L’attesa è fortissima e oggi alle 16.30 finalmente rivedremo un’Alfa Romeo con la mitica sigla GTA, ovvero Gran Turismo Alleggerita (qui la diretta streaming). Un acronimo nato esattamente 55 anni sulla Giulia dell’epoca e destinato a diventare sinonimo di prestazioni senza “se” e senza “ma” per la Casa del Biscione.
La presentazione della prima Alfa Romeo Giulia GTA avvenne al Salone di Amsterdam del 1965 e alla base della trasformazione c’era una Giulia Sprint GT, la coupé costruita tra il 1963 e il 1975. Responsabile del trattamento tutto muscoli e leggerezza era Autodelta, vale a dire la divisione corse della Casa del Biscione.
Più e meno
Se all’apparenza la Giulia GTA sembrava uguale in tutto e per tutto alla versione normale, mettendola sulla bilancia faceva segnare 205 kg in meno, merito della carrozzeria interamente in alluminio, tranne il tetto in Peraluman 25, lega di alluminio, rame, magnesio e zinco. Una cura dimagrante estrema accompagnata da modifiche al 1.570 portato a 115 CV, diventati poi 170 sulla versione da gara.
Fotogallery: Alfa Romeo Giulia Sprint GTA
Proprio le gare rappresentavano l’universo cui puntava la neonata Alfa Romeo Giulia GTA, capace di essere subito vincente con 3 Challenge Europeo Marche vinti consecutivamente, consecutivi, campionati italiani a ripetizione e vari successi in gare in tutto il mondo. Successi che portarono alla nascita del claim “Una vittoria al giorno con la macchina di tutti i giorni”. La Giulia infatti nasceva come auto da famiglia, per tutti i giorni e non come modello per campionati motorsport.
Fotogallery: Alfa Romeo 1750 GTAm
Continuamente migliorata l’Alfa Romeo Giulia più nel 1970 cattiva ebbe un ulteriore step evolutivo che portò la potenza totale a 220 CV, diventati 240 un anno dopo. Il suo nome era Giulia GTAm (la "m" stava per "maggiorata") e rappresentata il top della produzione della coupé del Biscione.
La Giulia GTA oggi
In attesa di vedere e capire come sarà la nuova Alfa Romeo Giulia GTA, la sua antenata ha raggiunto quotazioni non per tutti. Negli anni infatti ne sono state battute diverse all’asta, con il picco toccato alla Duemila Ruote del 2016: 336.000 euro per una versione stradale del 1966 con carrozzeria bianca.