Uno dei modelli più interessanti che la cinese BYD porta in Europa e anche in Italia è di sicuro la Dolphin, la compatta elettrica che risponde alla sempre più pressante richiesta del mercato di auto a batteria dal prezzo competitivo.
La BYD Dolphin si presenta infatti da noi con la batteria Blade fino a 60,4 kWh con chimica litio ferro-fosfato (LFP), un motore elettrico fino a 204 CV, trazione anteriore, autonomia WLTP di 427 km e un prezzo base che parte da 30.000 euro.
Con i suoi 4,29 metri di lunghezza, 1,77 metri di larghezza e un'altezza di 1,57 metri, la BYD Dolphin rientra a pieno diritto tra le segmento B elettriche, proponendo forme e proporzioni in linea con le concorrenti.
L'abitacolo della Dolphin sfrutta l'architettura e-Platform 3.0 di BYD, lo stesso della Atto 3 per offrire ampio spazio per le gambe dei passeggeri posteriori, ma anche un bagagliaio con volume variabile da 345 a 1.310 litri con i sedili posteriori ripiegati.
Particolare è poi il sistema di infotainment, con schermo centrale orientabile in base alle esigenze che può essere posizionato sia in verticale che in orizzontale.
Vi racconto come va la BYD Dolphin in questa prima prova su strada.
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Esterni | Interni | Guida | Curiosità | Prezzi
BYD Dolphin: gli esterni
Oltre alle misure già citate, la BYD Dolphin sfoggia un passo di 2,70 metri garantito dalla piattaforma nativa elettrica e-Platform 3.0, oltre a uno stile compatto che mi ricorda in qualche modo quello della Volkswagen ID.3, soprattutto nella zona del montante posteriore.
Le linee sono semplici e marcate, con una certa originalità nonostante le similitudini con la citata concorrente tedesca e anche il frontale mi sembra "simpatico", con le le luci a LED che richiamano nelle linee il defino che dà il nome al modello.

BYD Dolphin, la vista di tre quarti anteriore
Gli sbalzi sono molto contenuti, com'è giusto per un'auto elettrica, la linea di cintura è marcata e il posteriore mi ricorda un po' quello della Peugeot 208, per rimanere in tema di elettriche compatte.
Il bagagliaio della Dolphin, che ha una capacità di carico variabile tra i 345 litri e i 1.310 litri abbattendo gli schienali posteriori, non è tra i più grandi del segmento, ma è piuttosto ordinato e ha una soglia di carico bassa.

BYD Dolphin, il bagagliaio
Il pavimento del vano di carico è a filo con la soglia di carico e ospita sotto un altro pozzetto molto profondo, regolare nelle forme e con due piccoli vani porta oggetti con retine. Quello che non mi piace molto è il fatto che sollevare questo pavimento non è tanto agevole e che manca un fermo per bloccarlo mentre si carica, oltre a dei ganci di fissaggio.
BYD Dolphin: gli interni
L'angolo di apertura delle portiere posteriori è molto ampio e questo rende facile l'entrata e l'uscita dai sedili posteriori che, come su altre auto cinesi, offrono un ottimo spazio per i passeggeri anche a scapito del bagagliaio.

BYD Dolphin, i sedili posteriori
Buono è lo spazio per la testa dei passeggeri postriori, così come per le ginocchia, almeno per chi come me alto poco meno di 1,70 metri. Solo i piedi hanno poco spazio per infilarsi sotto i sedili anteriori.
L'angolo delle ginocchia è rilassante e l'assenza di un tunnel centrale è un altro fattore positivo, mentre ci sono due prese USB-C posteriori e diverse tasche porta oggetti. Insomma, la zona dietro della BYD Dolphin è promossa.
Passando alla parte davanti dell'abitacolo trovo una zona superiore delle portiere in plastica un po' dura, ma anche piacevoli rivestimenti in ecopelle e grandi maniglie ricurve dal design originale che apprezzo.

BYD Dolphin, i sedili anteriori
I sedili traforati e rivestiti in ecopelle hanno colori a contrasto, così come il volante, mentre i poggiatesta integrati mi offrono una piacevole sensazione di sportività.

BYD Dolphin, la plancia
La plancia ha assemblaggi ben fatti e anche se l'organizzazione degli spazi ha un'impostazione tutto sommato tradizionale per un'elettrica, ha il plus tipico di BYD di proporre un monitor centrale orientabile elettricamente in posizione verticale e orizzontale. La disposizione verticale può risultare utile e anche più "naturale" quando si usa il navigatore.

BYD Dolphin, lo schermo in posizione verticale
Il piccolo monitor raccoglie tutte le informazioni su autonomia, stato di carica della batteria, consumo medio, velocità e info su mantenimento corsia e cruise control. Lo schermo touch centrale ha icone tipiche delle app ha una buona velocità software e un navigatore rapido che permette di cercare le colonnine di ricarica con facilità.
Nella parte più bassa della console centrale c'è un altro spazio porta oggetti, una presa elettrica a 12 volt, oltre a due ingressi USB-C e a uno spazio per la ricarica wireless piuttosto profondo e capiente. Anche per questa zona il giudizio è buono.
La zona di controllo più in alto è dotata di comandi rotanti non troppo intuitivi, mentre il cassetto porta oggetti non è rivestito, ma piuttosto capiente, proprio come le tasche nelle portiere.
BYD Dolphin: Guida
Una cosa che posso dire da subito è che la guida della Dolphin si rivela più matura di quanto non possa apparire guardando da fuori la nuova elettrica cinese, con un comportamento su strada che conferma il buon lavoro fatto da BYD.

La BYD Dolphin su strada
Un elemento che mi mette subito a mio agio è la posizione di guida bassa, così come l'ottima visibilità anteriore data dal parabrezza molto ampio. L'inclinazione del vetro anteriore limita un po' la percezione degli ingombri davanti, che sono comunque molto ridotti.
Anche il piccolo finestrino laterale anteriore garantisce una buona visibilità, cosa che non posso dire invece del lunotto che rende poco intuitive le manovre. Per fortune le telecamere e il sistema di ausilio al parcheggio 3D aiutano moltissimo a bassa velocità.

BYD Dolphin
Anche la dinamica della Dolphin mi ha sorpreso in positivo, almeno nel caso della 60 kWh da 204 CV, riuscendo a erogare in maniera molto progressiva potenza e coppia per adattarsi alle esigenze di ogni guidatore. Solo gli amanti della guida sportiva potrebbero non apprezzare questo equilibrio generale della BYD dolphin
Le tre differenti modalità di guida attivabili con un rotore al centro del tunnel sono Eco, Normal e Sport che modifica l'erogazione della potenza e il carico su volante e acceleratore.
Il fatto di essere alla guida di un'auto molto equilibrata mi viene confermato dalla risposta del pedale dell'acceleratore e di quello del freno. L'acceleratore è leggero e ha il giusto mordente e, cosa che apprezzo particolarmente, una risposta rapida e coerente con quello che si vuole ottenere. Insomma la sensazione è quella di avere sempre tutto sotto controllo.
Allo stesso modo il pedale del freno è morbido, non troppo sportivo, ma utile per avere sempre la giusta sensazione di controllo della frenata. Anche questo significa maturità.
I trasferimenti di carico sono poco evidenti e la rigenerazione in decelerazione è sempre molto coerente, mentre il rollio è sempre abbastanza avvertibile. Il multilink posteriore permette di avere inserimenti in curva rapidi, reattivi e bilanciati per una trazione anteriore come la Dolphin.
Forse non all'altezza del resto mi paiono gli pneumatici di primo equipaggiamento, i fruscii aerodinamici all'altezza degli specchietti, l'ergonomia della gestione di rigenerazione e anche il mantenimento di corsia che risulta troppo invasivo nel suo intervento.

BYD Dolphin
Il motore sincrono a magneti permanenti è di produzione interna BYD che eroga 150 kW di potenza (204 CV) e 290 Nm di coppia che integra tutti gli otto elementi del powertrain elettrico e ha un'efficienza dell'89%.
Il pacco batteria Blade è inglobato nella parte inferiore del pianale che ottimizza gli spazi e ha una composizione chimica litio ferro-fosfato (LFP) e due diversi "tagli" di capacità: 44,9 kWh e 60,4 kWh.
Lo sportellino della presa di ricarica è sul passaruota anteriore destro e permette di ricaricare a diverse velocità a sceonda delle versioni. La variante con batteria da 44,9 kWh può raggiungere una potenza di 60 kW in corrente continua, mentre la 60,4 kWh arriva a 88 kW, con picchi da 100 kW (dal 30 all'80% in 29 minuti). Valori non eccellenti nel confronto con le concorrenti, anche se la ricarica in corrente alternata è di serie a quota 11 kW (7 kW sulla 44,9 kWh) che è uno standard buono.
BYD Dolphin: Curiosità
Un'opzione ancora piuttosto rare tra le elettriche, ma presente sulla BYD Dolphin, è la tecnologia Vehicle-to-load (V2L) che permette di inserire uno speciale connettore nella presa di ricarica dell'auto per ottenere elettricità come se fosse un powerbank da 3 kW.
Questo significa che è possibile alimentare apparecchi elettrici o addirittura una casa collegandola alla Dolpin, rie ntrando così nel principio di una rete elettrica intelligente o "smart grid" dove la distribuzione dell'energia può essere gestita e distribuita in maniera più efficiente, sicura e continua.
BYD Dolphin: Prezzi
La BYD Dolphin è disponibile in Italia in quattro versioni (Active, Boost, Comfort e Design), tre livelli di potenza (95/176/204 CV) e due tagli di batteria (44,9 e 60,4 kWh). Ad aprire il listino c'è la BYD Dolphin Active con batteria da 44,9 kWh che ha un prezzo di 30.790 euro, mentre la versione provata è la top di gamma Design con tetto panoramico, vetri oscurati posteriori e ricarica wireless per lo smartphone che costa 37.790 euro.
Qui tutte le versioni della Dolphin:
Potenza | Batteria | Ricarica CA/CC | Prezzo | |
BYD Dolphin Active | 95 CV (70 kW) | 44,9 kWh | 7 kW/60 kW | 30.790 euro |
BYD Dolphin Boost | 176 CV (130 kW) | 44,9 kWh | 7 kW/60 kW | 31.790 euro |
BYD Dolphin Comfort | 204 CV (150 kW) | 60,4 kWh | 11 kW/88 kW | 35.790 euro |
BYD Dolphin Design | 204 CV (150 kW) | 60,4 kWh | 11 kW/88 kW | 37.790 euro |
Le uniche versioni che possono godere degli incentivi statali sono quindi le due versioni di accesso (Active e Boost) perché hanno un prezzo di listino sotto i 35.000 euro.
Anche con le versioni top di gamma siamo comunque sotto la soglia psicologica dei 40.000 euro, quella che per intenderci su cui si posizionano le varie MG4, Volkswagen ID.3, Renault Megane E-Tech e anche le vetture elettriche del gruppo Stellantis come Opel Corsa-e e Peugeot e-208.