Sedici anni fa Kia era un marchio diverso da come lo conosciamo oggi, perché aveva modelli lontani dai gusti dei giovani e quindi non riusciva a far breccia in una larga fetta di clienti: in attesa della compatta Ceed, che non avrebbe esordito prima del 2006, erano persone adulte a scegliere in quel periodo le Sorento e Opirus.

Per invertire questa tendenza lanciò nel 2003 la proposta di stile KCV-III Concept, una cabriolet 2+2 dallo stile personale che avrebbe dovuto far conoscere il marchio coreano anche alle nuove generazioni di automobilisti, attratti sicuramente da una concept car con il tetto in vetro ripiegabile.

KIA KCV-III Concept (2003)

È elegante, ma non le manca personalità

La Kia KCV-III Concept è stata disegnata presso il centro stile a Namyang, in Corea del Sud, diretto all’epoca da Jae-Rim Lee, che insieme ai suoi collaboratori tracciò linee pulite ma allo stesso tempo ben riconoscibili: la KCV-III Concept ha enormi fari che ricordano gli occhi di un felino, il cofano arcuato e sbalzi della carrozzeria ridotti al minimo.

Il carattere forte della KCV-III Concept emerge nella vista laterale, perché questa concept car ha il tetto assai inclinato e fiancate sinuose, grazie alla linea a onda che si abbassa in prossimità degli specchietti e risale verso la parte posteriore. I cerchi da 20° a turbina sono un altro bel tocco di stile.

Ieri come oggi lo schermo è irrinunciabile

L’interno ha un aspetto pulito ed essenziale come la carrozzeria, perché la plancia è molto avvolgente e sembra abbracciare la strumentazione, ma i rivestimenti color crema conferiscono all'abitacolo una certa eleganza.

La KCV-III Concept è dotata di uno schermo nella consolle e di un lettore DVD, due dotazioni che secondo Kia dovrebbero rappresentare un'ulteriore richiamo per i giovani, interessati ieri come oggi all'elettronica: nel 2003 infatti non erano molte le auto compatte ad aver uno schermo nella consolle. Il motore invece è un benzina 2.0 aspirato da 145 CV.

Fotogallery: KIA KCV-III Concept (2003)