Altro che quota 100, qui siamo oltre 700: 720 CV come la McLaren 720S, tanto per citarne una. La Ferrari F8 Tributo sostituisce la 488 GTB, ne rappresenta l’evoluzione naturale sotto ogni aspetto, ma il suo “polo di attrazione” rimane il motore V8 capace di aggiudicarsi il premio Best Engine of the Year nel 2016, 2017 e 2018. A Maranello non si sono però accontentati di un banale trapianto: prima, appunto, hanno spremuto altri 50 CV, per una potenza specifica di ben 185 CV/litro. Impressionante. Il resto, lo vediamo qui sotto e lo scopriamo al Salone di Ginevra.
Uno sguardo sul mondo delle Ferrari V8
In mostra come sulla F40
I gioielli di casa vanno messi in mostra: in Ferrari la pensano così almeno dal 1987 e nel 2019 non hanno cambiato idea. Come sulla F40, anche sulla F8 Tributo il motore fa bella mostra di sé dietro il lunotto modellato in Lexan, le cui feritoie aiutano l’evacuazione del calore.

Tornano al propulsore, la cilindrata è sempre di 3.902 cc, i 720 CV vengono erogati a 8.000 giri, mentre i 770 Nm di coppia arrivano alle ruote quando la lancetta del contagiri tocca quota 3.250. Il tutto, per uno 0-100 km/h in 2,9 secondi, uno 0-200 km/h in 7,8 secondi e una velocità massima pari a 340 km/h.
Si toglie di dosso 40 kg
Gli ingegneri Ferrari per ora non sono scesi nei dettagli di come abbiano fatto, ma hanno svolto un ottimo lavoro, per limare 40 kg da un’auto già estremizzata come la 488 GTB. Il che, unito al sopra citato incremento di potenza, promette meraviglie in pista. Per non dire dell’aumento di carico aerodinamico (+15%) ottenuto lavorando in galleria del vento, senza andare peraltro a inficiare il coefficiente di penetrazione.
Hanno svolto un ottimo lavoro, per limare 40 kg da un’auto già estremizzata come la 488 GTB
La forma segue la funzione
A proposito di galleria del vento, i nuovi fari LED anteriori orizzontali, più sottili, hanno permesso di ricavare nuove prese di raffreddamento freni, che si uniscono a quelle all’esterno del paraurti; obiettivo: migliorare il flusso d’aria all’interno del vano ruota, scongiurando così un incremento dimensionale (e quindi di peso) dell'impianto frenante Brembo, che altrimenti sarebbe stato necessario a causa delle aumentate prestazioni.
L’estetica aggressiva e innovativa della pinza “estrema” si traduce, prima di tutto, in una sensibile riduzione dei pesi delle masse non sospese (oltre 3 kg) e in un miglior feeling sul pedale, con assorbimenti ottimizzati. Il corpo pinza così disegnato permette anche una migliore ventilazione, con una diminuzione della temperatura del fluido freni di oltre 30 °C. Anche se la pinza anteriore è a sei pistoni e quella posteriore è a quattro pistoni e integra il freno di stazionamento elettrico, le due pinze sono visivamente identiche. Osservando lateralmente la vettura, infatti, non si coglie alcuna differenza. Completano l’impianto frenante i dischi Brembo CCM che consentono una riduzione del peso del 50% rispetto ai dischi in ghisa.

Dietro, lo spoiler soffiato è stato evoluto per aumentare il carico generato (indirettamente, aumentare il grip per le gomme dietro), mentre lo spoiler avvolge i fanali posteriori. Dal punto di vista prettamente stilistico, da segnalare il ritorno del classico doppio fanale “incastonato”, proprio come sulle prime berlinette 8 cilindri; a partire dalla capostipite, ovvero la 308 GTB.
Incontro ravvicinato a Ginevra
Guidabilità al top
Ultimo ma non meno importante, la conseguenza naturale di tutto quello che avete letto sopra: una guidabilità eccezionale (non vediamo l’ora di darvene conto quando la guideremo…). A tal fine, ingegneri e collaudatori hanno perseguito la massima facilità di guida: ecco dunque la riduzione del già minimo turbo lag del motore e l’attivazione, per la prima volta anche in posizione RACE del manettino, del “Ferrari Dynamic Enhancer” (FDE+).

In pratica, della mappatura che permette di far avvicinare al proprio limite il più ampio numero di guidatori. A tutto ciò contribuisce anche un’ergonomia migliorata, in virtù, tra le altre cose, del volante con corona di diametro ridotto.