"Fate presto" titolava anni fa il principale quotidiano economico italiano. Era il 2011 e la crisi stritolava i mercati. Ora, 11 anni dopo, il "Fate presto" potrebbe risuonare nuovamente. Proveniente dagli automobilisti italiani e indirizzato al Governo che, non senza critiche e problemi, ha varato la Legge finanziaria 2023. Sul filo di lana, giusto in tempo per evitare lo spettro dell'esercizio provvisorio. C'è un po' di tutto e anche il mondo dell'auto viene toccato. 

Le multe non aumenteranno mentre i prezzi per i seggiolini auto addirittura scenderanno. Merito dell'IVA che passerà dal 22 al 5%. Buone notizie per gli automobilisti italiani. Sui quali però incombe una scadenza preoccupante: quella relativa al taglio delle accise su benzina e diesel.

Basta un decreto

Ora, che il prolungamento potesse finire nella Manovra era impensabile. Difficile infatti che il Governo decida di impegnarsi per un anno (la Legge di Bilancio contiene capitoli di spesa annuali) a rinunciare a un gettito fiscale come quello proveniente da benzina e diesel. Quindi?

Quindi basterebbe un decreto, come quelli che tra Governo Draghi e Meloni hanno sancito (con differenze nell'importo) il taglio alle accise. Ma di questo decreto non c'è nemmeno l'ombra. Nemmeno un'indiscrezione detta sottovoce da un qualche portaborse. Mancano appena 2 giorni al 31 dicembre, ultimo giorno di validità del taglio. Dal primo gennaio 2023 i 18 centesimi al litro di sconto svaniranno e si tornerà a pagare il prezzo pieno.

Certo, l'esecutivo potrebbe ascoltare il "Fate presto" degli automobilisti, ma l'obbligo di assecondare - legittime - speranze di vedersi scontare nuovamente i carburanti non c'è. Anche perché la spesa pubblica sulle accise fa conto.

Benzina e diesel, i prezzi

La buona notizia è che i prezzi, secondo quanto riportato da Quotidiano Energia, continuano a scendere. Le ultime rilevazioni (al 28 dicembre) riportano infatti prezzi medi tra i più bassi degli ultimi tempi. Ecco la tabella.

Tipo rifornimento Benzina (€/litro) Diesel (€/litro)
Self service 1,628 1,693
Servito 1,779 1,880

Merito anche delle quotazioni del petrolio in discesa (Brent 81,99 dollari al barile, WTI a 77,64) e per ora l'embargo al greggio russo (in vigore dal 5 dicembre) pare non aver avuto impatti negativi sul mercato internazionale. La situazione però è decisamente fluida e - come abbiamo visto negli ultimi tempi - può cambiare da un momento all'altro. Cosa succederà nel 2023?