offrire questo tipo di propulsore sulla maggior parte dei suoi modelli. Una scelta obbligata che rischiava di porre fine ad una delle soluzioni tecniche più geniali e inedite mai sviluppate.    

Motore Wankel

Per evitare di far morire una delle sue pietre miliari, il Capo del dipartimento di Ricerca e Sviluppo, Kenichi Yamamoto, si mise al lavoro per modificare il motore 12A esistente in modo da ridurre il consumo di carburante. Il risultato fu un motore rotativo più piccolo, leggero, prestazionale e allo stesso tempo efficiente: un propulsore che richiedeva a gran voce lo sviluppo di un modello sportivo ad hoc.

La nascita di un mito  

Fu così che qualche anno più tardi, più precisamente nel 1978, arrivò sul mercato giapponese (nel 1979 in Europa) la prima generazione di RX-7 (SA22C/FB), una coupé elegante a due posti caratterizzata da un frontale a forma di cuneo, da gruppi ottici a scomparsa, da un portellone in vetro molto inclinato e di grandi dimensioni. 

Mazda RX-7 1980

Con un peso a vuoto poco superiore alla tonnellata distribuito quasi perfettamente tra avantreno e retrotreno, la Mazda RX-7 offriva performance dinamiche incredibili che venivano evidenziate dal motore Wankel. Posizionato in basso, il motore a doppio rotore (sigla 12A) da 1,2 litri e 100 CV di potenza massima, consentiva di abbassare il baricentro della vettura. 

Posteriore Mazda RX-7 1980

Dopo un leggero restyling nel 1981, che vide l’introduzione di un nuovo cambio a 5 rapporti al posto del precedente a 4 rapporti, nel 1984 venne lanciata sul mercato la versione GSL-SE, che fu equipaggiata con un’evoluzione del Wankel (sigla 13B) da 1,3 litri e 135 CV, freni a disco anteriori e posteriori e un differenziale a slittamento limitato.

Fino a 200 CV

Introdotta nel 1985, la seconda generazione di Mazda RX-7 (sigla FC) era più grande e più pesante della serie FB e prendeva spunto nel design da modelli come la Porsche 944 e la Dodge Daytona. A livello tecnico introduceva interessanti novità, come il DTSS (Dynamic Tracking Suspension System), il servosterzo elettrico e la sovralimentazione tramite turbocompressore, che si combinava perfettamente con il funzionamento del Wankel e con le sue caratteristiche di flusso (lato scarico). 

Mazda RX-7 1989

Il motore rotativo 13B da 1,3 litri fu offerto in un primo momento in una versione aspirata da 150 CV per poi essere affiancato e, infine, sostituito da varianti sovralimentate da 180 e 200 CV. Il modello più performante della seconda generazione di RX-7 era in grado di scattare da 0 a 100 km/h in 6 secondi e di raggiungere una velocità massima di 240 km/h. 

La versione bi-turbo

Nel 1992 Mazda lanciò sul mercato la terza e ultima generazione di RX-7, anche conosciuta con la sigla FD3S. Un modello estremamente sportivo equipaggiato con il Wankel 13B REW che, grazie a un rapporto di compressione di 9:1 e a due turbocompressori Hitachi HT12 di uguali dimensioni in serie, era in grado di erogare una potenza di 239 CV.

Motore Mazda RX-7 1992

Il motore, dotato di un sistema di alimentazione con doppio iniettore per rotore, inviava la coppia alle ruote posteriori tramite una trasmissione manuale a 5 marce sincronizzate e a un differenziale di tipo Torsen.

Vista posteriore Mazda RX-7 1992

Con un peso di soli 1.280 kg, la Mazda RX-7 scattava da 0 a 100 km/h in soli 5,3 secondi e raggiungeva una velocità massima di 250 km/h. Prodotta fino al 2002, questa terza generazione uscì però dai listini di molti mercati europei già nel 1996 a causa delle normative sulle emissioni.

I successi nel motorsport

Oltre all'enorme successo di mercato, la Mazda RX-7 è riuscita a ritagliarsi un importante spazio anche nelle competizioni sportive. Nel 1979 due esemplari della versione da corsa della coupé giapponese sono arrivati in prima e seconda posizione alla 24 Ore di Daytona. 

A questa si sono aggiunte, negli anni, la vittoria alla 24 Ore di Spa del 1981, al British Saloon Car Championship nel 1980 e nel 1981 e in oltre 100 gare IMSA negli Stati Uniti.