In mezzo a caos, proteste e bagarre politiche scatenati dalla nuova crescita dei prezzi di benzina e diesel, si rincorrono voci e ipotesi per trovare una soluzione al caro carburanti e mettere tutti d’accordo: dal Governo – in difficoltà nel reperire le risorse contro l’inflazione – agli automobilisti, passando per i benzinai.

Al momento, sono soprattutto tre le idee sui tavoli. Le prime due girano fra le stanze dei bottoni e riguardano una retromarcia dell’esecutivo e alcuni ritocchi ai piani alti o ai poteri del cosiddetto “Mister Prezzi”; l’altra è quella di riprendere il meccanismo dell’accisa mobile. Vediamo con ordine.

Dietrofront in vista?

È la Repubblica di oggi a parlare di un possibile passo indietro del Governo, decisissimo finora nel cancellare lo sconto di 18,3 centesimi/litro sui rifornimenti di benzina e diesel, in vigore dal 1° al 31 dicembre per sostituire il precedente (e più generoso) taglio di 30,5 centesimi/litro. Una misura che, a detto del ministro Matteo Salvini, costa oltre 1 miliardo di euro al mese.

Man refuelling car at petrol station

Fare il pieno costa sempre di più

Il quotidiano non specifica però gli interventi in mente a Palazzo Chigi. Probabile che dell’argomento se ne parli già durante il Consiglio dei ministri (Cdm) di oggi, in scena dopo un incontro fra la premier Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti con i vertici della Guardia di Finanza (Gdf), nella persona del generale Giuseppe Zafarana.

L’obiettivo è di evitare eventuali speculazioni lungo la filiera dei carburanti, come denunciato nei giorni scorsi dagli stessi membri dell’esecutivo. L’accusa, però, non sembra proprio corroborata dai dati.

No a speculazioni

A proposito di lotta ai “furbetti”, La Stampa segnala invece che Giorgetti e il collega Adolfo Urso, responsabile delle Imprese e del Made in Italy, starebbero pensando a un cambio di Mr Prezzi, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, nato nel 2007 sotto il Governo Prodi.

Foto - Prezzi carburanti in aumento in autostrada

I rincari in autostrada sono evidentissimi

L’attuale numero 1, Benedetto Mineo, avrebbe quindi i giorni contati, a causa della “incapacità – come scrive il giornale – di fermare l’aumento”, anche se per colpe non personali. Mineo finirebbe all’Agenzia delle Dogane, mentre il suo successore verrebbe nominato solo in un secondo momento, dopo che Urso avrà fatto una sua informativa e incontrato venerdì le associazioni dei consumatori per raccogliere le loro proposte.

Il nome più gettonato fra i possibili eredi è quello del generale Francesco Paolo Figliuolo, ex commissario straordinario all’emergenza Covid voluto dall’allora premier Mario Draghi. Al posto di Mr Prezzi nascerebbe un commissario per gli aumenti, con più poteri dell’attuale Garante.

Si muove l’Antitrust

Anche l’Antitrust (Agcm) si muove contro il caro carburanti, chiedendo alla Guardia di Finanza di condividere le carte raccolte finora per fare chiarezza su tutta la vicenda. Qui sotto, la nota pubblicata dall’ente:

“Il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate”.

Peugeot e-208, l'auto elettrica della Guardia di Finanza

La Peugeot e-208 della Guardia di Finanza

Taglio variabile

Tornado invece alla sforbiciata delle tasse su benzina e diesel, l’associazione Fegica (Federazione gestori italiani carburanti e affini) rilancia – come nei mesi scorsi – con l’accisa mobile, un meccanismo di riduzione delle accise che si attiva quando aumentano le altre voci dei prezzi carburanti.

“Esiste uno strumento – scrive il presidente Roberto Di Vincenzo –, già adottato con profitto anni fa, definito ‘accisa mobile’ e inserito in una legge dello Stato pienamente vigente (art. 1, commi 290 e seguenti della legge Finanziaria 2008, n. 244/2007) che sembra essere la soluzione più indicata per affrontare il momento contingente.

Si tratta, infatti, di uno strumento altamente flessibile, che esclude tagli draconiani, attualmente poco sostenibili, e che modula il valore dell’accisa in funzione anticiclica all’andamento del mercato, compensando eventuali tensioni al rialzo che producono extra gettiti di Iva non previsti. La legge già c’è ed è sufficiente un semplice decreto ministeriale per renderla operativa”.