Il periodo storico che stiamo attraversando non è dei più facili, ce lo sentiamo raccontare ogni giorno che passa. E non solo dal punto di vista della crisi economica, perché i primi anni Duemila hanno in buona parte segnato le abitudini delle persone, per le quali l"auto è la seconda voce di spesa dopo la casa ed è al centro dei processi di scelta quando si tratta di metter su famiglia. La Dacia Dokker che abbiamo provato nelle strade attorno a Vienna è la terza figlia del nuovo corso Dacia, inaugurato dall"apprezzato SUV Duster (è il secondo SUV più venduto in Italia) e consolidato dall"attenta (al look e ai contenuti) Lodgy. La Dokker rinfresca la formula di multispazio funzionale "sdoganata" soprattutto dalla Renault Kangoo del 1997 - con cui la franco-rumena condivide la piattaforma, evolvendola - e che con un listino di partenza pari a 9.900 euro è un"auto particolarmente adatta a giovani coppie con bambini e in generale a persone che nel proprio tempo libero necessitino di praticità e capacità di carico, con bassi costi di gestione. Per rendere un"idea dei veicoli MPV comparabili alla nuova nata, citiamo per brevità due esempi "nostrani", Fiat Qubo (lunghezza: 3,96 metri) e Doblò (4,39 metri), che rappresentano due architetture di prodotto fra cui la Dokker (4,36 metri) va a posizionarsi per mix di ingombri, spazio e prezzo: in sintesi, per il marchio franco-rumeno il nuovo modello - la cui commercializzazione inizierà a novembre 2012 - ha il miglior rapporto prezzo/spazio della categoria. SGUARDO POLIEDRICO Bello il nuovo frontale inaugurato dalla Lodgy e ora ripreso dalla Dokker: è questo il pensiero che ci accompagna mentre osserviamo la rinnovata calandra, incorniciata da proiettori poliedrici. Il risultato è frutto di un"evoluzione nei processi industriali, che ai tempi della Dacia Logan (nata nel 2004) limitavano al minimo l"utilizzo di stampi per la realizzazione della carrozzeria, per questo composta da superfici e geometrie molto semplici. Sulla Dokker, invece, l’accentuata imbutitura della lamiera del cofano motore, unita ai volumi pronunciati dei passaruota anteriori - che sulla versione entry level si accoppiano a un paraurti non in tinta con la carrozzeria, ma intonato con l"impostazione frugale del modello -, conferisce all"auto un look aggressivo e al tempo stesso simpatico. L"altezza dal suolo di 19 cm contribuisce a rendere accattivante l"impatto estetico della multispazio, che può peraltro affrontare qualche strada bianca senza patemi d’animo. L"estesa fiancata è poi alleggerita dai fascioni paracolpi longitudinali posizionati a filo porta e il posteriore praticamente verticale propone fari essenziali ai lati delle porte a doppio battente asimmetrico, le uniche disponibili (non si può avere il classico portellone). Una sorpresa positiva proviene dal vano motore, dove il cofano è sostenuto in posizione aperta da una molla pneumatica (di solito appannaggio di auto ben più costose), mentre osservando le porte scorrevoli (la seconda è di serie solo sull’allestimento più ricercato) si registra la presenza della serratura solo sulla fiancata destra, il cosiddetto "lato marciapiede". QUI SI BADA AL SODO Se da una parte lo sviluppo della Dokker ha beneficiato delle sue origini da veicolo commerciale per i più severi standard superati nei test di affidabilità, dall"altra i geni responsabili della versatilità e della praticità si manifestano nell"abitacolo. Iniziando dal "fondo", la capacità di 800/3.000 litri del bagagliaio è dichiarata da Dacia come la migliore della categoria, ma oltre allo spazio per i traslochi e i grandi carichi tipici di una famiglia c"è dell"altro. Parliamo in primis dei più piccoli - curiosità: in Italia i bambini da 0 a 10 anni sono meno dei cani "domestici", che superano i 7 milioni -, per i quali i tre posti posteriori riservano tutti gli attacchi Isofix e i fissaggi Top tethering per i seggiolini ed i sedili sono frazionati 60/40 e ribaltabili in avanti con movimento “a portafogli”. Nel passo di 2,81 metri (10 cm in meno rispetto a una Dacia Logan MCV) è ricavata un"ottima abitabilità, "macchiata" solo dalla limitata altezza prevista fra pavimento e sedili anteriori, che va a scapito dello spazio per i piedi di chi siede dietro. Fra i numerosi e capienti vani portaoggetti piace la mensola a tutta larghezza ricavata sopra le (enormi) palette parasole e rimanendo nella zona dell’imperiale non convince l’assenza delle maniglie per appigliarsi durante le curve. Come per la Lodgy che abbiamo provato di recente, anche la plancia della Dokker compie un netto passo avanti in termini di fattura e qualità percepita, concedendo alla riduzione dei costi poche scelte, come nel caso dei comandi secondari poco ergonomici. L’allestimento cromatico a due toni e soprattutto la goffratura superficiale delle plastiche conferiscono concretezza ai materiali, come era in uso sulle utilitarie alla fine degli anni ’90. La modernità si ritrova però nell’ampio schermo touchscreen da 7 pollici installato sulla consolle centrale. Ospita un sistema multimediale e di navigazione realizzato in partnership con il colosso coreano LG, che sostituirà progressivamente l’impianto TomTom Live come entry level dell’infotainment per l’interno del Gruppo Renault, lasciando all’R-Link della nuova Clio l’offerta premium. L’ampiezza delle aree digitabili e l’organizzazione dei contenuti dei vari sottosistemi rende facile l’utilizzo del Dacia Media Nav, grazie anche all’accessibilità delle prese Aux e USB ricavate sopra lo schermo, per un collegamento agevole dei dispositivi. SOUPLESSE OBLIGE Allacciamo la cintura prima di partire e scoviamo un altro elemento volutamente spogliato di ogni funzione estetica, per rispondere al requisito dell’abbattimento dei costi: l’attacco sul montante è regolabile in altezza, ma la sede metallica e il perno del meccanismo sono “a vista”. Mettiamo in moto e azzeriamo il computer di bordo, per valutare la rinomata parsimonia del turbodiesel Renault 1.5 dCi, sul nostro esemplare declinato nella variante da 90 CV e 200 Nm a 1.750 giri/min. Anticipiamo subito che dopo i 100 km e 400 metri percorsi attorno alla capitale austriaca lo strumento ha registrato una media di 4,5 l/100 km, fedeli ai 4,5 dichiarati per il ciclo combinato (ed equivalenti a emissioni di 118 g/km di CO2, normativa antinquinamento Euro5). D’altro canto il propulsore francese si dimostra ancora un’unità paciosa e incline a girare rotonda ai bassi regimi, anche se la rapportatura lunga della quinta alle andature medie a volte chiede troppo alla souplesse del quattro cilindri di 1.461 cc, sporcandola con qualche vibrazione. L’erogazione su tutto il range di funzionamento prosegue comunque con naturalezza e senza strappi imputabili al turbo, che spinge morbido coniugandosi bene con la ridotta rumorosità. Rispetto al passato del marchio, gli interventi d’insonorizzazione apportati alla Dokker nel vano motore, sul parafiamma e nei passaruota hanno portato prodotto effetti sopra le aspettative per un veicolo utilitaristico, e lo stesso dicasi per la capacità di assorbimento delle sospensioni, tarate sul morbido ma composte. Il passaggio senza scossoni sulle asperità è realizzato anche dagli pneumatici non ribassati (185/65 R 15, con gomme Continental Conti EcoContact nello specifico della prova). Se la rapportatura del cambio privilegia come detto la marcia autostradale, la manovrabilità si caratterizza per una leva dalle corse non lunghe e carichi di azionamento morbidi. Sulla stessa linea lo sterzo, leggero in manovra e con qualche effetto di secondo tempo in fase di inserimento, più che accettabile per la vocazione turistica della Dokker. Al minimo accenno di guida nervosa da parte del conducente l’ESP (purtroppo non previsto di serie) interviene repentinamente, smorzando le reazioni dinamiche che la combinazione del rollio e dell’altezza di 1,81 metri provocherebbero in curva. SOTTO I 10.000 EURO PER COMINCIARE Al capitolo listino il dato certo è che la Dacia Dokker parte da un prezzo di lancio di 9.900 euro, riferiti alla motorizzazione di accesso a benzina e all’allestimento entry level. Il costruttore non ha ancora diffuso dettagli sul posizionamento del resto della gamma, dove in particolare saranno presumibilmente i propulsori Diesel ad essere maggiormente richiesti dal mercato. In totale i motori previsti sono due a benzina - 1.6 da 85 CV (175 g/km CO2), 1.2 TCe turbo a iniezione diretta da 115 CV (140 g/km CO2) - e due a gasolio - 1.5 dCi da 75 o 90 CV, entrambi Euro 5 e omologati per 118 g/km di CO2 emessa - tutti abbinati ad un cambio manuale a 5 rapporti. Due sono gli allestimenti, Ambiance e Lauréate, e fra le principali dotazioni di serie sono previsti 4 airbag, ABS, servosterzo, sedile posteriore sdoppiato asimmetrico e attacchi isofix, mentre gli optional comprendono (per il livello Ambiance) navigatore e radio (450 euro), climatizzatore manuale, limitatore di velocità, radar di parcheggio (300 euro), ESP, cerchi in lega da 15”, seconda porta scorrevole, barre sul tetto, fendinebbia, ruota di scorta, vernice metallizzata. La Dokker Lauréate condivide quasi per intero le opzioni della Ambiance e in più offre come primo equipaggiamento paraurti e retrovisori in tinta, dettagli interni cromati, due porte scorrevoli, retrovisori elettrici, sedile e volante regolabili in altezza, fendinebbia, computer di bordo, barre sul tetto, bagagliaio illuminato. Per finire, la garanzia: Dacia copre la Dokker per 3 anni o 100.000 km.

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