La crisi dei semiconduttori sta squassando non solo il mondo dell'automotive e dell'elettronica di consumo, ma impatta anche sulle politiche commerciali e sulle operazioni di finanza straordinaria degli stessi produttori di chip.
Le ultime notizie in ordine di tempo sono oggi in prima pagina sulla versione cartacea e digitale del Wall Street Journal. Il quotidiano, citando fonti vicine all'operazione, anticipa una possibile fusione da 20 miliardi di dollari tra il colosso Western Digital (tra i leader nella realizzazione di memorie e hard disk per computer) e la giapponese Kioxia Holdings, l'ex Toshiba Memory rilevata nel 2018 da un pool che comprende Apple, Dell, Kingston, Seagate e la stessa Toshiba, che è rimasta con il 40% l'azionista di riferimento.
Le condizioni giapponesi
Le trattative, dopo l'accelerazione delle scorse settimane, sarebbero a buon punto e il "deal" potrebbe concludersi a metà settembre, secondo il quotidiano statunitense.

L'operazione ha però bisogno del benestare delle autorità: quelle nipponiche sarebbero probabilmente più restie a dare il via libera a un trasferimento di tecnologia, mentre gli Usa, in linea con la politica dell'amministrazione Biden di raggiungere l'autosufficienza e di non lasciare la leadership alla Cina, sarebbero più favorevoli. Almeno in linea di principio.
Kioxia, che produce i chip flash memory Nand, utilizzati in parecchi campi dell'elettronica, era anche nel mirino di Micron Technology, il cui interesse si sarebbe raffreddato negli ultimi tempi.
La taiwanese TMSC alzerà i prezzi?
Sempre il Wall Street Journal, stavolta in versione digitale, svela che il colosso taiwanese TMSC, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co., avrebbe in programma di aumentare i prezzi già verso la fine dell'anno oppure all'inizio del 2022.
Il rincaro potrebbe essere del 10% per i chip di ultima generazione e arrivare al 20% per i semiconduttori meno avanzati dal punto di vista tecnologico, che poi sono quelli utilizzati nell'assemblaggio delle automobili. TMSC è inoltre il principale fornitore di Apple per la realizzazione degli iPhone e la più grande azienda produttrice al mondo di chip con oltre il 50% di quota di mercato globale.
Non più tardi di qualche giorno fa il ministro dell'Economia di Taiwan, Wang Mei-hua, aveva rassicurato sull'impegno delle aziende del Paese asiatico per accelerare sulla produzione e "raggiungere un equilibrio entro gli ultimi tre mesi dell’anno” nella fornitura di chip all'automotive.