Nell'ambito dei continui cambiamenti che il mercato globale delle auto ha presentato negli ultimi 20 anni, un elemento chiave è stata l'adozione dei SUV a scapito di altre carrozzerie.
Grazie a questi veicoli, l'industria è riuscita ad affrontare, tornando poi a respirare, alcune pesanti crisi, come quella finanziaria nel 2008, quella europea del 2012 e quella del Covid nel 2020. Tra le vetture rimaste in apnea nel novero dei perdenti ci sono quelle che chiamiamo station wagon o familiari.
Relegate a un livello sostanzialmente marginale in quasi tutti i mercati, con l'eccezione dell'Europa, le familiari stentano a trovare un ruolo di fronte a un tale stravolgimento. Secondo i dati di JATO Dynamics, 20 anni fa le wagon rappresentavano il 6,1% del mercato complessivo delle autovetture. Cioè circa 2,9 milioni di unità. Un anno dopo, nel 2002, queste auto hanno ottenuto il loro record di quota di mercato e di volume, con rispettivamente il 6,9% e 3,3 milioni di unità.
Venti anni dopo, la situazione è ben diversa. Nel 2020, le vendite complessive di station wagon hanno totalizzato solo 1,75 milioni di unità, pari al 2,7% del totale. Peggio ancora, nei primi tre mesi di quest'anno la quota di mercato è scesa al minimo storico (dal 2001) del 2,4%. Le station stanno davvero morendo?

Le ragioni di una crisi
Ci sono due motivi principali per cui le wagon non piacciono più. Il primo riguarda la loro origine e l'idea che ne hanno i consumatori. Le wagon sono nate come veicolo commerciale per poi diventare un veicolo principalmente familiare. Ecco perché, nella maggior parte dei Paesi, a parte Italia, Germania e Scandinavia, questi veicoli hanno una connotazione negativa o anti-cool.
Infatti, in mercati come quelli degli Stati Uniti, dell'America Latina e dell'Asia, la presenza di questo tipo di carrozzeria è minima, perché le wagon sono considerate noiose o "auto per i vecchi". Definizione, quest'ultima, che ha molto a che fare con l'esistenza delle auto mortuarie, in quanto wagon estese e che non sono affatto cool.
L'altro motivo è l'attacco concorrenziale dei SUV. Analizzando bene il concetto di wagon e di SUV, ci sono molte somiglianze tra i due tipi di vettura. Per riassumere, un SUV è un wagon rialzato, con una posizione di guida e i finestrini più alti. In altre parole, un SUV è una station più comoda per entrare e uscire e che dà un senso di sicurezza quando si guida da una posizione più elevata.
Nel 2000 sono stati venduti sul mercato globale delle autovetture 1,9 SUV per ogni unità venduta di wagon. Questa proporzione è salita a 16,3 l'anno scorso. Le station wagon sono quindi una vittima diretta dell'espansione dei SUV. E questo perché non hanno la posizione elevata di guida e non offrono comodità in ingresso e in uscita come sui SUV.

Che futuro per le sw?
È difficile prevedere un futuro brillante per questi veicoli. Il fatto che non ci sia appetito per loro nei mercati chiave come la Cina o gli Stati Uniti li rende molto vulnerabili alla scomparsa totale nei prossimi anni. Un segmento non può dipendere da un solo mercato, a meno che sia proprio il segmento più popolare nel mercato in questione (come nel caso dei pickup negli USA o delle kei-car in Giappone).
Per le station wagon il panorama appare tetro. Vedremo ogni volta meno possibilità di scelta e quelle che rimarranno si imbottiranno di steroidi per sembrare più alte e aggressive. Un vero peccato per un segmento tanto pratico e versatile.