Se qualcuno pensa ancora che le berline due volumi siano una scelta poco originale, forse non ha ancora posato gli occhi sulla DS 4 del 2022. La hatchback francese sfoggia un look deciso e personale, capace di far impallidire tante rivali che invece hanno scelto una strada più conservativa.
Il look, insomma, è la prima cosa che colpisce, ma c"è tanto altro, a cominciare da una qualità costruttiva per gli interni che è ai vertici della categoria, tanta tecnologia ereditata da modelli più alti in gamma (leggasi DS 9) e, a listino, anche una variante ibrida plug-in E-Tense che è la protagonista del nostro #PerchéComprarla.
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Dimensioni | Interni | Guida | Consumi | Prezzi
Pregi e difetti
Ci piace | Non ci piace |
Materiali e qualità | Comandi climatizzatore touch |
Comfort di marcia | Sterzo in modalità Sport |
Gamma motori ampia | |
Assistenza alla guida | |
Personalità |
Oltre alla forma, nel caso della DS 4 c'è anche molta sostanza. La francese riesce nell’arduo compito di offrire un’alternativa valida e accattivante in una categoria tipicamente dominata dalle tedesche. Garantisce tanto comfort e tecnologia di alto livello, varie motorizzazioni per soddisfare clienti diversi e, giocando col configuratore, c"è anche la possibilità di personalizzarla in tantissimi aspetti.

Così come su altre DS, però, non ci convincono i comandi del climatizzatore integrati nel touch. È vero, ci sono le scorciatoie, ma temperature e ventole vanno comunque regolati tramite il display, così come i sedili riscaldati o ventilati e il volante riscaldato. Insomma, c"è il rischio di distrarsi. Visto l"assetto molto ben piazzato a terra e coinvolgente, in modalità Sport avremmo voluto una taratura più comunicativa per lo sterzo che rendesse la guida più affilata.
Dimensioni, bagagliaio e spazio
Le forme ricercate della DS 4 sono "spalmate" su una carrozzeria lunga ben 4,40 m che la rende, di fatto, una delle più lunghe della categoria. Una conseguenza positiva è che il bagagliaio, in questo modo, è tra i più grandi. Nel caso della E-Tense della prova, che deve far spazio al powertrain plug-in, la capacità cala e si conforma alla media delle rivali.

L’accesso al vano è regolare anche se non tanto ampio. La soglia non crea disagi e i materiali sono di buona qualità, anche lateralmente dove si trova la moquette. Sotto al piano di carico c’è spazio per piccoli oggetti ma non per la cappelliera. Completano la dotazione una presa 12V, una fascia elastica, degli anelli ma non ci sono dei ganci per zaini o sacche. Comoda la botola al centro del divano, che una volta abbattuto crea un piano praticamente piatto.

L’apertura delle portiere posteriori non è delle più generose, bisogna chinarsi un po’ per entrare a bordo. Una volta dentro lo spazio per ginocchia e testa è sufficiente. Le ginocchia dei più alti dovranno stare parecchio piegate, mentre l’andatura del padiglione sottrae spazio lateralmente alla testa. Comodo il bracciolo al centro, e poi ci sono le bocchette d’aerazione e due prese USB-C retroilluminate. Ottima la finitura dei pannelli porta: sono morbidi nelle parti alta e centrale e hanno la moquette nei vani.
Le misure | |
Fuori | |
Lunghezza | 4,40 metri |
Larghezza | 1,83 metri |
Altezza | 1,47 metri |
Passo | 2,67 metri |
Dentro | |
Bagagliaio | 390 - 430 / 1.190 - 1.240 litri |
Plancia e comandi
Nell"abitacolo della DS 4 si percepisce una gran cura per la scelta dei materiali e per gli accostamenti vari. Parte alta e centrale di plancia e pannelli porta sono davvero ben rifinite, meglio di alcune rivali più blasonate. Si possono scegliere inserti in pelle, legno, alluminio e persino fibra di carbonio.

Sotto, le plastiche sono dure ma restano attenzioni come le tasche foderate in moquette.
Intelligente la disposizione dei vani: nel cassetto a scomparsa c’è spazio per la ricarica wireless, una presa USB, una 12V e un portabicchieri. Sotto al bracciolo c’è un’altra presa e un fondo gommato. Ben rivestito anche il cassetto anteriore ma manca una serratura. Bello il comando elettronico del cambio automatico, e bene che gli alzacristalli siano raggruppati alla sinistra del guidatore e non al centro come su altri modelli DS: sono più comodi. Al contrario, i tasti del clima sono quasi tutti integrati nel display.


Con la DS4 debutta un nuovo sistema di bordo con tante funzionalità e uno schermo ad altissima risoluzione che valorizza l’esperienza d’uso. La logica di utilizzo e di personalizzazione è come quella dei tablet, perciò si possono creare delle schermate con widget diversi. La fluidità è alta, così come è alto il numero di informazioni mostrate e, dunque, c’è il rischio di distrarsi, considerando anche che ci sono alcuni tasti fisici, come quello Home, o che, come anticipato, i comandi del clima sono integrati nel touch, a parte alcune scorciatoie disposte sulla piccola mensola. CarPlay e Android Auto funzionano anche senza cavo.
Il cruscotto da 7 pollici è chiaro, personalizzabile anche lui e dialoga col nuovo head-up display completo e ad alta definizione. C’è anche un particolare trackpad da 5 pollici posizionato sul tunnel centrale che viene chiamato DS Smart Touch, e consente di attivare delle scorciatoie personalizzabili oppure scrivere direttamente col dito, come per esempio nel caso delle destinazioni del navigatore.

Come va e quanto consuma
L"ibrida ricaricabile E-Tense è la top di gamma – perlomeno al momento – con una potenza totale di sistema di 225 CV e 360 Nm di coppia erogati dall’abbinamento tra un 1.6 benzina quattro cilindri e un motore elettrico da 81 kW. A metterli in comunicazione c’è il cambio automatico EAT8, come suggerisce il nome a otto rapporti, e la velocità massima è di poco superiore ai 230 orari.

La taratura del cambio è ottimale per sfruttare con dolcezza l"erogazione del propulsore ibrido: c’è una bella progressività e poi, quando la batteria da 12,4 kWh si scarica, la DS4 funziona come una full hybrid, dunque tutte le partenze sono sempre e comunque in elettrico. Quando invece gli si chiede più sprint, l’automatico diventa leggermente più lento: è più votato al confort che alla reattività.
Stesso discorso per lo sterzo leggero, turistico, morbido: è piacevole e rilassante. Dunque resta un po’ vuoto al centro e, anche mettendo in Sport, la situazione non cambia. Convincente l’assetto: l’auto si appoggia molto bene nelle curve veloci, trasmette un gran senso di stabilità e aderenza ma allo stesso tempo sa attenuare bene le irregolarità stradali nonostante i cerchi da 19" in prova. È merito di un sistema di sospensioni attive che, con una telecamera legge la strada e prende in considerazione altri parametri, come per esempio la velocità, regola di conseguenza la rigidità di ogni singola ruota. Sulla plug-in queste sospensioni sono sempre di serie.

Buono l’isolamento acustico in generale, ed è abbastanza buona anche la visuale: la posizione di guida è ribassata e la superficie vetrata tutt’intorno non molto estesa. Dietro il montante è largo ma tra sensori e telecamere perimetrali si riesce comunque a gestire un’auto che ha dimensioni di tutto rispetto e con un bello sbalzo anteriore. La DS 4 plug-in ha delle modalità di guida specifiche come quella 100% elettrica, quella ibrida automatica, e poi la Comfort e la già citata Sport. Ancora, c’è il comando per massimizzare la frenata rigenerativa in rilascio.

Venendo ai consumi, a batteria carica, in modalità elettrica, si possono percorrere circa 50 km, mentre a batteria scarica si fanno quasi 15 km/l in città, oltre 15 km/l in extraurbano e 12 km/l in autostrada.
Versione provata | |
Motore | Ibrida plug-in 1.6 turbobenzina + motore elettrico |
Potenza | 225 CV |
Coppia | 360 Nm |
Cambio | Automatico a 8 marce |
Trazione | Anteriore |
Prezzi e concorrenti
La gamma si articola su 7 allestimenti: servono 31.150 euro per la versione Business col 1.2 benzina da 130 CV. La variante Performance parte da 34.000, la Trocadero da 35.000 e la Cross da 35.600 euro. Il benzina 180 CV va da un minimo di 37.600 euro a 42.600 euro, il diesel da 130 CV da 32.600 a 40.000 e la plug-in da 41.000 a 49.000 euro.

La DS 4 può essere una spina nel fianco tanto per alcune hatchback di grande diffusione, come più conservativa la Volkswagen Golf, quanto per le premium che rispondono al nome di Audi A3, BMW Serie 1 e Mercedes Classe A. Ecco perché, tra le rivali più vicine, ci sono due auto molto personali e ben fatte, la Mazda3 e la Seat Leon, senza dimenticare che la piattaforma è condivisa con la Peugeot 308. Potete guardare tutti i nostri #PerchéComprarla.