Quando a metà Anni '70 Porsche ha lanciato la 924 per sostituire la già discussa 914, molti puristi hanno alzato gli occhi al cielo: ancora una volta, c'era troppa condivisione di componenti con Volkswagen, unita a un motore anteriore con soli 4 cilindri e a un design lontano dalla "muscolosità" tipica dei modelli di Stoccarda. Elementi che insieme non hanno permesso al modello di superare le diffidenze e fare breccia nel cuore degli appassionati.

Per tutta risposta, pur senza cambiare idea su impostazione e motore, la Casa ha adottato una serie di contromisure per renderla più degna e desiderabile, ricerca che in realtà ha portato alla nascita di un secondo modello, la 944, presentata nel settembre del 1981 al Salone dell'Auto di Francoforte.

Esordio sotto mentite spoglie

Realizzata partendo proprio dalla 924, che però avrebbe dapprima affiancato nei listini sostituendola del tutto soltanto nel 1985, la nuova sportiva ne evolveva le linee e i contenuti, puntando su forme più decise e su un motore di nuova progettazione stavolta rigorosamente "Made in Porsche", così da provare a soddisfare anche i palati raffinati dei clienti più fedeli.

Per mettere a punto come si deve l'unità da 2,5 litri, qualche mese prima del debutto a Francoforte, mentre i designer lavoravano ancora sulla definizione delle linee della carrozzeria, la dirigenza ha pensato bene di montarne una variante sovralimentata sotto il cofano di una 924 da competizione iscritta alla 24 Ore di Le Mans e affidata alle sapienti mani di Walter Röhrl e Jürgen Barth.

L'auto e il suo motore si sono comportati egregiamente, tanto che i due piloti sono riusciti a concludere la gara in 7ª posizione e Porsche ha avuto le conferme che cercava per la messa in produzione del modello, avvenuta pochi mesi dopo la presentazione.

Tre versioni

La 944 ha dunque messo le ruote su strada nei primissimi mesi del 1982. Il suo 4 cilindri, nella versione aspirata di serie, sviluppava una potenza di 163 CV con le specifiche per il mercato europeo, dove era venduto senza catalizzatore, mentre le varianti catalizzate per gli Usa e il Giappone perdevano circa 10 CV.

Il pubblico stavolta ha apprezzato, tanto che 3 anni dopo il lancio in Porsche si è deciso di alzare ulteriormente l'asticella delle prestazioni e dell'esclusività lanciando la versione Turbo, con cui la potenza massima è balzata a 220 CV. Nel 1987 è poi arrivata la S, con il 2.5 aspirato potenziato però a 190 CV, che riempiva il vuoto tra le altre due versioni. La gamma della 944 si poteva così dire completa, anche se negli anni successivi non sono mancate altre piccole novità.

Tra queste, nel 1988 va ricordato il debuttò della Turbo S , che elevava la potenza del propulsore a 250 CV, mentre l'anno successivo è arrivata la variante Cabriolet insieme a un leggero restyling a seguito del quale le unità aspirate sono state rimpiazzate in blocco da un'unica motorizzazione siglata S2, con cilindrata portata a 3 litri e 211 CV di potenza.

Meccanica raffinata

Nonostante nemmeno alla 944 sia mai stato concesso l'onore di essere spinta da un motore 6 cilindri, frazionamento riservato alla 911, la sportiva tedesca ha comunque portato su strada alcune raffinatezze tecniche. Su tutte, il cambio transaxle, montato cioè al fondo dell’albero di trasmissione, insieme al differenziale, per migliorare la distribuzione dei pesi.

Di tutto rispetto poi, le prestazioni. La più veloce di tutte era ovviamente la Turbo S, capace di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 6 secondi e di raggiungere una velocità massima di ben 260 km/h, tuttavia a detta di molti la migliore in termini di sensazioni alla guida è stata la S2, che offriva una potenza non lontana da quella della Turbo, ma era più pronta nella risposta al gas e più lineare nell'erogazione.

Porsche 944 1982-1991

Elegante e sportiva "quasi" come una 911

A livello estetico, la Porsche 944 rappresentava la naturale evoluzione della 924. Le forme e le proporzioni erano simili, ma grazie ad alcuni piccoli espedienti estetici come i passaruota più bombati, è riuscita a convincere anche i clienti Porsche più fedeli ed esigenti che avevano snobbato la 924 per l'aspetto troppo ordinario. I cerchi erano da 15 pollici, da 16 per S e Turbo, e sul posteriore era presente un piccolo spoiler che sulla versione sovralimentata era realizzato in gomma.

Gli interni, come da tradizione Porsche, rappresentavano il giusto mix tra comfort e sportività. La configurazione 2+2 assicurava spazio a sufficienza e anche l'insonorizzazione era di buon livello. I sedili anteriori, poi, offrivano il giusto contenimento del corpo nella guida più "aggressiva" senza per questo risultare troppo rigidi nelle trasferte più lunghe.

Porsche 944 1982-1991

Sempre più ricercata

Uscita dai listini nel 1991, nel corso della sua carriera la Porsche 944 è stata prodotta in più di 160.000 esemplari, 25.000 dei quali in versione Turbo. A inizio 1992 avrebbe dovuto debuttare la terza serie o S3, oggetto di un profondo restyling, a cui però la Casa ha scelto di dare un'identità propria ribattezzandola 968.

Pur non avendo mai goduto della fama della sorella 911, la 944 è comunque stata in grado di ritagliarsi un ruolo di una certa importanza nel panorama automobilistico di fine Anni '80. Oggi la Porsche 944 è un modello ancora molto ricercato, con quotazioni che, nel caso delle prime serie, sono passate in pochi anni da 10.000 a oltre 17.000 euro per veicoli ben conservati, mentre quelli perfettamente mantenuti non scendono sotto i 25.000 euro.

Ben quotate le meno numerose Cabriolet S2 e Turbo, che partono da 25-30.000 euro e arrivano a 45.000 euro, sebbene la clientela più sportiva tenda a preferire le coupé. Cifre a cui si avvicinano soltanto le più ambite Turbo S prima serie, che spuntano valutazioni analoghe.

 

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