Nel futuro della mobilità c'è l'elettrico, ma il motore termico non ha proprio i giorni contati (pensiamo allo stop del 2030) perché si stanno mettendo a punto soluzioni per renderlo più efficiente e green. Gli ultimi ad unire le forze per allungare la vita ai propulsori a combustione interna sono Subaru, Suzuki, Toyata e Dahiatsu che hanno fondato un consorzio di ricerca per la produzione di e-fuel e biocarburanti.
Il piano
I quattro costruttori nipponici lo scorso primo luglio hanno costituito un'associazione insieme ad ENEOS Corporation e Toyota Tsusho Corporation: l'obiettivo è l'ottimizzazione dei processi di produzione del carburante, per renderlo meno inquinante e più efficace a livello di consumi. L'associazione promuoverà la ricerca tecnologica sull'uso delle biomasse e la produzione di bioetanolo attraverso la circolazione di idrogeno, ossigeno e CO2.
Nei piani della Research Association of Biomass Innovation for Next Generation Automotive Fuels c'è anche la missione di "catturare" le grandi quantità di ossigeno e CO2 generate dalla produzione di ossigeno e anidrite carbonica e soprattutto lo studio di metodi di coltivazione ottimizzati per le materie prime necessarie alla produzione di bioetanolo. Il consorzio si occuperà anche della progettazione, installazione e gestione degli impianti di produzione di bioetanolo.
La sfida a Volkswagen
I colossi giapponesi lanciano la sfida al gruppo tedesco che già da tempo è impegnato nella corsa ai carburanti di nuova generazione. Porsche ha infatti recentemente investito 75 milioni di dollari in HIF GLobal LLC, azienda cilena che sviluppa impianti di produzione di e-fuel.
Da tempo ormai la Casa di Stoccarda utilizza i biocarburanti nel motorsport, e il gruppo ha ipotizzato l'uso di e-fuel come potenziale punto di svolta per mantenere in gamma i motori endotermici in marchi come Lamborghini e Ducati.