Il futuro è elettrico: da qui non si scappa. L’Europa - e non solo - ha avviato una politica di decarbonizzazione dell’intera attività umana che, per quanto riguarda i trasporti, punta tutto (o quasi) sui veicoli a batteria.

L’Unione Energie per la Mobilità (Unem) si chiede però se la strada intrapresa sia efficiente e se, attraverso soluzioni alternative, non si possano raggiungere ugualmente gli obiettivi fissati dall’Unione Europea con il programma Fit for 55. Lo fa presentando una nuova piattaforma digitale che permette di confrontare le emissioni di CO2 di auto dotate di diverse alimentazioni.

Biocarburanti ed e-fuel addio?

Il punto di partenza del lavoro della Unem è semplice: “con il pacchetto Fit for 55 l’Unione indica un percorso ‘obbligato’ che decreta la fine dei motori endotermici a esclusivo beneficio di fatto, della trazione elettrica, escludendo alternative già disponibili, tra cui i biocarburanti e, più in generale, i low carbon fuels (LCF)”.

La scelta, che quando è stata presa si focalizzava principalmente sulle emissioni allo scarico dei mezzi di trasporto, è però stata parzialmente rivista grazie agli ultimi interventi di Parlamento e Consiglio Europeo, che stanno spingendo sull’adozione di un metodo di valutazione che tenga conto dell’interno Life Cycle Assessment (LCA) di una vettura. Dando quindi peso anche alle fasi di produzione e allo smaltimento. Da qui, secondo l’Unem, si potrebbero aprire nuove prospettive.

I carburanti sintetici e-fuels

Obiettivo comune: le zero emissioni

A detta dei rappresentanti dell’associazione, lo scenario analizzato con il nuovo strumento di valutazione non è antitetico a quello che porterà all’elettrificazione del comparto trasporti, perché mira allo stesso obiettivo ultimo: la neutralità carbonica. Illustra, piuttosto, una via alternativa per raggiungerla.

“La tutela ambientale è assolutamente necessaria, ma se a questa non affianchiamo contemporaneamente la sostenibilità economico-sociale e, quindi, la sicurezza energetica. I risultati sono quelli che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi”, ha sottolineato il presidente della Unem, Claudio Spinaci.

Quanto deve crescere l’auto elettrica

Il lavoro presentato dall’Unem si basa su una valutazione di massima: per centrare gli obiettivi fissati dal Fit for 55, nel 2030 ci dovranno essere in Italia più di 6 milioni di auto elettriche in circolazione. Un numero che, sempre a detta di Unem, sembra difficilmente raggiungibile, considerati gli attuali ritmi di crescita del comparto.

Peugeot e-208 elettrica 2022

“Si deve notare come (in Italia, ndr) al 2030 dovranno circolare 6,2 milioni di auto elettriche a fronte di poco meno di 40.000 immatricolate nei primi 10 mesi del 2022 - ha aggiunto Gianni Murano, presidente Esso Italiana e chairman Gruppo strategico carburanti alternativi ed energie per la mobilità di Unem -. Ferme restando queste tendenze, sarebbe quindi necessario che per i prossimi 7 anni l’80% di tutte le nuove immatricolazioni fossero elettriche per arrivare agli obiettivi indicati”.

Allora, si può ipotizzare una penetrazione del mercato dei veicoli elettrificati più verosimile e valutare l’impatto sull’ambiente di un parco circolante più variegato, in cui oltre ai veicoli elettrici e ibridi plug-in continueranno a circolare anche mezzi termici alimentati da carburanti di nuova generazione.

Scelte diverse, stesso risultato?

La piattaforma digitale presentata da Unem, come detto, è stata realizzata per misurare e confrontare in modo interattivo le emissioni di gas serra nel ciclo di vita delle autovetture in base a diversi parametri:

  • powertrains
  • carburanti utilizzati
  • profilo di guida
  • intensità carbonica nella produzione di elettricità o di carburanti
  • condizioni ambientali
Zeekr 001 è l'auto elettrica più veloce in drift

I parametri, inseriti nel modello interattivo sono modulabili in funzione del confronto scelto e derivano da dati pregressi: analisi specifiche e letteratura prevalente in materia.

Spinaci ha commentato: “Il nuovo strumento di calcolo elaborato dal Concawe in collaborazione con Ifpen permette di valutare le emissioni sul ciclo di vita (LCA) di diverse combinazioni veicoli-fuels e compararle con la valutazione di quelle solo allo scarico. Ciò che emerge è che con un approccio LCA, all’aumentare della quota di componente bio/rinnovabile dei LCF, cresce il vantaggio delle HEV e delle PHEV rispetto alle BEV”.

“I risultati sono sorprendenti – ha concluso Spinaci -: mostrano come, di fatto, è il metodo di calcolo a indirizzare oggi le scelte tecnologiche della Ue e non come dovrebbe essere gli obiettivi ambientali”

La piattaforma digitale Unem

Alimentazioni a confronto

Scendiamo sul campo degli esempi concreti. Con la piattaforma Unem sono state confrontate le emissioni di CO2 dell’intero ciclo di vita di vetture elettriche al 100% (BEV) con quello di auto ibride plug-in (PHEV) e full-hybrid (HEV) che sfruttino diversi tipi di carburante per alimentare il motore termico. Nello specifico:

  • gasolio B7 (quello che troviamo oggi in vendita al distributore, con il 7% di componente bio)
  • biocarburante avanzato derivato da materiali di scarto di origine organica, utilizzabile in purezza (HVO)
  • carburante sintetico derivato dalla combinazione di idrogeno rinnovabile e CO2 (e-fuel)
  • e-fuel e zero intensità carbonica per produzione di energia elettrica

Così facendo si scopre che un’auto elettrica, che non ha emissioni allo scarico, impatta comunque sull’ambiente sia per i metodi con cui è costruita (che includono anche quelli per la realizzazione della batteria) sia perché necessita di elettricità che, al giorno d’oggi, è prodotta solo parzialmente da fonti rinnovabili.

La piattaforma digitale Unem

Invece, un’auto ibrida o ibrida plug-in, sì, durante l’uso quotidiano, ma ha un impatto sull’ambiente minore sia in fase di costruzione sia per la minor quantità di energia di cui ha bisogno per muoversi. Mantenendo dei parametri standard nella piattaforma interattiva (che trovate a questo link), queste sono le valutazioni Unem:

  • BEV (g/km di CO2 equivalente): 162
  • HEV (g/km di CO2 equivalente): 231 (con B7 o E10); 64 (con e-Diesel); 60 (con e-gasoline); 102 (con HVO)
  • PHEV (g/km di CO2 equivalente): 179 (con B7 o E10); 127 (con e-Diesel o e-gasoline); 139 (con HVO)

Se il modello di Unem dovesse davvero funzionare (scatenando sicuramente delle discussioni), resterebbe solo da chiedersi se, e quando, il costo di biocarburanti ed e-fuel dovesse dimostrarsi veramente conveniente per i consumatori.

Fotogallery: La piattaforma digitale Unem