Come si fanno delle riprese dinamiche adrenaliniche? Ormai sempre più spesso la risposta è "con il drone". Un vero e proprio velivolo in miniatura, ultra-performante e spesso dotato di telecamera ad altissima qualità - oramai anche in risoluzione a 8K in certi casi.
Il dinamismo - ma anche la versatilità - di questa tipologia di riprese è praticamente impareggiabile, ma in una produzione con tempi stretti è tutt'altro che semplice portare a casa il risultato. Specie se l'obiettivo è "seguire" una sportiva come la Jaguar F-Type R.
Insieme alla nostra immancabile CrewCar, la Land Rover Discovery, siamo partiti per Monte Livata con l'obiettivo di raccontarvi in video i segreti di quello che è il mestiere del dronista professionista, grazie all'esperienza di uno fra i piloti di droni più pazzi d'Italia: Gianmarco Gabriele.
I protagonisti
La nostra cara CrewCar ve l'abbiamo raccontata nel dettaglio in più occasioni. Prima portandovi con noi direttamente sul set di una nostra video-prova speciale, e poi mostrandovi fin dove spingiamo la nostra compagna a quattro ruote anche laddove l'asfalto finisce, perché la produzione non si ferma.
Stavolta però lei potrà rilassarsi un po', perché la protagonista è un modello di impostazione ben differente: la già citata Jaguar F-Type R, sportiva coupé con un V8 5.0L e 575 CV di potenza trasferiti alla trazione integrale.
L'altro ospite d'onore è Gianmarco Gabriele. Pilota di droni professionista, è stato già altre volte sul nostro set (avete presente il video "Ultra-Sensoriale" della Ferrari F8 Tributo Spider con Giuliano? Le riprese di drone erano sue), ma stavolta oltre alle sue riprese lo vedremo direttamente all'opera.
Diversi droni, diverse situazioni
Parlare di "droni" è generico, perché si tratta di una vera e propria famiglia di prodotti di vario tipo, divisi per grandezza, per peso, per regolamenti di uso (come il "patentino", che vi spieghiamo meglio qui sotto) e naturalmente per situazioni di utilizzo.
I droni più semplici per le riprese in alta qualità sono quelli come il DJI Mini SE, di dimensioni ultra-compatte e con un peso inferiore ai 249 grammi, ma ne esistono anche di più grossi e professionali per le riprese aeree in stile "elicottero" - rimanendo in casa DJI c'è ad esempio il Mavic - o, ancora, quelli sportivi artigianali. Nel video vedrete come sono fatti e come si differenziano.
Da amatori a professionisti: il regolamento
L'idea di far volare un drone potrebbe far gola a tanti, ma è importante ricordare che esiste una ferrea regolamentazione per pilotare questi velivoli in miniatura.
Naturalmente parliamo in primis del patentino, che in linea di principio è molto semplice come idea:
"Serve il patentino (Attestato A1-A3) per pilotare tutti i droni di massa operativa al decollo tra i 250 grammi e i 25 kg."
Con "massa al decollo" si intende il peso effettivo del drone e di tutti gli strumenti montati su di esso. Vale a dire, facendo l'esempio del già citato DJI Mini SE, che nel suo peso inferiore a 249 grammi è compresa la struttura del drone, la fotocamera, la batteria e tutti gli altri componenti.
La differenziazione A1 - A2 - A3 è una distinzione di pericolosità dell'operazione in base alla distanza del drone dalle persone:
- A1: Volo su persone non coinvolte
- A2: Volo vicino alle persone
- A3: Volo lontano dalle persone
Il patentino però non è l'unica cosa da tenere a mente quando ci si approccia al mondo dei droni, perché a prescindere dal peso del drone ci sono altri due fattori da considerare:
- Per ogni drone, di qualunque tipologia e massa al decollo, è sempre obbligatoria una polizza assicurativa
- Per ogni drone dotato di fotocamera/videocamera, è sempre obbligatoria l'immatricolazione (a prescindere dalla sua massa al decollo)