Pensi a una microcar e te la immagini in città, no? A svicolare nelle ZTL, districarsi nel traffico, parcheggiare su centimetri quadrati di pavé. Quale habitat migliore per un quadriciclo, insomma.
E invece no. Ci sono altri contesti che magari non ti aspetti in cui un mezzo di questo tipo può rivelarsi furbissimo. L’ho provato sulla mia pelle, guidando una Microlino tra le strade di Lipari, e non intendo solo il Comune ma l’intera isola dell'arcipelago delle Eolie.
Veicolo per la mobilità urbana? Non solo
Cos’hanno in comune una città e un’isola? Sono un po’ come un microcosmo, per certi aspetti un ecosistema chiuso. E allora ecco che le caratteristiche di un quadriciclo come la Microlino che ho provato è come calzassero alla perfezione per entrambi questi piccoli universi. Non è un caso, del resto, che la Fiat Topolino sia stata presentata (anche) in versione "spiaggina".
Prima di tutto, le dimensioni. La Microlino (che è distribuita in esclusiva dal Gruppo Koelliker e che è già ordinabile) è lunga 2,5 metri, dunque circa 25 cm in meno di una smart fortwo, ed è larga – o meglio, stretta – 1,47 metri. Perciò in alcune condizioni la puoi parcheggiare anche in trasversale.

Volumetrie ridotte che sono preziose tanto in città quanto su un’isola come Lipari, i cui centri abitati hanno fondazioni di secoli e secoli fa, con strade di certo non pensate per i grandi SUV di oggi. Considerando che poi, se di residenti in tutta l’isola ce ne sono circa 9.000, d’estate questo numero cresce esponenzialmente con tutto l’afflusso turistico. Dunque, il problema del traffico, dei parcheggi e degli spazi stretti c’è anche qui, eccome.

Eppure, non c'è da rinunciare a un bagagliaio vero, con una capienza di 230 litri. Ci stanno comodamente due trolley e anche qualche borsa morbida. Certo, non ci puoi mettere un ombrellone, ma non lo metteresti neanche in una spider.
Poi, le percorrenze. Se è vero che, durante l’anno, mediamente un italiano fa circa 35 km al giorno, su un’isola con una superficie di poco superiore a 37 km² gli spostamenti quotidiani non possono che essere analoghi. E, di conseguenza, un’autonomia in elettrico che va da 90 a 200 km a seconda del taglio di batteria si sposa perfettamente con le esigenze della maggior parte dei residenti e dei turisti.
Da ultima, una considerazione personale. Saranno le forme retrò, saranno le tantissime combinazioni di colori in cui è disponibile, ma la Microlino sembra proprio fatta per un contesto vacanziero e spensierato come quello di Lipari, sulle cui strade, tra l’altro, circolano tantissime vecchie coloratissime Citroen Mehari, altra icona che incarna perfettamente questo spirito.

Unica nota stonata? Sulla Microlino - che comunque si difende bene con finestrini scorrevoli ampi, ventola piuttosto potente e persino un tetto apribile manuale – manca l’aria condizionata. Dettaglio non proprio trascurabile a queste latitudini, ma la Casa potrebbe già essere a lavoro su una soluzione.
Microlino, come va fuori città
A bordo della Microlino, nonostante le dimensioni esterne, c’è spazio a sufficienza affinché due passeggeri possano viaggiare senza alcun problema. E ve lo dice uno alto oltre un metro e novanta.
L’assenza di un servosterzo – cosa tipica di quasi tutti i quadricicli, leggeri e non leggeri – non è un problema considerando la leggerezza del mezzo che, appunto, si attesta a poco più di 400 kg, batteria esclusa.

Col pratico rotore sulla sinistra si seleziona la marcia e, volendo, anche la mappa Sport per ottenere il massimo dal motore che eroga 17 CV e 89 Nm. Valori che, in realtà senza scomodare la modalità boost, riescono a garantire un’ottima spinta e ripresa anche nelle numerose salite che ho incontrato percorrendo la costa orientale dell’isola.
Il motore elettrico non è particolarmente silenzioso ma il suo sibilo non dà per niente fastidio, anzi. La velocità massima della Microlino è di 90 km/h ma non ci sono mai arrivato: le strade di Lipari, perlomeno quelle che ho percorso io, non lo consentono, e non solo per i limiti.

Ho parlato di salite. Nelle discese, invece, a convincermi è stato il pedale del freno: ha una corsa corta e consistente, ben modulabile, e sul cruscotto digitale appare lo stato di rigenerazione dell’energia. A questo proposito, non ho avuto modo di rilevare i consumi ma, buttando un occhio al display, ho fatto circa 20 km con poco più del 10% di batteria. Niente male davvero.
Tra le curve più veloci emerge un limite per chi vi sta scrivendo e che si ripropone su tutti i quadricicli che ho provato in precedenza: il volante non regolabile in altezza o in profondità. Di conseguenza, sterzando, mi ritrovo le mani che toccano le ginocchia. Non preoccupatevi, però: se non siete altri oltre la media, non avrete lo stesso problema.

Anche per questo, io ho preferito prendermela con calma e godermi a passo rilassato le strade costiere, il panorama eoliano mozzafiato e tutte le facce sorridenti dei curiosi che hanno assistito alla nostra carovana multicolore.