Non è da tutti reinventarsi dopo 66 anni di carriera. La Corvette però ha deciso di farlo e dopo 7 generazioni mette un punto e riparte da capo, perché l’ottava serie della supercar americana è la prima con il motore centrale e non anteriore.
La nuova Chevrolet Corvette Stingray – questo il nome completo dell’ottava serie – fa insomma un passo avanti sul fronte della guidabilità e del coinvolgimento in pista, perché l’architettura a motore centrale aiuta a mantenere la gran parte della massa dentro gli assi delle ruote, riducendo l’inerzia e rendendo l’auto più reattiva nei cambi di direzione.
Con queste premesse c’è da scommettere che la Corvette vorrà dare fastidio alle Ferrari F8 Tributo e Lamborghini Huracan EVO, non appena verrà dotata di motori più potenti rispetto al V8 aspirato 6.2 fino a 502 CV con il quale è stata presentata.

Oltre 500 CV con il giusto scarico
In posizione centrale nel telaio c’è proprio il 6.2, che deriva dal “vu-otto” di cui è dotata la vecchia Corvette Stingray, rivisto però . in alcune parti: l’albero è stato ribassato, la testata è nuova e il sistema di lubrificazione ha dimensioni maggiorate.
Queste modifiche hanno fatto sì che il motore cambiasse nome: non più LT1 ma LT2. Il 6.2 sviluppa 497 CV di potenza, 31 in più del vecchio modello, ma ordinando il pacchetto Z51 i CV salgono a quota 502: il merito va allo scarico sportivo, ma fanno parte della sua dotazione anche le pinze freno maggiorate, il sistema di raffreddamento migliorato e le sospensioni regolabili.
Il cambio non è più manuale, ma è un doppia frizione a 8 marce con palette al volante. Lo scatto da fermo fa capire quello di cui è capace la Corvette Stingray, perché la casa americana parla di uno 0-96 km/h in meno di 3 secondi: sono poche le Corvette ad aver fatto meglio.
Diamo uno sguardo alla storia della supercar americana
Nuovo telaio, nuovo profilo
Il cambio di architettura non ha “risparmiato” lo stile, perché la silhouette è stata completamente modificata rispetto alle vecchie generazioni: detto del cofano, più corto, sono diversi anche il tetto (più spiovente) e la parte posteriore, allungata per fare posto all’otto cilindri. La carrozzeria può trasformarsi in targa eliminando il tettuccio rigido.
La coda è massiccia, ma la “firma” luminosa dei fanali a led rende l’insieme meno pesante: le luci fanno apparire il posteriore più largo e piazzato. Spiccano inoltre l’alettone ed i quattro scarichi. I designer della casa statunitense dicono di essersi ispirati ai jet F-22 e F-35, come sembra trasparire dall’appuntito cofano anteriore, dai sottili fari anteriori e dalle profonde scalfitture, che danno un aspetto minaccioso al frontale. Di lato invece si notano le aperture per il raffreddamento del motore.

Cambia tutta ma non nel prezzo
L’ispirazione al mondo dell’aeronautica si trova anche all’interno, dove tutto è funzionale al raggiungimento delle massime prestazioni: non solo il volante, di piccole dimensioni per favorirne l’impugnatura, ma anche i comandi raccolti nella consolle sospesa a forma di parentesi.
Le informazioni sono mostrate in due schermi: quello per la strumentazione è di 12”, quello per il sistema multimediale di 16,5”. Non mancano comfort come la ricarica senza fili per gli smartphone ed i sedili riscaldabili, oltre ai comandi vocali e al sistema per gestire le modalità di guida.
La Corvette Stingray sarà prodotta entro fine 2019 e costerà meno di 60.000 dollari (53.290 euro), in linea con il prezzo del modello odierno.